Nuovo Cinema Palazzo, San Lorenzo, Roma.
Sala buia. Un grande schermo. Davanti, su quello che sembra un supporto, la silhouette di un corpo di donna. Sul ‘palcoscenico’, in accappatoio, il corpo di cui quel corpo è la silhouette. Francesca Fini si toglie l’accappatoio e, nuda, va a collocarsi dietro la sua silhouette. Una assistente adatta leggermente – è un gesto fondamentale – i contorni del tratteggio per farlo coincidere più o meno con il corpo retrostante. Il corpo ‘vero’ è cadaverico, compreso nel suo marmoreo rigor mortis. I segni della individualità sono quasi cancellati: il volto coperto di cerone bianco, i capelli tirati indietro a scomparsa e anch’essi bianchi, una mortuaria maschera di cera. Solo i peli del pube sono neri, ma il pube è della silhouette o di Francesca Fini?
Johann CHAPOUTOT, La legge del sangue. Pensare e agire da nazisti, Torino, Einaudi, 2016, pp. 463, € 32
Nulla di ciò che si legge in questo libro è nuovo. Eppure via via il nazismo – il pensare da nazisti – diventa in qualche modo una scoperta.
Non sono nuove le articolazioni della visione del mondo nazista: la Natura come origine e legittimazione inderogabile, la Razza in quanto sua espressione storico-biologica specifica, il Popolo/Gemeinschaft come forma sociale della Razza, la Terra come sua localizzazione spaziale necessitante, il Sangue come traduzione della Razza e del Popolo in essenza vitale di corpi, la Lotta come prassi e destino, il darwinismo. E neanche sono nuove, prese una per una, le conseguenze coerenti di questa prima Gestalt su tutte le articolazioni di un sistema sociale: la trasformazione del diritto, l’attacco all’astrazione e all’universalismo,
A. CAMPI, L. VARASANO (a cura di), Congiure e complotti. Da Machiavelli a Beppe Grillo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016, €16
Un presentimento: toccherà occuparsi sempre più della paranoia come modello ordinatore del sociale, e del discorso paranoico come forma princeps del discorso pubblico. L’era delle ideologie nascondeva l’organizzazione paranoidea del pensiero dietro la nuvola dei sistemi di valori e delle filosofie della storia. La fine delle ideologie toglie questi orpelli. Ora la paranoia, messa a nudo, vive apertamente la sua gloria euristica e la sua potenza emozionale.
Ben venga tutto ciò che aiuta a capire la Bestia.
Eda KALMRE, The Human Sausage Factory. A Study of Post-War Rumour in Tartu, Amsterdam, Rodopi B.V., 2013, 180 p.
Il racconto ha l’evidenza archetipica del mito cannibalico e la struttura narrativa della leggenda metropolitana. Io non c’ero e dunque non ho visto direttamente. Ma una persona di cui mi fido totalmente mi ha riferito che…
In questo caso il narratore è un anziano signore che vive a Tartu, capitale dell’Estonia. Legge sul giornale locale, il Tartu Postimees, l’intervista ad una giovane ricercatrice. Riordinando gli archivi del Museo del Folklore Estone, Eda Kalmre ha trovato svariate tracce di una voce su una fabbrica di Tartu che produceva salsicce con carne umana. Interrogata da un giornalista, ha classificato questa voce come una tipica horror story, un racconto dell’orrore. Il lettore insorge: la storia è vera, gliela ha raccontata il padre, di cui ovviamente si fida e che ne è stato testimone diretto.
Ecco il canovaccio. Poco dopo la fine della guerra, 1947. Il padre sta al mercato di Tartu. Arriva una donna urlante e ferita. Grida che stanno ammazzando delle persone in un edificio in rovina a qualche centinaio di metri. Una dozzina di passanti, tra cui il padre del narratore, corrono verso il luogo, penetrano tra il filo spinato e le brecce nelle mura, trovano pezzi di corpi, capelli, quaderni di scuola, mucchi di vestiti. La donna – una lattaia – racconta di essere stata avvicinata al mercato da un Russo
Hugh TREVOR-ROPER, The Invention of Scotland. Myth and History, New Haven, Yale University Press, 2008
Da un lato le poche nazioni per bene: non hanno miti e non ne hanno bisogno per essere nazione. Dall’altro le molte nazioni ‘voyou’: esigono miti per esistere e sono condannate a produrli senza fine. L’Inghilterra anglosassone, il meno mitopoietico dei popoli. I Celti e la Scozia, con la loro infinita produzione di miti, alla quale i poveri anglosassoni si devono aggrappare quando hanno bisogno di mito. L’Inghilterra, condannata allo spirito critico, alla realtà, alla luce, alla verità e al pragmatismo. La Scozia, vincolata all’immaginario, alla fantasia, alle nebbie, alla falsificazione, all’illusione e alla narrazione. La prima diventa l’identità che è. La seconda inventa l’identità che altrimenti non ha, e diventa questa invenzione.
Hugh Trevor-Roper organizza intorno a questa trama cognitiva la sua invenzione di come la Scozia ha inventato se stessa.
Giuliana PAROTTO, Sacra officina. La simbolica religiosa di Silvio Berlusconi, Milano, Franco Angeli, 2007, pp. 107, 15€
Il problema è sopravvivere all’incipit: « L’ascesa politica di Silvio Berlusconi non è certo passata inosservata e ha sollevato numerosi interrogativi e questioni ». Ohibò… Se si riesce ad andare oltre una così desolante piattezza, quello che viene dopo è uno dei pochissimi libri interessanti e utili sul berlusconismo usciti in Italia. Mi dispiace di essermi accorto della sua esistenza per caso, 6 anni dopo la sua pubblicazione nel 2007.
Il libro si divide in due parti. Nella prima, Giuliana Parotto insegue la presenza di simboli religiosi espliciti e impliciti nella comunicazione e nella autorappresentazione di Berlusconi. Anticipo che si tratta della parte concettualmente più debole del volume, anche se qua e là incuriosisce, diverte e preoccupa. La seconda parte invece – sul corpo di S.B. – è di gran lunga più compatta e stimolante. Si dissente spesso, ma ci si sente trasportati in un territorio che vale la pena attraversare, magari litigando sulla mappa.
FRANCESCO DIMITRI. Precipitare nella realtà. Storie del*dal Necronomicon / Collapsing into reality. Stories about*from the Necronomicon. / Sombrer dans le réel. Histoires du*à partir du Necronomicon
Il Necronomicon è un libro di magia inventato dallo scrittore pulp H. P. Lovecraft. Molti lettori credettero che fosse un vero libro, e con il tempo lo è diventato. Ecco la storia dettagliata di come è successo: un episodio che mette in luce alcuni meccanismi di interscambio tra immaginario e realtà, tra il mondo delle idee e il mondo delle cose.
Il Necronomicon è un libro di magia inventato dallo scrittore pulp H. P. Lovecraft. Molti lettori credettero che fosse un vero libro, e con il tempo lo è diventato. Ecco la storia dettagliata di come è successo: un episodio che mette in luce alcuni meccanismi di interscambio tra immaginario e realtà, tra il mondo delle idee e il mondo delle cose.
The Necronomicon is a book of magic, brainchild of the pulp writer H. P. Lovecraft. Many readers believed it was an actual book, and in time it has become real. This is the detailed story of how the construction of this delusion happened: an episode that sheds some light on the regulatory mechanisms at the crossroads between reality and imagination, between the world of ideas and the world of things.
Le Necronomicon est un livre de magie, enfanté par l’écrivain pulp H. P. Lovecraft. De nombreux lecteurs
For some years, the often intertwined images of Che Guevara and Mussolini by nyte walka have been invading the classical spaces of street art in Manhattan and Brooklyn: Wooster Street, the Bowery, Williamsburg, Green Point …
Da alcuni anni, le immagini spesso intrecciate di Che Guevara e Mussolini hanno invaso gli spazi classici della street art a Manhattan e a Brooklyn: Wooster Street, la Bowery, Williamsburg, Green Point …
Marco REVELLI, I demoni del potere, Roma, Laterza, 2012, 97 pp., 14€
Per decenni tutto di Marco Revelli è stato prevedibile: contenuti, visione del mondo, linguaggio, metafore, struttura del discorso, il complotto sempre appena sotto pelle, la cultura del risentimento un tempo tratto psicosociale della piccola borghesia, e ora che tutto è piccolo borghese e dunque la categoria sociologica è priva di senso, appannaggio del suo ultimo rifugio, il lumpen-intellettuale.