Dal 29 settembre al 1 ottobre, un incontro residenziale organizzato da IL CORPO al Castello di Rocca Sinibalda.

Tema: LA PELLE E L’EFFIGIE, ovvero il destino della pelle nella crescente digitalizzazione del rapporto tra le persone e tra i corpi. Cosa avviene quando la carne del corpo diventa sempre più la superficie di uno schermo In che modo vivono con se stessi e con gli altri i corpi disincarnati? Quanto e come l’interazione a distanza via schermo catalizzata dalla pandemia ha costruito nuove percezioni dell’interno e dell’esterno dei nostri corpi, della loro vita e delle loro attività? Le immagini 2D nel riquadro di uno schermo producono nuove forme e logiche dell’effigie?

Il workshop ha intrecciato i piaceri della buona vita, della buona tavola e del buon vino con i piaceri paralleli della conversazione densa, com’è giusto in un castello rinascimentale.

Hanno partecipato il comparatista Massimo Fusillo  (Univ. de L’Aquila, dal 1 novembre  prof. alla Normale di Pisa), lo studioso di cinema Mirko Lino (Univ. de L’Aquila), il filosofo della tecnica Francesco Monico (Fondazione Pistoletto, Accademia Costume e Moda di Roma), l’antropologo museale Vincenzo Padiglione (Sapienza Università di Roma, rivista Antropologia Museale), l’antropologo metropolitano Massimo Canevacci (Sapienza Università di Roma, Istituto di Studi Avanzati dell’Università di Sao Paulo), l’antropologa-manager Cristina Cenci (DNM, Simen, (continua)

La rivista esiste dal 2009 ed è stata plasmata dall’influenza di Judith Butler e Monique Wittig. Diversi numeri sono di grande interesse. Tutti i fascicoli online, liberamente scaricabili.

Per il numero che uscirà nella seconda metà di quest’anno, le curatrici propongono il tema di una ritraduzione concettuale della etereosessualità in eteronormatività. Le ragioni della proposta sono presentate in dettaglio nello appel à contribution qui: https://journals.openedition.org/gss/1284

A IL CORPO il linguaggio pare poco trasparente, più di identità e appartenenza  al  ‘noi’ che di apertura all’esterno. Ma il gruppo è serio, francofono e non solo francese. La scadenza per le proposte è molto vicina.

 

CORPO E NARRAZIONI. Il 3 marzo a Roma, Palazzo Falletti, presentazione del n. 5/22 de IL CORPO insieme al DIZIONARIO DI MEDICINA NARRATIVA della SIMeN, Società Italiana di Medicina Narrativa.

Partecipano la Presidente della SIMeN Stefania Polvani, il curatore del Dizionario Massimiliano Marinelli, la Vice-Presidente SIMeN Maddalena Pelagalli e Enrico Pozzi, Direttore de IL CORPO. Intervergono Maria Cecilia Cercato, Oriano Mecarelli e Vincenzo Padiglione.

Una lecture di Sandro Spinsanti costruirà ponti tra le parole della cura  e la complessità multidisciplinare dei corpi.

A Marco Stancati il non semplice compito di coordinare l’evento.

 

A Biella. Prorogata. A cura di Irene Finiguerra e Fabrizio Lava. Diverse immagini prevedibili, ma anche molte insolite, poco viste, marginali e di fotografi marginali. Wove (alias Wolfang Wesener), Marisa Rastellini, Gigi Piana, Luciano Romano, Mario Daniele. Tre declinazioni – il ritratto, l’autoritratto e il selfie – intorno alla inesauribile poledricità del volto in cui il corpo cerca di sfuggire alla propria ripetitività e in fondo banalità. Chissà se ci sarà un catalogo. Da vedere, se ci si riesce.

https://www.fondazionecrbiella.it/volto

Antropologi, sociologi, semiologi, letterati, artisti, medici ecc per questo convegno fortemente interdisciplinare. Pretesto e filo conduttore: l’opera di David Le Breton, da sempre professore a Strasburgo e da quest’anno in pensione. Immaginario, esperienze, trasformazioni, l’innesto delle tecnologie, le questioni etiche e normative, la cura, le pratiche sociali, le rappesentazioni sociali, la ricerca artistica e letteraria ecc. Relatori da Francia, Brasile (un paese molto caro a Le Breton), Romania, Svizzera, Africa francofona. Cile, Messico, Argentina, Canada, Per l’Italia solo Gabriele Profita. Nessuno dal mondo anglosassone.

