Rashida Manjoo è il primo esperto indipendente delle Nazioni Unite a ricevere l’incarico di monitorare la violenza sulle donne in Italia.

Il rapporto, che verrà presentato al 20° Human Rights Council, non è favorevole: la concezione patriarcale della famiglia, la dipendenza economica e l’insufficienza normativa mantengono il problema presente anche se invisibile.

© Association of Women for Action and Research

In un intervento pubblicato su Nature e su Science il National Science Advisory Board for Biosecurity spiega e rinnova il suo invito a mantenere inaccessibili al pubblico parte dei dati prodotti nelle ricerche sulla trasmissione ai mammiferi dell’influenza aviaria.

Secondo gli autori i rischi del bioterrorismo o di una pandemia accidentale pongono gli scienziati in una situazione parallela a quella affrontata negli anni 70 con le ricerche sul DNA e negli anni 40 con quelle sulla bomba atomica.

La fotografa Lalage Snow ha intervistato e fotografato un gruppo di soldati del 1° Battaglione del Royal Regiment of Scotland prima, durante e dopo il loro servizio in Afghanistan.

 

© Lalage Snow

Lo scopo del progetto We Are The Not Dead è raccontare i costi della guerra lasciando che a parlare siano i corpi e le emozioni dei “non morti” che la combattono.

Oltre 1 milione di diagnosi di autismo o di sindromi associate (ad es. la sindrome di Asperger) negli USA ha fatto parlare di una vera e propria epidemia di autismo. L’antropologo R. R. Grinker, della George Washington University e padre di una ragazza autistica, sostiene da anni che questa epidemia è un mito (http://ti.me/50LeU). L’aumento delle diagnosi deriva secondo lui dalla convergenza di molti fattori tutti sociali: (continua)

Drew Berry è un animatore 3d specializzato in biomedicina. Molto interessante un suo TED Talk  che mostra i processi di replicazione del DNA attraverso una computergrafica elegante ed efficace.

Secondo l”autore, che cita Galileo e Darwin,  i progressi più significativi nella comprensione del corpo umano sono avvenuti quando l’applicazione rigorosa del metodo sperimentale è stata modellata da un potente progetto estetico e dalla ricerca della visualizzazione ‘bella’.

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Secondo Dabhoiwala Faramerz, professore di storia moderna all‘Università di Oxford, la prima rivoluzione sessuale ha avuto luogo alla fine del XVII secolo grazie alla cultura libertina.

Il nuovo clima culturale avrebbe avviato il processo di privatizzazione della sfera intima e gettato così le basi della concezione moderna di libertà sessuale .

Un’ipotesi che ha già sollevato diverse critiche.

Dabhoiwala, Faramerz, The Origins of Sex: A History of the First Sexual Revolution, Allen Lane, £25, 484pp

La rappresentazione classica del gusto consiste in una mappa delle zone recettive della lingua che non lascia molto spazio alla diversità se non nelle combinazioni dei 4 sapori fondamentali (amaro, acido, salato, dolce).

Uno studio pubblicato su Nature tenta una strada diversa: dall’analisi testuale di 56 mila ricette raccolte su Internet è stata estrapolata una visualizzazione di network che tiene conto dell’affinità dei vari ingredienti, con i sapori che emergono come cluster di associazioni tra i diversi cibi.

Ogni nodo rappresenta un ingrediente, il suo colore la categoria del cibo e la grandezza quanto è presente nelle ricette. I nodi sono collegati se compaiono insieme in un numero significativo di ricette.

L’Apocalisse come riflessione sulla storia dal punto di vista privilegiato della sua fine. Ma anche l’Apocalisse come figura piena e densa che si nasconde dietro quella forma povera e frustra detta “crisi”. Intorno al discorso apocalittico nella contemporaneità ruota il convegno organizzato dalla rivista Skepsi e dalla School of European Culture and Languages della University of Kent. Titolo: Don’t Panic. Apocalypse in Theory and Culture. Data: 26 maggio 2012, presso la sede dell’università, a Canterbury

Molte le aree proposte nel call for papers: la crisi capitalista, gli studi culturali e sociologici intorno all’Apocalisse, la teologia e mitologia dell’Apocalisse. l’Apocalisse nelle letteratura e nel cinema ecc. 

Le proposte vanno presentate entro il 20 febbraio. Altri dettagli: http://blogs.kent.ac.uk/skepsi/call-for-papers/dont-panic-call-for-papers/

Skepsi è una interessante rivista on line  di ricerca interdisciplinare pubblicata dalla School of European Culture and Language della University of Kent (UK). Esiste da 4 anni, viene gestita dai postgraduate students, ed è peer reviewed. 

Il numero dell’Inverno 2012 ha come tema monografico (De)parsing the body. Le aree di lavoro indicate coprono molti aspetti della ricerca attuale delle scienze sociali: cos’è il corpo, le conseguenze dell’ingresso del corpo nelle tecnologie politiche, l’impatto delle bioscienze sulla comprensione della corporeità, le rappresentazioni sociali e mediatiche del corpo, i fluidi rapporti tra corpo e identità ecc. L’approccio è rizomatico, e anche le elaborazioni artistiche intorno al tema sono benvenute.

La data limite per proporre contributi è il 15 febbraio 2012. Per una presentazione approfondita del call for papers e per altri dettagli, si veda http://blogs.kent.ac.uk/skepsi/call-for-papers/deparsing_bodies/.

La decisione è definitiva. Malgrado le proteste, tutti i taxi di Oxford (Inghilterra) dovranno attrezzarsi entro marzo con telecamere a circuito chiuso verso i passeggeri. Lo ha imposto il consiglio comunale: le telecamere dovranno rimanere sempre attive durante l’orario di servizio e fino a mezzora dopo, e registreranno tutto, conversazioni incluse. Le registrazioni dovranno rimanere a disposizione delle autorità locali e della polizia per una durata da definire. La ragione è la solita: sicurezza. Ma il tasso di criminalità locale è basso, e le rapine ai taxi rare. 

L’Inghilterra è il paese occidentale con il più alto numero di apparecchiature di sorveglianza negli spazi pubblici e semipubblici. Il lungo degrado della coesione sociale nel paese ha prodotto un aumento esponenziale della paura diffusa. Con Blair , subito seguito da Brown e Cameron, questa paura è stata incanalata metodicamente verso la paranoia di massa, espressa dalle onnipresenti telecamere. 

Che farà Cambridge? Altri dettagli in http://www.bigbrotherwatch.org.uk.