Dal 29 settembre al 1 ottobre, un incontro residenziale organizzato da IL CORPO al Castello di Rocca Sinibalda.

Tema: LA PELLE E L’EFFIGIE, ovvero il destino della pelle nella crescente digitalizzazione del rapporto tra le persone e tra i corpi. Cosa avviene quando la carne del corpo diventa sempre più la superficie di uno schermo In che modo vivono con se stessi e con gli altri i corpi disincarnati? Quanto e come l’interazione a distanza via schermo catalizzata dalla pandemia ha costruito nuove percezioni dell’interno e dell’esterno dei nostri corpi, della loro vita e delle loro attività? Le immagini 2D nel riquadro di uno schermo producono nuove forme e logiche dell’effigie?

Il workshop ha intrecciato i piaceri della buona vita, della buona tavola e del buon vino con i piaceri paralleli della conversazione densa, com’è giusto in un castello rinascimentale.

Hanno partecipato il comparatista Massimo Fusillo  (Univ. de L’Aquila, dal 1 novembre  prof. alla Normale di Pisa), lo studioso di cinema Mirko Lino (Univ. de L’Aquila), il filosofo della tecnica Francesco Monico (Fondazione Pistoletto, Accademia Costume e Moda di Roma), l’antropologo museale Vincenzo Padiglione (Sapienza Università di Roma, rivista Antropologia Museale), l’antropologo metropolitano Massimo Canevacci (Sapienza Università di Roma, Istituto di Studi Avanzati dell’Università di Sao Paulo), l’antropologa-manager Cristina Cenci (DNM, Simen, (continua)

A Biella. Prorogata. A cura di Irene Finiguerra e Fabrizio Lava. Diverse immagini prevedibili, ma anche molte insolite, poco viste, marginali e di fotografi marginali. Wove (alias Wolfang Wesener), Marisa Rastellini, Gigi Piana, Luciano Romano, Mario Daniele. Tre declinazioni – il ritratto, l’autoritratto e il selfie – intorno alla inesauribile poledricità del volto in cui il corpo cerca di sfuggire alla propria ripetitività e in fondo banalità. Chissà se ci sarà un catalogo. Da vedere, se ci si riesce.

https://www.fondazionecrbiella.it/volto

Antropologi, sociologi, semiologi, letterati, artisti, medici ecc per questo convegno fortemente interdisciplinare. Pretesto e filo conduttore: l’opera di David Le Breton, da sempre professore a Strasburgo e da quest’anno in pensione. Immaginario, esperienze, trasformazioni, l’innesto delle tecnologie, le questioni etiche e normative, la cura, le pratiche sociali, le rappesentazioni sociali, la ricerca artistica e letteraria ecc. Relatori da Francia, Brasile (un paese molto caro a Le Breton), Romania, Svizzera, Africa francofona. Cile, Messico, Argentina, Canada, Per l’Italia solo Gabriele Profita. Nessuno dal mondo anglosassone.

Speriamo che vengano pubblicati gli Atti. Il Programma può dare un’idea della complessità e ricchezza di questo evento.

Intanto una sintesi su YouTube per chi non ha potuto esserci.

David LE BRETON con il Presidente dell’Università di Strasburgo

Un bell’evento di Medical Humanities a Londra. Non è la solita storia di “letteratura e malattia”: alcuni temi nuovi, alcuni paper molto interdisciplinari, il ruolo della fotografia, l’importanza della guerra.
Per chi si interessa di rappresentazioni sociali della malattia fisica e mentale, è un appuntamento interessante.
Un solo interrogativo, che è rimpianto e auspicio: a quando anche per l’Italia qualcosa di simile, con la stessa complessità di approccio e lo stesso superamento della ‘letteratura’ da stantii letterati d’accademia?

Ovvio il riferimento a poderosi e scontati incontri tra professori di letteratura di chiara fama, purtroppo, e psicoanalisti SPI. La ricerca dinamica di una presenza nuova della SPI e della psicoanalisi nella società italiana farebbe bene a evitare l’ipse dixit e i nomi ‘garantiti’ dal ruolo accademico. C’è così tanto altro in giro, ben più vivo e capace di avventura intellettuale. E ad altre audacie la psicoanalisi ci aveva educati.

https://modernlanguages.sas.ac.uk/events/event/13794 

 

 

8 settembre a Messina. Un convegno che sembra molto interessante, un tema denso. Mi dispiace di non poterci andare. Sorpreso dalla mancanza di riferimenti a Ingeborg Bachmann. Poche donne, e pochi, hanno più intensamente lavorato sul confine e sul confino (il suo omologo) nella poesia del Novecento. 
La rivista IL CORPO ha raccolto due anni fa alcuni suoi frammenti in Ingeborg Bachmann, Variazioni sul confine, 4/2015.

Narrazione di un cadavere annunciato: la morte del lider maximo su Twitter

Onnipresente eppure sempre più invisibile, deus absconditus, il corpo di Castro era da tempo la sintesi esemplare del doppio corpo del Re (Kantorowicz) e della dialettica tra Body Politic e Body Natural. Malato, degradato, ma politicamente non autorizzato a morire. Fino al 26 novembre scorso.

