La possibile correlazione tra circoncisione e minore probabilità di contagio HIV eterossessuale sta ponendo problemi nuovi a chi cerca di fermare l’epidemia. Le tecniche tradizionali sono lente, cruente, potenzialmente pericolose se effettuate in strutture sanitarie o parasanitarie inadeguate. Ocorrono nuove tecnologie adatte alla mutilazione genitale di massa.

Il terreno di sperimentazione urgente è l’Africa subahariana.(continua)

Goodwill Zwelithini, re degli Zulu, ha annunciato il ripristino della circoncisione per i maschi Zulu. La pratica della circoncisione è presente in altre popolazioni sudafricane come gli Xhosa e i Sotho durante i riti di passaggio dell’adolescenza. Gli Zulu l’avevano abbandonata già dall’800, ma (continua)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità appoggia senza riserve la circoncisione di massa dei maschi nell’Africa orientale e del Sud. Già da anni tre ricerche condotte con metodologie standardizzate in tre regioni diverse del continente africano sembrano aver dimostrato una notevole diminuzione della probabilità di contagio HIV eterosessuale per i maschi circoncisi. Le valutazioni più ottimistiche parlano di un crollo del 60%.

L’0biettivo è la circoncisione di oltre 20 milioni di maschi tra i 15 e i 49 anni entro il 2015(continua)

Un’ermeneutica del velare aldilà del dibattito tra chi legge nel velo un’espressione delle componenti oscurantiste e misogine dell’Islam e chi lo indossa come un’affermazione orgogliosa della propria identità culturale.

Renata Papicelli, ricercatrice su Islam e gender dell’Università di Bologna, alla lettura storica e politica ne affianca una puramente estetica. L’oggetto-feticcio diventa un’occasione per indagare aspetti meno esplorati della sensibilità femminile nel mondo arabo, come la moda, la cosmesi e la comunicazione visuale.

Renata Pepicelli, Il velo nell’Islam. Storia, politica, estetica, Carocci, 2012

Nuove frontiere della scrittura del sociale sul corpo: il marchio di urban fashion design eckō UNLTD offre uno sconto del 20% vita natural durante a quei clienti disposti a tatuarsi il suo logo su una qualsiasi parte del corpo.

© eckō UNLTD

Sulla pagina della campagna la scelta dei loghi e una gallery di chi ha già aderito. Intanto nella colonia penale di Kafka c’è chi sorride.

Un articolo del Journal of Consumer Psychology riassume lo stato della ricerca nel campo delle neuroscienze applicate al marketing, al branding e alla psicologia del consumatore.

Dall’indagine quantitativa che mostra l’esplosione nell’ultimo decennio di articoli accademici, aziende e siti web sul tema, si passa a una rassegna di aree di studio, domande, risposte e metodologie impiegate, concludendo con le diverse applicazioni sperimentali e implicazioni teoriche della disciplina.

© Journal of Consumer Psychology 2012