Jim Jones, suicidio collettivo, oicofobia, antropofobia, Finkielkraut, Ernesto de Martino, e Adriano Favole
Jim Jones è stato il fondatore, il capo carismatico e il pifferaio paranoico del People’s Temple, la comunità religiosa califor-niana che si è suicidata in massa – 1012 morti – nella giungla della Guyana il 18 novembre 1978.
La famiglia del Reverendo era atipica. 1 figlio dalla moglie Marceline e altri 8 adottati nel corso degli anni: Indiani Ameri-cani, Asiatici, Neri, caucasici ecc. Jones la chiamava la “Rain-bow Family”, la Famiglia Arcobaleno.
Come il People’s Temple, la Famiglia Arcobaleno era il prolungamento fantasmatico dell’Io e del corpo del Capo. Il gruppo esisteva in quanto Io-folla di Jones, il contenuto cui il corpo del Reverendo serviva da pelle psichica e sociale insieme: Body Natural e Body Politic in una perfetta e mortifera incarnazione dei «due corpi del Re » (Kantorowicz). La Famiglia Arcobaleno conteneva in sé tutti i colori possibili della realtà, tutte le ‘etnie’ umane: una Famiglia-Mondo, steno-gramma dell’umanità. Tramite la sua Rainbow Family, Jones perdeva il confine e i confini, diventata illimitato uomo-specie, incarnazione dell’universale, figura corporea di ogni possibile vivente, il luogo geometrico corporeo dell’onnipotenza divina: essere il padre di ogni vivente possibile, essere tutti, il tutto.
Questa concreta costruzione delirante implicava la tragedia finale, il cianuro distribuito in fila nella giungla. […]
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Intorno a de Martino. Mal franzese per de Martino postumo
A quanto pare, sarebbe in arrivo la traduzione france-se della grande opera postuma di Ernesto de Martino, La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali, uscito a Torino nel 1977 da Einaudi (nuova edizione a cura di Clara Gallini nel 2002).
Lo annuncia un seminario che si è svolto nel 2014-2015 a Parigi, nell’ambito dell’École des Hautes Études di Bd. Raspail, quella EHESS che dovrebbe anche pubblicare il testo. Organizzatori del seminario: Giordana Charuty, Daniel Fabre e Marcello Massenzio (non c’è bisogno di presentarli). Titolo: «Traduire de Martino: l’atelier conceptuel de l’anthropologie italienne». Bel titolo, più vicino alla nostalgia e alla speranza della self fulfilling prophecy che non alla realtà. Francamente nell’antro-pologia italiana di de Martino rimane ben poca traccia. Non tanto concettuale […]