PMSR e guerra, ovvero saccheggiare lo sperma del proprio cadavere

di Enrico Pozzi –
– 3 Luglio 2025

PMSR significa Post Mortem Sperm Retrieval, ovvero recuperare lo sperma dal cadavere del maschio morto.

La procedura è tecnicamente possibile da tempo. Dopo il 7 ottobre  è stata perfezionata in Israele con i corpi dei giovani e mediamente giovani soldati dell’esercito israeliano morti in quest’ultima guerra. Il corpo viene portato con la massima rapidità possibile verso uno dei quattro ospedali in grado di gestire la procedura. Qui viene verificata l’integrità dei genitali. Un primo prelievo cerca lo sperma presente nei testicoli per valutare qualità, numerosità e motilità degli spermatozoi. Se i parametri e altri controlli più generali sul cadavere sono positivi, si estrae in vario modo il maggior numero possibile di spermatozoi dai testicoli: apertura chirurgica, spremitura, tritatura con leggera centrifuga, drenaggio e lavaggio, ecc. Il liquido ottenuto viene surgelato a -193°C, e conservato nella più grande banca spermatica di Israele, il Sourasky Medical Center di Tel Aviv.

Tutto avviene adesso sotto la gestione e responsabilità diretta del Ministero della Sanità, sostituitosi via via alle strutture private nate nel tempo. Prima solo sperimentale, questa prassi ha avuto un incremento impressionante dal 7 ottobre, con oltre 172 ‘recuperi’ effettuati. Attualmente viene offerta di routine per tutti i soldati maschi morti con cadaveri compatibili con il prelievo: circa il 30%. Da eccezione a policy.

L’obiettivo funzionale dichiarato è l’uso di questo sperma per la fecondazione, in una delle tre modalità prevalenti: l’Inseminazione Artificiale, la FIVET e la più rara Iniezione Intracistoplasmatica (ICSI). Il ‘recupero’ da un maschio sano – ma morto – può consentire molte fecondazioni, con un tasso potenziale di fertilità ben superiore a quello di un maschio vivo. Al cadavere collettivo del MIlite ignoto si sostituiscono virtualmente microreti sociali figlie di cadaveri.

Negare la morte creando vita da un corpo morto. L’intollerabilità e sofferenza della morte di una persona forse cara e forse amata viene attenuata, come fantasma più che come realtà. Si jndebolisce almeno nelle intenzioni uno dei più potenti ostacoli al dilagare della guerra nel tempo e nello spazio. Se non si muore del tutto, e se morendo si continua a vivere cinque dieci volte di più, magari un’intera società potrà avere un po’ meno paura della morte. Sempre che questa paura abbia mai veramente frenato il massacrare/essere massacrati in guerra. Ipotesi ben fragile. continuamente contraddetta dal poco dicibile eppure così intenso desiderio di guerra che permea la storia e il nostro “legno storto” (I. Berlin).

Un ultimo punto. Da sempre il cadavere è un serbatoio di materia prima per i vivi. Carnale, cognitiva, produttiva. In alcune delle nostre società blandi ostacoli ideologico-religiosi pretendevano di preservare l’integrità dei cadaveri, con il corollario di un intenso commercio di corpi e parti di corpi umani per gli scopi più vari. Da vari decenni queste barriere sono venute meno. Il corpo morto ha perso la sua dignità e identità individuale. Res nullius, appartiene integralmente al corpo sociale, autorizzato a farne ciò che vuole, esautorando coloro che con quel corpo vantavano (tavolta…) forme di legame e di proprietà, e non solo di crescente sopportazione e fastidio. Questa socializzazione del corpo cadaverizzato è entrata nella prassi e nella normativa dei nostri paesi, per esempio ma non solo nel prelievo degli organi per trapianti o per scopi medicali e di produzione farmnaceutica. Con la scelta della cremazione come modo preconsapevole, e in alcuni consapevole, per mantenere il controllo su sé stessi morti, non negoziabili né vendibili. Con le ceneri si fa poco, con l’aria non si fa nulla.

Il PMSR è un altro passo avanti in questo impossessamento totale del corpo-cadavere. Il morto serve a produrre vivi. Un evento confinato ad alcuni  casi estremi di fecondazione si avvia a diventare routine sperimentata. Il cadavere diventa in qualche modo padre perché qualcuno lo vuole ostinatamente ancora figlio o compagno non morto: i genitori soprattutto, molto meno i partner magari provvisori. Peggio: diventa padre perché l’iimortalità di un  gruppo o di un popolo lo esige. A quel cadavere nessuno ha mai chiesto se voleva diventare padre. E ora sempre più almeno in Israele a quei genitori e partner non si chiede neanche veramente il permesso di fare di quel cadavere un padre. La guerra produce sapere e innovazione, come sempre. Distruzione creativa, non proprio quella cui pensava Schumpeter. O forse sì. Oppure ancora e sempre Marx: le mort saisit le vif. [enrico pozzi]

Fonte delle info su Israele: un articolo del Financial Times, 26 ottobre 2024.

 

 

 

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