Corpi moderni e post moderni tra Milite Ignoto, Padre Pio, Mussolini e il Grande Fratello. Il sociologo Nicola Porro ricostruisce qualche Grande Narrazione italiana

11 Settembre 2012

Nicola PORRO, Corpi e immaginario. Memoria, seduzione e potere dal Milite Ignoto al Grande Fratello, Acireale-Roma, Bonanno, 2010, pp. 239.

Tra molto ciarpame, finalmente un contributo della sociologia italiana che rende giustizia alla eccedenza del corpo rispetto alle categorie che pretendono di inglobarlo e risolverlo. Sociologia del corpo? Giriamo il problema ai guardiani delle discipline. Per noi semplicemente un libro bello da leggere, intellettualmente avventuroso, e naturalmente anche criticabile.

Nicola Porro si occupa da sempre di corpo, ma nella forma particolare del corpo sportivo, che è uno stato-limite della costruzione e rappresentazione sociale del corpo. Ora finalmente si è deciso ad uscire extra moenia, verso il corpo politico e il corpo spettacolo: un esito che lasciavano prevedere sia alcuni saggi sparsi, sia gli spostamenti progressivi di prospettiva nei suoi volumi di sociologia sportiva.

Corpi e immaginario è organizzato intorno allo spartiacque delle Grandi Narrazioni, termine che Porro deriva da Lyotard, e che si contrappone al simmetrico delle micronarrazioni. Nella Prima Parte, si esibiscono alcune Grandi Narrazioni corporee della 1a metà del secolo scorso, tre corpi sociali che sono ineluttabilmente anche corpi politici: il Milite Ignoto, Padre Pio, e Mussolini.

Il Milite Ignoto rielabora un saggio già pubblicato anni addietro, e produce le pagine più ricche e avvincenti del volume: la narrazione segue il filo conduttore cronologico di una vicenda che è per così dire un ready made narrativo, con tutte le componenti di una ’fiaba’ esemplare di Propp: l’Eroe, il Viaggio, il Riconoscimento ecc sullo sfondo di una drammatica vicenda collettiva di corpi sopravvissuti e di corpi morti, di corpi individuati e di corpi anonimi: una sorta di dialettica corporea tra il dissolversi dell’individuo nell’anonimato del sociale, e il tentativo dello stesso individuo di tornare ad una identità propria attraverso il ripristino visibile del suo corpo/Io. Qui Porro introduce la maggior parte dei concetti-chiave del suo discorso: il rapporto tra memoria, immaginario e rito; il mnemotopo; la religione politica corporale; la “comunità immaginata” di Anderson; il mito; il Leib freudiano (e dunque il desiderio); il corpo collettivo; la costruzione sociale del corpo.

Torneremo più oltre su questo apparato concettuale, che non ci convince fino in fondo. Ma qui ‘funziona’ bene. Con un limite: negli ultimi due anni il corpo di quel povero cristo è tornato ad essere moneta simbolica e politica sonante, spendibile e usata senza pudore: altro viaggio del treno, commemorazioni varie, riesumazione mediatica nell’ambito del 150nario, benedizione istituzionale di Governo e Presidente ecc (vedi ilcorpo/diario-paranoico-critico/1921-2011-90-anni-dopo-litalia-ha-ancora-bisogno-di-quel-cadavere/). […..]

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