Comunità dei cadaveri e reperti di luce. Il fotografo Simone Casetta nel Museo di Anatomia

di Enrico Pozzi –
20 Aprile 2013

Simone CASETTA, Fanno finta di non esserci, 5 Continents Editions, Milano 2011

Nel Museo il corpo può esistere solo come Cadavere che cerca di farsi vivo.
L’ho pensato spesso in giro per musei. Me lo ricorda ora un libro che ho ricevuto per presentarlo.
La storia che sta dietro questo libro è banale, almeno per la sua prima parte. Tra il 1941 e il 1945, Eugenio Morelli, allora direttore dell’Ospedale Forlanini di Roma, crea un Museo di anatomia nomale e patologica. Per la gestione tecnica dei reperti chiede aiuto ad un esperto tedesco, Rudolf Grützner, che li musealizza abilmente1.
60 anni dopo il fotografo Simone Casetta pubblica un volume di immagini fotografiche che ha scattato nel Museo. Il titolo è potente: Fanno finta di non esserci (5 Continents Editions, Milano 2011).

Ho il volume davanti. Come lo affronto? Le scienze sociali mi offrono perfezionati bricolage di messa a distanza. Le scienze naturali in questo caso non servono. Faccio lo psicoanalista. Riesco sempre meno a pensare senza associare, devo associare per avvicinarmi a ‘pensare’. Mi serve un metodo-ponte tra discorso logico e matrici inconsce: la paranoia come grimaldello euristico, forma logica costituita da fantasmi, Dalì, il metodo paranoico critico

Connect with