Maggio 2005. Isabelle Dinoire, 37 anni, Francia, viene sfigurata dal suo giovane Labrador, che non aveva mai morso nessuno. Subisce il primo trapianto facciale nella storia della medicina da un donatore cerebralmente morto.
Da allora almeno una quarantina di trapianti della faccia nel mondo: il punto d’arrivo delle impressionanti esercitazioni medico-chirurgiche di ricostruzione delle facce dopo le “gueules de bois” della Grande Guerra.
Il 22 gennaio, alla University of York, bella conferenza di Fay Bound Alberti sulla dimensione psicologica, emozionale ed etica di questi trapianti. Dai problemi tecnici e dalle strategie immunodepressive post intervento, finalmente l’attenzione anche sull’identità del volto trapiantato.
Dico ‘volto’ e non ‘faccia’….
 
Per chi fosse da quelle parti: Fay Bound Alberti, “From Face/Off to the Face Race: An Emotional History of the Face Transplant”, alle 17h, nella Treehouse del Berrick Saul Building. Ingresso libero
 
Vedere anche nelle News de IL CORPO: https://www.ilcorpo.com/ilcorpo/news/2014/09/07/the-mutilated-faces-of-the-great-war-lost-identities-restored-identities-an-interesting-workshop-in-durham-on-sept-18th/

Isabelle Dinoire prima e (molto) dopo

 

Un bell’evento di Medical Humanities a Londra. Non è la solita storia di “letteratura e malattia”: alcuni temi nuovi, alcuni paper molto interdisciplinari, il ruolo della fotografia, l’importanza della guerra.
Per chi si interessa di rappresentazioni sociali della malattia fisica e mentale, è un appuntamento interessante.
Un solo interrogativo, che è rimpianto e auspicio: a quando anche per l’Italia qualcosa di simile, con la stessa complessità di approccio e lo stesso superamento della ‘letteratura’ da stantii letterati d’accademia?

Ovvio il riferimento a poderosi e scontati incontri tra professori di letteratura di chiara fama, purtroppo, e psicoanalisti SPI. La ricerca dinamica di una presenza nuova della SPI e della psicoanalisi nella società italiana farebbe bene a evitare l’ipse dixit e i nomi ‘garantiti’ dal ruolo accademico. C’è così tanto altro in giro, ben più vivo e capace di avventura intellettuale. E ad altre audacie la psicoanalisi ci aveva educati.

https://modernlanguages.sas.ac.uk/events/event/13794 

 

 

La Grande Guerra come spaventoso e grandioso laboratorio medico, politico e sociale intorno al corpo ferito.

Bisogna vedere la bella mostra in corso allo Science Museum di Londra: immagini, strumenti, materiali e pezzi surrogati di corpi in esposizione fino a metà gennaio. 

Per non dimenticare che l’ultimo metro, o centimetro, di ogni guerra è un corpo, la sua pelle e carne.

https://www.sciencemuseum.org.uk/see-and-do/wounded-conflict-casualties-and-care

La mostra si concluderà con un Workshop su (continua)

Il 29 giugno a Parigi, Université Paris Descartes, un workshop che potrebbe essere interessante. La sociologia francese del corpo da tempo segna il passo. Speriamo che qui riesca a farsi almeno in parte innovativa e a restituirsi una qualche duttilità concettuale ed empirica, fuori dal blob del costruzionismo esasperato! Non è che ci speri molto – gli scienziati sociali francesi sono spesso giacobini anche scientificamente -,  ma non si sa mai….

Presentazione generale e abstract delle relazioni qui: http://calenda.org/404722

Il programma e le indicazioni pratiche:

Lunedì 18 aprile , IL CORPO 4/15 sarà on line sul sito www.corpo.com. Articoli e saggi su: la pelle e la nascita della dermatologia moderna, l’Ebreo in quanto Jack lo Squartatore, le molteplici varianti del cannibalismo politico, una vicenda erotica di gruppo, l’etnocentrismo critico e la fine del mondo di Ernesto de Martino, una installazione di V. Padiglione sul corpo del migrante, tre frammenti poetici di Ingeborg Bachmann sul confine ecc.

