Un’autorità eminente ha pubblicato poco tempo fa un sfida: testare l’efficacia della preghiera attraverso un vero e proprio esperimento. Leggerla mi ha spinto a preparare per la pubblicazione la memoria seguente, quasi interamente predisposta e scritta molti anni addietro, dopo aver completato un’ampia raccolta di dati per la sola soddisfazione della mia coscienza.
L’efficacia della preghiera mi pare un argomento di indagine scientifica semplice, perfettamente appropriato e legittimo. Che la pre-ghiera sia efficace o meno, qualunque sia il significato da attribuire a questo, è un dato di fatto sul quale ognuno di noi deve costituirsi la propria opinione. La sua decisione si baserà su dati gestiti in modo più o meno appropriato, secondo la sua formazione e le sue abitudini. Un ragionatore non scientifico sarà guidato dal confuso accumulo di esperienze grezze. Un ragionatore scientifico esaminerà attentamente ogni singola esperienza prima di accettarla come prova, e confronterà tutti i casi che ha selezionato con un metodo coerente.
La dottrina comunemente predicata dal clero è sintetizzata ade-guatamente nell’enciclopedia teologica più recente, e di gran lunga la più misurata e dotta: lo Smith’s Dictionary of the Bible. La voce Preghiera, scritta dal Reverendo Dr. Barry, afferma: «la sua reale effi-cacia oggettiva… è implicata e espressa (dalle Scritture) con grande chiarezza…