Dopo Gheddafi, Steve Jobs, Michael Jackson, Chavez ecc, abbiamo raccolto un altro corpus sul cadavere del potere. 1,2 milioni di tweet in inglese, italiano, spagnolo, portoghese, tedesco e francese che citano Castro nel testo, pubblicati tra la mattina del 26 novembre e il 4 dicembre: dalla notizia della morte fino ai funerali di stato.

Per chi vuole studiare con gli strumenti adatti questo caso-limite di rappresentazioni sociali del corpo del potere, ecco il link: http://www.ilcorpo.com/it/materiali/archivi_22/corpi-del-potere_21/materiali/narrazione-di-un-cadavere-annunciato_88.htm. A questo link tutte le indicazioni necessarie. (ep)

Nel clima modaiolo intorno alla Medicina narrativa, difficile distinguere le cose serie. Cioè le esperienze reali di pratica clinica condotte con approcci teorici solidi e metodologie scientifiche rigorose.  Una bella occasione il 7 maggio a Montevarchi (Arezzo), nell’Ospedale di Santa Maria della Gruccia, per tutta la mattinata. L’hanno organizzata la USL Toscana Sud Est e l’A.TRA.C.TO, una Onlus che si occupa di traumi cranici. Ci saranno alcuni dei nomi più interessanti e ‘storici’ della Medicina Narrativa italiana: Paolo Trenta, Stefania Polvani, Pierluigi Brustenghi, Mauro Zampolini. 

http://digitalnarrativemedicine.com/it/dalle-storie-la-cura-giornata-introduttiva-alla-medicina-narrativa/

La psicoanalisi ha qualcosa da dire intorno al Male e alle forme estreme di distruttività? Una domanda che dovrebbe essere ineludibile. La ha affrontata  il Centro Psicoanalitico di Roma (Società Psicoanalitica Italiana) il 17 ottobre scorso con una giornata intensa di relazioni e discussioni organizzata da Andrea Baldassarro e Manuela Fraire. Dopo l’introduzione di Baldassarro (Perché il Male. La psicoanalisi e i processi distruttivi), gli interventi di Marco Francesconi e Daniela Scotto di Fasano (Pulsione e repulsione di morte. Una riflessione sull’incomprensione maligna), di Roberta Guarnieri (Il male imprescrittibile), di Riccardo Galiani (Tracce del disumano), di Francesco Castellett y Ballarà (La psicoanalisi si interroga sulla guerra e sulle sue conseguenze), di Marina Malgherini (L’opera del sacrificio. Uno studio psicoanalitico), di Enrico Pozzi (La purezza e il massacro. Alcune metacategorie della distruttività estrema). Ha concluso i lavori Manuela Fraire con L’eterno ritorno dell’oggetto rimosso. 

Presto il volume con tutte le relazioni. Sarà un’occasione per tornare a parlare del molto che è stato detto, e del moltissimo che rimane da percorrere.

Il 26 e 27 novembre a Maastricht due giorni di lavori su Theorizing the body in health and medicine. L’obiettivo generale è decostruire l’ovvietà del corpo per gli operatori – prevalentemente le professioni mediche e affini – che se ne occupano. Questa decostruzione è stata operata finora prevalentemente da due prospettive contrapposte: il costruttivismo sociale, l’approccio fenomenologico. Il convegno vuole andare oltre questa contrapposizione, esplorando le possibilità di convergenze teoriche e operative. 

I relatori sono di tutto rispetto, i titoli delle relazioni incuriosiscono molto. C’è ancora spazio per 6-7 presentazioni, e l’elenco dei possibili temi nel Call for papers mostra bene l’apertura interdisciplinare degli (continua)

A Reggio Emilia il 26 settembre una mattinata di lavori sull’incontro tra le psichiatria e le culture cosiddette ‘altre’. Tema non nuovo, ma qui la differenza feconda sta nella prospettiva storica e in parte epistemologica. Ecco i titoli delle relazioni:

Alessandra Cerea, Il “caso” Devereux nella storia dell’etnopsichiatria  
Matthew M. Heaton, Transcultural psychiatry, decolonization and nationalism: comparisons between Nigeria and India 
Waltraud Ernst, Beyond colonial psychiatry. The indigenization of psychiatry of British India, 1900-1940
Marianna Scarfone, La psichiatria del Corno d’Africa durante occupazione italiana    
German E. Berrios, Epistemology of Cultural Psychiatry 

Il convegno è organizzato dal Centro di storia della psichiatria San Lazzaro nell’ambito della X Settimana della salute mentale che si svolge in quei giorni a Reggio Emilia. Luogo dei lavori: il Museo di Storia della psichiatria, Via Amendola 2, Padiglione Lombroso. Registrazione dei partecipanti alle 8.30. Partecipazione gratuita, ma è necessario iscriversi scrivendo a bombardieric@ausl.re.it