Il 26 e 27 novembre a Maastricht due giorni di lavori su Theorizing the body in health and medicine. L’obiettivo generale è decostruire l’ovvietà del corpo per gli operatori – prevalentemente le professioni mediche e affini – che se ne occupano. Questa decostruzione è stata operata finora prevalentemente da due prospettive contrapposte: il costruttivismo sociale, l’approccio fenomenologico. Il convegno vuole andare oltre questa contrapposizione, esplorando le possibilità di convergenze teoriche e operative. 

I relatori sono di tutto rispetto, i titoli delle relazioni incuriosiscono molto. C’è ancora spazio per 6-7 presentazioni, e l’elenco dei possibili temi nel Call for papers mostra bene l’apertura interdisciplinare degli (continua)

In corso a Venezia la più interessante iniziativa recente di Body Art al livello internazionale. Ritual Body – Political Body è il tema della 2a Venice International Performance Week, in corso a Palazzo Mora. Oltre 50 artisti conosciuti e meno conosciuti lavorano fisicamente intorno a due aspetti-chiave interconnessi del corpo come costruzione sociale: segno, sintomo, incarnazione dell’ordine e della possibilità del disordine. 

Già nel 2012 la 1a Performance Week aveva affrontato un tema potente: Corpo ibrido – Corpo poetico.
Questa volta il focus(continua)

Judy Scott, sindrome di Down, sorda dalla nascita (ma se ne sono accorti 20 anni dopo), diagnosticata autistica (ma non lo era). Mai una parola pronunciata da viva. A oltre 40 anni comincia a creare oggetti, forme e variazioni intorno ad un Io murato, alla pelle-corazza che lo avvolge difende e quasi uccide, pelle che si smaglia a tratti e lascia intra-vedere o fuori-uscire. A dimostrare che la “fortezza vuota” di Bruno Bettelheim in realtà brulica di capacità e domanda di vita (Bettelheim lo sapeva bene). Una mostra straordinaria in un museo sobrio e intelligente, agli antipodi delle gigionerie dei grandi musei di Manhattan. Per chi può, da vedere assolutamente. Il prossimo numero de IL CORPO dedicherà un saggio a Judy Scott.  (enrico pozzi)

http://www.brooklynmuseum.org/exhibitions/judith_scott/ 

 

Judy Scott

 

Judy Scott con uno dei suoi 'oggetti'

 

Un 'oggetto'

Il Body Politic cerca di sfuggire alla morte essiccandosi nelle mummie dei suoi potenti. Infligge invece la morte essiccando le sue vittime: mummie svuotate di soma e di senso, cioè di socialità. Questo è accaduto a Stefano Cucchi cadavere: involucro puro, Io-pelle svuotato di carne sociale, la chair sociale di Merleau-Ponty.
Il web ha cercato di restituire senso a questo corpo riempiendolo di parole, corpo segnico, la materia sociale di cui sono fatti i nostri corpi vivi.
Abbiamo raccolto il corpus imponente di questo tentativo di risarcimento sociale della mummia Cucchi: gli oltre 110.000 tweet che sono esplosi sul web dopo la sentenza di assoluzione. Un canto funebre costruito sul ritmo di quella variante post-moderna dell’endecasillabo sciolto che sono i 160 caratteri di un tweet.
Questi ‘versi’ sono presentati nella loro sequenza temporale, minuto dopo minuto, come sono apparsi sulla Rete tra il 29 ottobre e l’11 novembre.
Chiunque lo voglia potrà ripercorrere questa narrazione collettiva e questo lungo frammento di immaginario sociale con i suoi strumenti: semiotici, psicologico-sociali, sociologici, antropologici, di storia delle religioni, politici, psicoanalitici, possibilmente intrecciati. Dopo aver letto e riletto Kantorowicz e i suoi Due corpi del Re (Einaudi)
Il ‘testo’ è on line, liberamente accessible citando la fonte. Lo abbiamo collocato tra i materiali dell’Archivio Corpi del potere, insieme ai testi sulle morti di Gheddafi, di Priebke, di Steve Jobs, di Michael Jackson ecc.

