Dal 17 Ottobre a Londra una straordinaria collezione di foto di tatuaggi dalle carceri sovietiche. Si tratta di una selezione da oltre 900 foto scattate da Arkady Bronnikov negli Urali e in Siberia tra il 1965 e il 1985. Bronnikov era un capo-criminologo del Ministero dell’Interno sovietico. Nell’esercizio delle sue funzioni ha fotografato sistematicamente migliaia di corpi tatuati.  La sua (apparente?) indifferenza documentaria dà alle sue immagini la potenza visiva di foto segnaletiche, ma spesso senza volto: repertori parziali di pelle scritta dal sociale, tracce di gruppo dove riaffiora di continuo malgrado se stesso l’individuo, la sua carne, la sua autorappresentazione. Da non perdere, presso una delle più interessanti gallerie londinesi, la Grimaldi Gavin, nata dalla scissione della Brancolini Grimaldi. Sta al 17, Albemarle Street. info@grimaldigavin.com. La mostra chiuderà il 21 novembre.

E’ riapparsa Psiche, la ‘seconda’ rivista della Società Psicoanalitica Italiana. Per anni era stata l’unico segnale concreto di una voglia, confusa ma vera,  di parlare col mondo e del mondo senza la corazza autistica della Dottrina e dell’Appartenenza. Peraltro una Dottrina ormai dottrina senza più centro, e una Appartenenza a contenitori bucati. Poi Psiche era scomparsa.

L’ho trovata di nuovo tra la posta, nell’accumulo di mesi di lontananza. “Che cos’è il presente?”. Già. Per lo meno c’è questo piccolo segnale di vita in un contesto smorto. Benvenuta Psiche, per il solo fatto/segnale di esistere. Sui contenuti c’è da tornare, con sguardo anche disincantato. Ma per il momento voglio dare peso pieno a questo fascicolo e alla sua potenzialità generativa di confini attraversati. Semplicemente, sono contento. (enrico pozzi)

What happens to your identity when your face gets badly mutilated and loses its form? What happens to your identity when your nearly formless face is more or less restored to a form which is and is not its/your form? The Great War was a cruel mass laboratory on the relationship between the face, the body schema, personal identity and social identity. A seminar organized by the University of Durham and the Wellcome Trust deals with the “gueules de bois” from the perspective of the reparative and compensatory dilemmas  of war surgery. IL CORPO will return to this in its Section Paranoiac-critical Diary and in a review of a recent Italian book. As of now, it is worth to pay attention to this workshop. The organizer and rapporteur Suzannah Biernoff, Senior Lecturer at the Dept of History of Art at Birkbeck (University of London) has been dealing for a few years with the history of the body, particularly in the Great War. More details here: https://www.dur.ac.uk/resources/cmh/PotraitsViolence_Sept18.pdf

Cosa avviene all’identità quando il proprio volto viene viene mutilato gravemente e perde forma? E cosa avviene all’identità quando sembianze di forma gli vengono più o meno restituite? La 1a Guerra è stata un crudele laboratorio di massa intorno al rapporto tra il volto, lo schema corporeo, l’identità personale e l’identità sociale. Un seminario a cura dell’Università di Durham e del Wellcome Trust affronta il nodo delle “gueules de bois” dalla prospettiva dei dilemmi riparativi e risarcitori della chirurgia di guerra. Il CORPO tornerà su tutto questo nel Diario paranoico-critico a proposito di un libro italiano recentissimo. Per il momento, vale la pena di prestare attenzione a questo incontro. L’organizzatrice e relatrice è Suzannah Biernoff, Senior Lecturer al Dept of History of Art at Birbeck (University of London). Si occupa da qualche anno di storia del corpo, in particolare nella Grande Guerra.  Ulteriori dettagli qui: https://www.dur.ac.uk/resources/cmh/PotraitsViolence_Sept18.pdf

Ginevra è una città apparentemente sonnacchiosa. In realtà sta ospitando eventi di grande interesse per i temi de IL CORPO.

Il 7-8 luglio, presso la Fondazione Brocher di Ginevra, un gruppo di ricercatori di alto livello discuterà le implicazioni della riorganizzazione della ‘patologia psichiatrica’ dal punto di vista delle Medical Humanities. Il punto d’attacco è la destoricizzazione, decontestualizzazione e desocializzazione degli eventi psichici ‘patologici’ che viene proposta dal DSM-5 della American Psychiatric Association, portatore di una visione essenzialista e ontologica del disagio psichico  e delle sue definizioni.  Niente che non sia già stato detto qua e là, ma i relatori ci portano dentro l’esperienza complessa delle Medical Humanities, con la loro ricchezza interdisciplinare fatta anche di antropologia, sociologia, storia, semiotica, psicologia sociale ecc. Per una bella sintesi dell’evento e di ciò che ci sta dietro, si legga http://bit.ly/1ohTx2e. L’organizzatore è Matthew Smith, dell’Universtà di Strathclyde: sta nel Comitato direttivo della Society for the Social History of Psychiatry, ed è il Book Reviews Editor della rivista History of Pychiatry. La partecpazione è gratuita, ma occorre prenotarsi. 

