Perilous Task of  Innovation in a Digital Age  [di Margaret Sullivan, New York Times, http://nyti.ms/19MQceA

Crociere, native advertising e multimedia storytelling: il programma di sopravvivenza del New York Times.

 

Pictures of a Day Lodged in Memory [di Holand Cotter, New York Times, http://nyti.ms/178Jvpx]

L’International Center of Photography di New York dedica una mostra alla morte di JFK in occasione del cinquantenario. La “morte del re” che non si dimentica, non solo in America. 

 

Calendar: Coming Events in New York, Edinburgh; Albuquerque [di Holand Cotter, New York Times,  http://nyti.ms/19M8VH0

Il festival di storytelling di Edimburgo rilancia la figura del menestrello, del narratore viandante e pellegrino. Il nesso tra narrazione, straniero e viaggio è tra i più interessanti da esplorare. Dal 18 al 27 ottobre.

 

A Palazzo Strozzi le radici del modernismo russo. Da Kandinky a Malevic 179 tra dipenti, sculture, oggetti

L’educazione siberiana. Riti sciamanici e spiritualità indiana. Così l’avanguardia guardava a Oriente  [di Marco Gasparetti, Corriere della sera, p.34]

Una mostra che sembra rilanciare gli sguardi ibridi: storici, artistici, etnografici. A Firenze dal 27 ottobre al 19 gennaio. 

E’ sempre il colpevole nei libri di polizieschi [di Mariarosa Mancuso, La Lettura, p. 7] 

La Lettura dedica uno speciale al maggiordomo. Figura futile? No, al contrario, una delle grandi incarnazioni dello straniero interno. Governa la casa ma non le appartiene mai del tutto. E’ un confessore ma anche un testimone. Gli viene delegata la gestione dell’io ma  in un’imtimità anonima che rischia sempre di diventare “traditrice”, di superare cioè il confine del nostro territorio e invaderci

Due luoghi e quattro mani. Ma una sola foto [La Lettura, FUTURAMA di Irene Alison p. 6]

@ecosight è il progetto fotografico di Danny Ghitis e Daniela Zalcman che hanno in comune l’iphone, l’applicazione Image Blender e Instagram, per creare una Dreamy dissonance.

La psiconalisi ai tempi di Skype [di Luciana Sica, la Repubblica, p. 45]

Luciana Sica su La Repubblica segnala Psicoanalisi, identità e internet, a cura di Andrea Marzi. Skype può preservare il setting  meglio dello studio dell’analista? 

Le vie digitali per non essere spiati [di Daniele Salvini, NOVA, p. 14]

Sintesi molto utile dei pochi mezzi a disposizione per preservare il segreto come diritto costitutivo della persona. In agosto chiude Lavabit, il servizio usato da Snowden per proteggere le sue comunicazioni. Il Washington Post riporta tra le alternative un server italiano Autistici/Inventati (A/I), che meriterebbe una donazione già solo per il nome. Per creare invece la propria nuvola privata, NOVA segnala OWNCLOUD. Ce la faremo ad abbandonare la pigrizia criminale che ci condanna a dropbox e alla trasparenza integrale?

Il computer contemplativo contro l’ansia da iperconnessi. Software e pratiche per ritrovare la calma. Cosí la mente umana si adatta ai nuovi stress   [di Federica Colonna, La Lettura, p. 7]

Tecniche di meditazione per recuperare la capacità di concentrazione insidiata dall’ansia di email, contatti e ricerche su internet? Non mi convince. Il problema è la scansione del vissuto temporale. Il tempo di internet è senza qualità: un flusso continuo e incessante, senza passato e in cui il futuro cancella il presente. Il nostro tempo deve essere un tempo di memoria, identità e fantasie. Un tempo nostro, scandito dai nostri bisogni, non un tempo fluido e indifferente, spesso eterodiretto da bisogni di altri o da emergenze simulacro. Quali pratiche allora?
Oggi è 1 settembre, da domani ricomincia la vita lavorativa “di emergenza” tiranneggiata dal tempo di internet, Skype e what’s up. Alcuni primi antidoti: messaggio di risposta automatica alle email: “grazie per il vostro messaggio. Risponderò a tutte le vostre email ogni giorno alle 11 e alle 16.”
Oppure dovrei scrivere alle 12 e alle 18? Mi sembra un’enormità temporale, abbandonare senza risposta fino alle 12 e poi fino alle 18. È faticoso recuperare un controllo temporale, è più facile l’orizzonte temporale frammentato e puntiforme del web, riduce scelte e responsabilità.
 

Una storia senza “grandi narrazioni. Un tempo si raccontava il passato per forgiare identità, oggi domina un eterno presente. Qual è il futuro della ricerca? Le opinioni di Paolo Prodi, Lupo, Pescosolido, Sabbatucci    [di Antonio Carioti, La Lettura, p. 8]

Le grandi narrazioni nazionaliste sono in decadenza? In effetti non ci sono mai piaciute. Ma sono possibili una comunità e un’identità senza una grande biografia collettiva condivisa? Come immaginiamo il noi, senza una grande storia?

 

I biscotti più venduti se c’è un uragano. Le informazioni elaborate da algoritmi permettono di anticipare scelte e comportamenti. Così migliorano i servizi: cibo, meteo, salute. Parla Viktor Mayer Schönberger     [di Serena Danna, La Lettura, p. 14]

I big data: strumento di ricerca straordinario, strumento totalitario di controllo  di individui e gruppi, nuova linfa per gli apocalittici e gli integrati. Nella lista dei desideri di Amazon, da acquistare e soprattutto leggere:

Viktor Mayer-Schönberger, Kenneth Cukier, Big Data: A Revolution That Will Transform How We Live, Work, and Think

Viktor Mayer-Schönberger, Delete: The Virtue of Forgetting in the Digital Age