Link: https://www.ilcorpo.com/it/materiali/archivi_22/corpi-del-potere_21/materiali/cadavere-di-stato-il-canto-funebre-di-twitter-per-stefano-cucchi_84.htm

Io-pelle

Dal 17 Ottobre a Londra una straordinaria collezione di foto di tatuaggi dalle carceri sovietiche. Si tratta di una selezione da oltre 900 foto scattate da Arkady Bronnikov negli Urali e in Siberia tra il 1965 e il 1985. Bronnikov era un capo-criminologo del Ministero dell’Interno sovietico. Nell’esercizio delle sue funzioni ha fotografato sistematicamente migliaia di corpi tatuati.  La sua (apparente?) indifferenza documentaria dà alle sue immagini la potenza visiva di foto segnaletiche, ma spesso senza volto: repertori parziali di pelle scritta dal sociale, tracce di gruppo dove riaffiora di continuo malgrado se stesso l’individuo, la sua carne, la sua autorappresentazione. Da non perdere, presso una delle più interessanti gallerie londinesi, la Grimaldi Gavin, nata dalla scissione della Brancolini Grimaldi. Sta al 17, Albemarle Street. info@grimaldigavin.com. La mostra chiuderà il 21 novembre.

Cosa avviene all’identità quando il proprio volto viene viene mutilato gravemente e perde forma? E cosa avviene all’identità quando sembianze di forma gli vengono più o meno restituite? La 1a Guerra è stata un crudele laboratorio di massa intorno al rapporto tra il volto, lo schema corporeo, l’identità personale e l’identità sociale. Un seminario a cura dell’Università di Durham e del Wellcome Trust affronta il nodo delle “gueules de bois” dalla prospettiva dei dilemmi riparativi e risarcitori della chirurgia di guerra. Il CORPO tornerà su tutto questo nel Diario paranoico-critico a proposito di un libro italiano recentissimo. Per il momento, vale la pena di prestare attenzione a questo incontro. L’organizzatrice e relatrice è Suzannah Biernoff, Senior Lecturer al Dept of History of Art at Birbeck (University of London). Si occupa da qualche anno di storia del corpo, in particolare nella Grande Guerra.  Ulteriori dettagli qui: https://www.dur.ac.uk/resources/cmh/PotraitsViolence_Sept18.pdf

Ginevra è una città apparentemente sonnacchiosa. In realtà sta ospitando eventi di grande interesse per i temi de IL CORPO.

Il 7-8 luglio, presso la Fondazione Brocher di Ginevra, un gruppo di ricercatori di alto livello discuterà le implicazioni della riorganizzazione della ‘patologia psichiatrica’ dal punto di vista delle Medical Humanities. Il punto d’attacco è la destoricizzazione, decontestualizzazione e desocializzazione degli eventi psichici ‘patologici’ che viene proposta dal DSM-5 della American Psychiatric Association, portatore di una visione essenzialista e ontologica del disagio psichico  e delle sue definizioni.  Niente che non sia già stato detto qua e là, ma i relatori ci portano dentro l’esperienza complessa delle Medical Humanities, con la loro ricchezza interdisciplinare fatta anche di antropologia, sociologia, storia, semiotica, psicologia sociale ecc. Per una bella sintesi dell’evento e di ciò che ci sta dietro, si legga http://bit.ly/1ohTx2e. L’organizzatore è Matthew Smith, dell’Universtà di Strathclyde: sta nel Comitato direttivo della Society for the Social History of Psychiatry, ed è il Book Reviews Editor della rivista History of Pychiatry. La partecpazione è gratuita, ma occorre prenotarsi. 

La body artist italo-brasiliana Dani d’Emilia e la fotografa Angela Alegria mettono in scena il paradosso della pelle: trasparenza opaca, tramite e ostacolo, interno che incorpora l’esterno. Il loro progetto in progress si chiama per l’appunto Incorporo. La Gallery de IL CORPO raccoglie  una sequenza di immagini che Dani ha scelto dal suo progetto. Sono immagini potenti ed euristiche. 

