Judy Scott, sindrome di Down, sorda dalla nascita (ma se ne sono accorti 20 anni dopo), diagnosticata autistica (ma non lo era). Mai una parola pronunciata da viva. A oltre 40 anni comincia a creare oggetti, forme e variazioni intorno ad un Io murato, alla pelle-corazza che lo avvolge difende e quasi uccide, pelle che si smaglia a tratti e lascia intra-vedere o fuori-uscire. A dimostrare che la “fortezza vuota” di Bruno Bettelheim in realtà brulica di capacità e domanda di vita (Bettelheim lo sapeva bene). Una mostra straordinaria in un museo sobrio e intelligente, agli antipodi delle gigionerie dei grandi musei di Manhattan. Per chi può, da vedere assolutamente. Il prossimo numero de IL CORPO dedicherà un saggio a Judy Scott.  (enrico pozzi)

http://www.brooklynmuseum.org/exhibitions/judith_scott/ 

 

Judy Scott

 

Judy Scott con uno dei suoi 'oggetti'

 

Un 'oggetto'

Cosa avviene all’identità quando il proprio volto viene viene mutilato gravemente e perde forma? E cosa avviene all’identità quando sembianze di forma gli vengono più o meno restituite? La 1a Guerra è stata un crudele laboratorio di massa intorno al rapporto tra il volto, lo schema corporeo, l’identità personale e l’identità sociale. Un seminario a cura dell’Università di Durham e del Wellcome Trust affronta il nodo delle “gueules de bois” dalla prospettiva dei dilemmi riparativi e risarcitori della chirurgia di guerra. Il CORPO tornerà su tutto questo nel Diario paranoico-critico a proposito di un libro italiano recentissimo. Per il momento, vale la pena di prestare attenzione a questo incontro. L’organizzatrice e relatrice è Suzannah Biernoff, Senior Lecturer al Dept of History of Art at Birbeck (University of London). Si occupa da qualche anno di storia del corpo, in particolare nella Grande Guerra.  Ulteriori dettagli qui: https://www.dur.ac.uk/resources/cmh/PotraitsViolence_Sept18.pdf

Iniziano domani a Pistoia una serie di incontri sul tema Storie e filosofie del corpo. Il primo incontro sarà un dialogo di Daniela Belliti con l’antropologa Michela Fusaschi su un tema che riprende il titolo dell’ultimo libro della Fusaschi: Quando il corpo è delle altre. Retoriche della pietà e umanitarismo-spettacolo (Torino, Boringhieri, 2011). Seguiranno altri appuntamenti, che segnaleremo di volta in volta. 

La sede degli incontri è la Terrazza di Palazzo Fabroni, Via Sant’Andrea 16, Pistoia. Si inizia alle 17.45 e l’ingresso è gratuito.

Questa la breve presentazione della serie:

L’uomo ha un corpo o è un corpo? Corpo e anima sono separati? E se sì, è l’anima a regolare il corpoo il corpo l’anima? Il corpo è solo natura o è anche artificio e cultura? Quando e come un corpo è sano o è malato? Sono le domande che accompagnano la riflessione filosofica sul corpo dal pensiero greco alle odierne “storie” di anoressia, di plastiche, di violenza, di differenza, di estetica che raccontano il senso attuale del nostro “corpo vivente”.

Monir Moniruzzaman ha pubblicato sul Medical Anthropology Quarterly uno studio approfondito sul traffico di organi in Bangladesh.

© Monir Moniruzzaman 2005

Nel report, frutto di dieci anni di ricerche nel campo, l’antropologo analizza 33 storie di vita dei venditori e formula una serie di raccomandazioni per combattere il fenomeno.

Si ampliano le proprietà miracolose della circoncisione. Dopo l’AIDS, il Papilloma Virus e l’herpes un nuovo flagello potrebbe venir allontanato grazie al taglio del prepuzio: Jonathan L. Wright del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle avrebbe individuato una correlazione tra circoncisione e riduzione del rischio di sviluppare il cancro alla prostata.

Il ricercatore precisa però di aver individuato solo una connessione e non una causalità, e che non se la sentirebbe di consigliare una mutilazione genitale di massa.

 

Il femminicidio non è un retaggio esclusivo delle civiltà tradizionali o tribali.

Un videoreport del quotidiano britannico  mostra dottori che acconsentono a richieste di aborto basate sul genere del nascituro e falsificano la documentazione medica per permetterne l’esecuzione., Conseguenza di questo bell’esempio di giornalismo d’inchiesta: le dimissioni del Presidente della Commissione sulla qualità del servizio sanitario Cynthia Bower e la decisione del Segretario della Salute Andrew Lansley di riferire alla polizia i nomi dei medici e delle cliniche coinvolte.

%CODE%

La possibile correlazione tra circoncisione e minore probabilità di contagio HIV eterossessuale sta ponendo problemi nuovi a chi cerca di fermare l’epidemia. Le tecniche tradizionali sono lente, cruente, potenzialmente pericolose se effettuate in strutture sanitarie o parasanitarie inadeguate. Ocorrono nuove tecnologie adatte alla mutilazione genitale di massa.

Il terreno di sperimentazione urgente è l’Africa subahariana.(continua)

Rashida Manjoo è il primo esperto indipendente delle Nazioni Unite a ricevere l’incarico di monitorare la violenza sulle donne in Italia.

Il rapporto, che verrà presentato al 20° Human Rights Council, non è favorevole: la concezione patriarcale della famiglia, la dipendenza economica e l’insufficienza normativa mantengono il problema presente anche se invisibile.

© Association of Women for Action and Research

La fotografa Lalage Snow ha intervistato e fotografato un gruppo di soldati del 1° Battaglione del Royal Regiment of Scotland prima, durante e dopo il loro servizio in Afghanistan.

 

© Lalage Snow

Lo scopo del progetto We Are The Not Dead è raccontare i costi della guerra lasciando che a parlare siano i corpi e le emozioni dei “non morti” che la combattono.

Il Weekly Standard ha pubblicato un’inchiesta sul probabile espianto di organi ai prigionieri politici da parte dei militari cinesi nel nord del paese.

La notizia emerge da un appello sul Journal of  the American Medical Association, e da una conferenza internazionale organizzata a Durban dal DAFOH (Doctors Against Forced Organ Harvesting) , entrambi per fermare l’espianto di organi dai condannati a morte, una prassi ammessa apertamente da Pechino.

Il furto degli organi è un tema costante nell’immaginario sociale, ma anche una prassi che la sostituibilità degli organi facilitata dalle tecnologie corporee sta rendendo sempre più banale. Sullo sfondo, la teorizzazione crescente del corpo individuale come res nullius che non riguarda solo gli stati totalitari ma anche le democrazie occidentali.