Suscitare la paura, manipolare la paura, gestire la paura, utilizzare politicamente e socialmente la domanda di sicurezza. Da sempre la paura è una grande protagonista della politica e della costruzione del consenso. Il medievalista Patrick Boucheron, professore all’Università Pantheon Sorbonne, ne parla domani 15 maggio all’Università di Ginevra. A dimostrare l’atemporalità del tema ‘paura’ e del suo uso politico, Boucheron partirà dagli straordinari affreschi di Ambrogio Lorenzetti nel Palazzo Pubblico di Siena: l’Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo (1338-1339). Titolo della conferenza: Conjurer la peur. Images et politique à Sienne au Moyen Age. L’anno scorso ha pubblicato un volume su questo argomento da Seuil.

Boucheron è bravo. Da non perdere, in una fase storica e sociale in cui la paura e i suoi usi sono protagonisti dominanti della vita pubblica. Ore 18.30-20.30, ingresso libero. http://www.unige.ch/rectorat/maison-histoire/grandesconferences.html 

Si studiano il pene dell’ostrica, del pollo, delle lumache di mare, ma poco le vagine.

Una ricerca  pubblicata su Plos Biology e raccontata sul blog di Nature misura in modo dettagliato il bias.

Su 364 studi sull’evoluzione dei genitali pubblicati tra il 1989 e il 2013, solo l’8% si focalizza sui genitali femminili contro il 48% dedicato ai genitali maschili. Il 44% studia entrambi. Il fenomeno non è vecchio, si rileva anche negli studi più recenti e sembra essere indipendente dall’appartenenza di genere dello studioso. I motivi non sembrano neanche di natura scientifica: la varietà e complessità dei genitali femminili dovrebbe giustificare un interresse pari a quello dei genitali maschili. E allora? Le ragioni sembrano più di sociologia della conoscenza, associate alla costruzione sociale dei topic scientifici. E’ la vita lunga delle rappresentazioni collettive. Ancora agli inizi del ‘700, gli organi sessuali femminili della donna erano considerati una versione interna e imperfetta degli organi maschili. Queste rappresentazioni sono forse ancora sullo sfondo dei protocolli e delle abitudini di ricerca della biologia, e non solo.

 

 

Dal 20 al 22 Ottobre 2014 si svolgerà a Ginevra un affascinante Workshop interdisciplinare sulle emozioni. La molteplicità degli approcci e l’originalità della proposta teorica lo rendono un appuntamento di grande interesse per chi si occupa della costruzione sociale del corpo, della storicità delle sue manifestazioni e delle matrici emozionali del suo esser-corpo. Emotional Bodies: A Workshop on the Historical Performativity of Emotions. Per una breve presentazione si veda http://wp.me/p49jRq-2dg . Ulteriori informazioni si posso chiedere via mail a emotionalbodies@gmail.com. C’è tempo fino al 1 luglio per proporre un intervento. (enrico pozzi)

 

In Italia e in Europa, la sessualità dei migranti recenti e degli immigrati relativamente stabilizzati è ormai un nuovo protagonista imprescindibile della sessualità sociale. Molti stereotipi e autostereotipi, poche ricerche serie, pochi collegamenti tra l’indagine psicosociale e sociomedica da un lato e l’esperienza quotidiana di chi lavora nei contesti di immigrazione. Cruciale il problema dei comportamenti giovanili e del loro impatto sulla diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. A questo aspetto è dedicato l’incontro “Santé sexuelle et migration”, organizzato dalla Université de Neuchâtel e dalla Haute Ecole fribourgeoise de travail social. Iscrizione obbligatoria. I dettagli in http://www.hes-so.ch/fr/journee-scientifique-sante-sexuelle-migration-3566.html

Il Centro Milanese di Psicoanalisi ha organizzato il 15 Marzo a Bergamo una giornata di lavori su quel complesso cortocircuito dinamico che è il corpo dell’adolescente. Belli il titolo e i sottotitoli: Il corpo che vorrei. Adolescenza e trasformazioni corpo-mente. Una lettura psicoanalitica. I relatori sono per la maggior parte persone interessanti. Stessa cosa per i titoli degli interventi. I costi vanno da un massimo di 89€ a 25€ per gli studenti universitari. La giornata dà punti ECM e altri crediti formativi. 

Finalmente la SPI si è accorta del web e della partita(continua)