Dani d'Emilia

Questa Gallery Incorporo prosegue l’interesse della rivista e del suo gruppo di lavoro per il grande tema liminale della pelle: l’altra Gallery Sotto la pelle, le pelli malate di Pelle impura fin-de-siècle nel n. 1/12 de IL CORPO,  e nello stesso numero l’immaginario sociale della psoriasi nelle comunità virtuali di malati sul web 2.0, il diafano dei mai-nati fotografati da Simone Casetta al Forlanini (n. 2/13), la pelle psoriasica di Marat nel Marat-Sade di Peter Brook ecc. 

Una piccola ma potente mostra allo Science Museum di Londra: Pain Less: the Future of Relief. Il dolore è una delle poche grandi esperienze universali del corpo. Quattro narrazioni personali raccontano la complessità del dolore fisico, ma anche le strategie più innovative e multidimensionali della scienza del dolore per identificarne le modalità, le variabili, gli intrecci tra componenti fisiche, neurologiche e emozionali, le strategie di contenimento. Vedi  http://sciencemuseum.org.uk/painless. Una sintesi rapida ma ben fatta in The Lancet:   http://bit.ly/12qpk51.  Fino al 31 agosto 2013.

 

 

 

Medicalizzazione inarrestabile dei bambini USA. L’analisi secondaria decennale di 850.000 cartelle cliniche di bambini californiani tra i 5 e gli 11 anni ha mostrato che 5 su 100 sono stati diagnosticati con una sindrome ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Disorder, Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività). Il trend mostra un rapido aumento delle diagnosi. 

La percentuale del 5% di prime diagnosi (continua)

Purtroppo questa è una segnalazione retrospettiva. Dal 15 a 17 novembre, 3 giorni di lavori su Le sens du corps: analyse spectrale al Collège de France, Sala Lévi-Strauss. Molti interventi che sembrano interessanti sul programma. Segnaleremo tempestivamente la condivisione o pubblicazione di singole relazioni e degli eventuali Atti. Organizzatrice: Margarita Xanthakou (margarita.xanthakou@college-de-france.fr). Tra i partecipanti italiani: Lidia Calderoli (sul Burkina Faso), (continua)

Iniziano domani a Pistoia una serie di incontri sul tema Storie e filosofie del corpo. Il primo incontro sarà un dialogo di Daniela Belliti con l’antropologa Michela Fusaschi su un tema che riprende il titolo dell’ultimo libro della Fusaschi: Quando il corpo è delle altre. Retoriche della pietà e umanitarismo-spettacolo (Torino, Boringhieri, 2011). Seguiranno altri appuntamenti, che segnaleremo di volta in volta. 

La sede degli incontri è la Terrazza di Palazzo Fabroni, Via Sant’Andrea 16, Pistoia. Si inizia alle 17.45 e l’ingresso è gratuito.

Questa la breve presentazione della serie:

L’uomo ha un corpo o è un corpo? Corpo e anima sono separati? E se sì, è l’anima a regolare il corpoo il corpo l’anima? Il corpo è solo natura o è anche artificio e cultura? Quando e come un corpo è sano o è malato? Sono le domande che accompagnano la riflessione filosofica sul corpo dal pensiero greco alle odierne “storie” di anoressia, di plastiche, di violenza, di differenza, di estetica che raccontano il senso attuale del nostro “corpo vivente”.

Dal 27 giugno al 1 luglio, a Stoccolma il terzo Congresso mondiale della International Federation of Psoriasis Associations. Questa volta al centro il paziente psoriasico, l’impatto della psoriasi sulla sua vita sociale, e gli strumenti per migliorarla. Finalmente l’IFPA si è decisa a scoprire che la pelle è un organo sociale!  Dettagli e programma in http://bit.ly/KFSepd.

Il 19 aprile al Nuovo Cinema Aquila di Roma arriva Maledimiele, il film sull’anoressia di Marco Pozzi.

 “Mi interessava la dimensione mentale della malattia – afferma Marco Pozzi –  non il corpo che si scarnifica. Lo scandalo senza scandalo”.

Molto efficace la narrazione del mondo rituale e immaginario di un’adolescente anoressica.

Maledimiele nasce da uno studio quasi etnografico della malattia. Marco Pozzi e la sceneggiatrice Paola Rota hanno seguito  blog e forum di anoressici, e hanno  frequentato per un anno e mezzo i centri più importanti per la cura dei disturbi alimentari.

 A maggio il film sarà anche  Milano, Torino e Parma.

Monir Moniruzzaman ha pubblicato sul Medical Anthropology Quarterly uno studio approfondito sul traffico di organi in Bangladesh.

© Monir Moniruzzaman 2005

Nel report, frutto di dieci anni di ricerche nel campo, l’antropologo analizza 33 storie di vita dei venditori e formula una serie di raccomandazioni per combattere il fenomeno.

Domani 20 marzo alle 18 viene presentato a Roma il volume fotografico di Simone Casetta, Fanno finta di non esserci, sulla collezione di reperti anatomici dell’Ospedale Forlanini di Roma. 

Questa collezione ha pochi termini di confronto in Italia. Essa nasce dal lavoro di Rudolf Grützner, un patologo tedesco specialista nella dissezione e conservazione dei corpi, Chiamato a Roma negli anni 40 dal direttore del Forlanini, Grützner costruì un insieme impressionante di reperti anatomici che, nel caso dei feti e dei neonati, sono corpi interi.

Su questo Casetta ha messo insieme una sequenza di immagini inquietanti di morti-quasi vivi, ben riprodotte nel volume. 

Presenteranno la peotessa Maria Grazia Calandrone, Fabio di Gioia e Enrico Pozzi. La presentazione avverrà presso le Officine Farneto, in collegamento con la mostra Body Worlds di Gunther von Hagen. 

Per un intervista al fotografo e qualche immagine: 
http://www.galerie-photo.com/simone-casetta-it.html

Un blog del NYTimes descrive come il sistema sanitario israeliano abbia inserito due criteri extra-medici per decidere la priorità nelle liste di trapianti: aver scelto di donare i propri organi, avere un familiare che l’ha fatto in passato. Socializzare il proprio corpo e quello dei propri familiari diventa un investimento sul proprio futuro, una modalità di welfare sanitario familiare, e una prova d’amore. Papino, se muori abbastanza giovane mi lasci cuore, fegato ecc ecc ? 

La possibile correlazione tra circoncisione e minore probabilità di contagio HIV eterossessuale sta ponendo problemi nuovi a chi cerca di fermare l’epidemia. Le tecniche tradizionali sono lente, cruente, potenzialmente pericolose se effettuate in strutture sanitarie o parasanitarie inadeguate. Ocorrono nuove tecnologie adatte alla mutilazione genitale di massa.

Il terreno di sperimentazione urgente è l’Africa subahariana.(continua)

Goodwill Zwelithini, re degli Zulu, ha annunciato il ripristino della circoncisione per i maschi Zulu. La pratica della circoncisione è presente in altre popolazioni sudafricane come gli Xhosa e i Sotho durante i riti di passaggio dell’adolescenza. Gli Zulu l’avevano abbandonata già dall’800, ma (continua)

L’Organizzazione Mondiale della Sanità appoggia senza riserve la circoncisione di massa dei maschi nell’Africa orientale e del Sud. Già da anni tre ricerche condotte con metodologie standardizzate in tre regioni diverse del continente africano sembrano aver dimostrato una notevole diminuzione della probabilità di contagio HIV eterosessuale per i maschi circoncisi. Le valutazioni più ottimistiche parlano di un crollo del 60%.

L’0biettivo è la circoncisione di oltre 20 milioni di maschi tra i 15 e i 49 anni entro il 2015(continua)

Nuove frontiere della scrittura del sociale sul corpo: il marchio di urban fashion design eckō UNLTD offre uno sconto del 20% vita natural durante a quei clienti disposti a tatuarsi il suo logo su una qualsiasi parte del corpo.

© eckō UNLTD

Sulla pagina della campagna la scelta dei loghi e una gallery di chi ha già aderito. Intanto nella colonia penale di Kafka c’è chi sorride.