Speriamo che vengano pubblicati gli Atti. Il Programma può dare un’idea della complessità e ricchezza di questo evento.

Intanto una sintesi su YouTube per chi non ha potuto esserci.

David LE BRETON con il Presidente dell’Università di Strasburgo
Maggio 2005. Isabelle Dinoire, 37 anni, Francia, viene sfigurata dal suo giovane Labrador, che non aveva mai morso nessuno. Subisce il primo trapianto facciale nella storia della medicina da un donatore cerebralmente morto.
Da allora almeno una quarantina di trapianti della faccia nel mondo: il punto d’arrivo delle impressionanti esercitazioni medico-chirurgiche di ricostruzione delle facce dopo le “gueules de bois” della Grande Guerra.
Il 22 gennaio, alla University of York, bella conferenza di Fay Bound Alberti sulla dimensione psicologica, emozionale ed etica di questi trapianti. Dai problemi tecnici e dalle strategie immunodepressive post intervento, finalmente l’attenzione anche sull’identità del volto trapiantato.
Dico ‘volto’ e non ‘faccia’….
 
Per chi fosse da quelle parti: Fay Bound Alberti, “From Face/Off to the Face Race: An Emotional History of the Face Transplant”, alle 17h, nella Treehouse del Berrick Saul Building. Ingresso libero
 
Vedere anche nelle News de IL CORPO: http://www.ilcorpo.com/ilcorpo/news/2014/09/07/the-mutilated-faces-of-the-great-war-lost-identities-restored-identities-an-interesting-workshop-in-durham-on-sept-18th/

Isabelle Dinoire prima e (molto) dopo

 

Un bell’evento di Medical Humanities a Londra. Non è la solita storia di “letteratura e malattia”: alcuni temi nuovi, alcuni paper molto interdisciplinari, il ruolo della fotografia, l’importanza della guerra.
Per chi si interessa di rappresentazioni sociali della malattia fisica e mentale, è un appuntamento interessante.
Un solo interrogativo, che è rimpianto e auspicio: a quando anche per l’Italia qualcosa di simile, con la stessa complessità di approccio e lo stesso superamento della ‘letteratura’ da stantii letterati d’accademia?

Ovvio il riferimento a poderosi e scontati incontri tra professori di letteratura di chiara fama, purtroppo, e psicoanalisti SPI. La ricerca dinamica di una presenza nuova della SPI e della psicoanalisi nella società italiana farebbe bene a evitare l’ipse dixit e i nomi ‘garantiti’ dal ruolo accademico. C’è così tanto altro in giro, ben più vivo e capace di avventura intellettuale. E ad altre audacie la psicoanalisi ci aveva educati.

https://modernlanguages.sas.ac.uk/events/event/13794 

 

 

La Grande Guerra come spaventoso e grandioso laboratorio medico, politico e sociale intorno al corpo ferito.

Bisogna vedere la bella mostra in corso allo Science Museum di Londra: immagini, strumenti, materiali e pezzi surrogati di corpi in esposizione fino a metà gennaio. 

Per non dimenticare che l’ultimo metro, o centimetro, di ogni guerra è un corpo, la sua pelle e carne.

https://www.sciencemuseum.org.uk/see-and-do/wounded-conflict-casualties-and-care

La mostra si concluderà con un Workshop su (continua)

8 settembre a Messina. Un convegno che sembra molto interessante, un tema denso. Mi dispiace di non poterci andare. Sorpreso dalla mancanza di riferimenti a Ingeborg Bachmann. Poche donne, e pochi, hanno più intensamente lavorato sul confine e sul confino (il suo omologo) nella poesia del Novecento. 
La rivista IL CORPO ha raccolto due anni fa alcuni suoi frammenti in Ingeborg Bachmann, Variazioni sul confine, 4/2015.

Il 29 giugno a Parigi, Université Paris Descartes, un workshop che potrebbe essere interessante. La sociologia francese del corpo da tempo segna il passo. Speriamo che qui riesca a farsi almeno in parte innovativa e a restituirsi una qualche duttilità concettuale ed empirica, fuori dal blob del costruzionismo esasperato! Non è che ci speri molto – gli scienziati sociali francesi sono spesso giacobini anche scientificamente -,  ma non si sa mai….

Presentazione generale e abstract delle relazioni qui: http://calenda.org/404722

Il programma e le indicazioni pratiche: