Donatella DI CESARE, Il complotto al potere, Torino, 2021, Einaudi

Ben venga questo breve saggio della filosofa Donatella Di Cesare sul complotto e sul complottismo. Il tema del complotto è stato ed è un protagonista delle nostre vicende politiche, sociali, economiche, e ora anche biomediche, eppure i contributi teorici italiani di un qualche peso sono pochissimi, marginali e in alcuni casi anche viziati da accuse di plagio.

Al centro del pamphlet sta il rapporto tra complotto e democrazia. Qui il complotto non conta come possibile evento reale, ma come narrazione sociale diffusa. Nei nostri paesi a regime politico democratico, aree crescenti (continua)

A proposito di Adolfo TURA, Breve storia delle macchie sui muri. Veggenza e anti-veggenza in Jean Dubuffet e altro Novecento, Monza, Johann & Levi, 2020

Le macchie sul muro sono figlie del caso. Non si fanno ‘apposta’ macchie sul muro. Non sono opere,  non hanno autore. O meglio, hanno autori involontari, qualche volta umani, spesso molteplici, altre volte processi naturali, fenomeni senza padrone, incidenti di varia natura. Sono residui di cose avvenute chissà quando, imperfezioni, sovrapposizioni casuali, reperti caotici di progetti incompiuti, rovine. Il vento, il sole, la pioggia, chi pulisce, chi passa, ognuno lascia la sua traccia e costruisce e modifica la macchia. Per finire, le macchie sul muro sono macchie, l’imperfetto, lo sporco, l’impuro, l’ibrido.

Nella sua breve Vita di Piero di Cosimo, Vasari lo descrive un essere di confine, “uomo più tosto bestiale che umano”, cultore del caos come prodotto informe della “natura”:  “Non voleva che le stanze si spazzassino, voleva mangiare all’ora che la fame veniva,(continua)

Esattamente 40 anni fa, il 18 novembre, oltre 900 cittadini USA morirono nella giungla della Guyana. Un suicidio-omicidio con una bevanda al cianuro. Oltre 200 erano bambini o adolescenti, spesso avvelenati direttamente dai loro stessi genitori spruzzando il liquido in gola  con siringhe.

Il Peoples Temple (scritto così) era una setta religioso-politica californiana, fondata circa 15 anni prima dal pastore Jim Jones. Erano andati in Guyana alla spicciolata dal 1975 per fondare una comunità utopica, Jonestown.

Si sono registrati durante il rito di morte. Ero negli Usa in quel periodo. (continua)

Louis Althusser, Des rȇves d’angoisse sans fin. Récits de rêves (1941-1967), a cura di O. Corpet e Y. Moulier-Boutang, Paris, Grasset, 2015, 20€.

     Mattino del 16 novembre 1980, Parigi, Rue d’Ulm, École Normale Supérieure. Il filosofo Louis Althusser, prestigioso docente della più prestigiosa delle Grandes Ecoles francesi, si precipita nel cortile. Ha strangolato la moglie, l’inseparabile Hélène Rytmann, che non ha opposto resistenza. Riconosciuto incapace di intendere e volere, evita il processo. Muore nel 1990.

     Althusser era stato forse il più interessante filosofo marxista degli anni 60-70, (continua)

Recensendo un volume utile sul caso Ellen West, ho scoperto nell’ultima pagina una collana che non conoscevo: Psicopatologia, dell’editore Fioriti, diretta da Mario Rossi Monti.

Quasi tutto da leggere: Schneider, Ballerini, Cargnello, Straus, Minkowski, lo stesso Rossi Monti. Molta scuola fenomenologica. Contributi italiani importanti e irreperibili: per es. Cargnello sul caso Ernst Wagner o su Binswanger. Alcuni classici della psichiatria ormai introvabili anche nei reprint, come Binet sulle alterazioni della personalità. Ovviamente molto sulla paranoia, come ci si può aspettare da Rossi Monti. Ricordo ancora l’emozione cognitiva intensa provata leggendo La conoscenza totale nel 1984, e da allora punto di partenza del mio interesse interminabile per il discorso paranoico e i suoi rapporti con le produzioni sociali raziocinanti, le ideologie, le pseudo-scienze, il potere, l’organizzazione razionale dei massacri. Così ecco finalmente in italiano Sérieux e Capgras sulla “folie lucide”, una lettura e rilettura sempre feconda. O la ristampa di La vergogna e il delirio. 

Una riflessione e una annotazione. Ho provato a parlare con colleghi psicoanalisti e psicoterapeuti spesso più giovani di questi testi e di altri classici della psichiatria che magari aspettano una versione italiana. Ne sanno poco e più spesso niente. Poi magari – i migliori – si districano agevolmente nei labirinti teorici di una psicoanalisi ormai quasi priva di centro, manovrano micromodelli concettuali spesso solipsistici, incapaci di senso comunicabile fuori dalle società psicoanalitiche. Sfugge loro il corpo a corpo complesso e carico di pathos euristico che ha caratterizzato la psichiatria della seconda metà dell’800 e del primo ‘900: il tentativo di riconoscere, classificare e gestire stati-limite del comportamento psichico/somatico, lo sforzo per una evidence-based psychiatry, l’affinamento della capacità di descrivere (si leggano le straordinarie descrizioni cliniche di quegli anni!), la tensione verso procedure di cura, la produzione spesso sofferta di quel setting speciale di contenimento e conoscenza chiamato asilo/manicomio ecc. C’è in quella psichiatria una ricchezza dinamica capace di coinvolgere anche a distanza di un secolo. La condanna aristotelica della conoscenza dell’individuale vi si scontra con la insopprimibile presenza di individui e di narrazioni individuali da ‘conoscere’ in quanto tali, l’approccio genotipico si dibatte nella rete dei fenotipi. Ne risultano – certo non sempre –  tensione e pregnanza: vitalità. Non se ne può fare a meno.

L’annotazione: i volumi che ho visto sono carenti sul piano editoriale. L’impaginazione, le immagini, la cura dei testi segnalano disattenzione e talvolta sciatteria. Per rimanere al volume su Ellen West, nel solo saggio di Marta Rizzo ho contato oltre 20 errori, sviste e parole mancanti. Peccato. Questa psichiatria non lo merita. (enrico pozzi) 

Sequential waves of stickers bearing a Jim Jones’s photo have been flooding many squares and streets in downtown Rome.

Reverend Jim Jones was the founder, and the terminal angel of death, of the People’s Temple, a Californian sect-church which committed suicide with a cyanide-laced soft drink on November 18, 1978. The ritual of self-destruction took place in a rural community the Temple had created in the heart of the jungle of Guyana, and had aptly named Jonestown: 908 dead, including at least 200 children, plus a few others slain and suicidal at the church site in Georgetown.(continua)

A ondate successive, sono apparsi nelle piazze e strade romane gli sticker con una foto classica di Jim Jones.

Il Reverendo Jim Jones era stato il fondatore, e poi l’angelo della morte, del People’s Temple, un setta-chiesa californiana suicidatasi con il cianuro il 18 novembre 1978 a Jonestown, la comune creata nel cuore della giungla della Guyana: 908 morti, di cui almeno 200 bambini, più qualche altro sgozzato e suicida nella sede del Tempio a Georgetown.(continua)

Tempi difficili per il pene. La sofferenza sociale e il dolore anomico dell’Io cercano nemici da combattere per acquietarsi. Pretesti per esportare l’ansia e tradurla in aggressività contro un potente qualcosa che ci vuole distruggere. E di mezzo ci va spesso proprio lui, il “fragile stelo di carne”, parola di Simone de Beauvoir nel Secondo sesso.

Un pretesto sempre a portata di mano è la malattia. (continua)

Prosegue la lotta poderosa della Gabanelli Milena contro la puzza dello sterco del demonio. Il suo intervento più recente sulla prima pagina – come da contratto – del Corriere della sera del 15 aprile esprime ormai tutta la potenza visionaria del suo pensiero, che in questo caso è una felice sintesi di testa e di pancia.

Visione salvifica a molti livelli. Disinfettare l’Italia dallo sterco del demonio salverà il paese dalla recessione in atto. Trasformare il denaro nel segno evidente e pubblico – nuova stella gialla – della turpitudine morale e civile dell’evasore permetterà finalmente di distinguere i buoni e i cattivi in modo certo, mentre nella nostra vita quotidiana a volte siamo ancora colpevolmente esitanti. Eliminare il denaro dalla vita quotidiana salverà persino dalla morte: il povero salumiere ucciso il venerdì 13 a Ruvo di Puglia per rapinarlo di 300€ sarebbe ancora vivo se non avesse avuto lo sterco del demonio. Niente sterco niente rapine niente morte.(continua)

Nel 2004, B. V., 4 anni, effettua a Savona la vaccinazione antipolio. Secondo i genitori poche ore dopo già comincia a manifestare i sintomi dell’autismo. Nei giorni e negli anni successivi l’autismo esplode, fino al riconoscimento di una invalidità totale.

I genitori ritengono che il vaccino sia stato la causa della sindrome autistica e avviano una lunga azione giudiziaria contro il Ministero della sanità. Una commissione di esperti respinge l’ipotesi. I genitori proseguono, e finalmente capitano sul giudice giusto, Marco Gelonesi, del Tribunale del Lavoro di Genova. Il giudice ha stabilito che esiste una nesso di causalità, e ha condannato il Ministero a corrispondere al giovane un vitalizio di 2.500€.

Bene per i 2.500€: aiuteranno una decente sopravvivenza di B. V. Male l’oscurantismo antiscientifico di cui la sentenza è espressione.(continua)

 Il 1 febbraio scorso, sul Corriere della sera, Giovanni Bianconi pubblica un articolo su un tal M. B., ex BR ora professore associato, che ha chiesto per vie legali all’archivio Flamini di rendere inaccessibile on line il riferimento al suo passato in nome del diritto all’oblio ( http://bit.ly/w2bnow ). 

Mi chiedo il perché di quelle iniziali, cerco un attimo e trovo tutto quello che mi serve sulla vicenda di Marcello Basili, dell’università di Siena. Scrivo un breve post su quella richiesta, e sul problema del rapporto tra diritto all’oblio, storia, memoria sociale e archivi.

Il 3 febbraio un tal Curiosamente curioso mi chiede nel commento. ” Ma a te il nome chi te lo ha dato?“.

Sono sorpreso da questa frase sibillina.(continua)

Anni fa Marcello Basili, capace di intendere e di volere, manovale delle BR, gambizzò a Roma, mi pare di ricordare con altri, il segretario della sezione DC di San Basilio, tal Domenico Gallucci. Basili si pentì, si dissociò, denunciò ampiamente i compagni, insomma fece tutto il necessario per cavarsela al meglio con meno carcere possibile. Era un perfetto aspirante intellettuale.
Ora il prof. Marcello Basili è associato di Economia Politica a Siena.
Un articolo di Giovanni Bianconi sul Corriere della sera del 1 febbraio (http://bit.ly/w2bnow), senza mai andare oltre un misterioso M. B., ci racconta che Basili ha chiesto all’Archivio Flamigni la cancellazione del proprio nome (continua)

Quando ha iniziato le pubblicazioni, Il Fatto Quotidiano ci ha fatto sperare. A distanza di 2 anni, prendiamo atto che è solo uno dei poli più attivi della produzione italiana di paranoia sociale e politica. Redditizia, ma pur sempre paranoia.

28 gennaio. Blog di un tale Pino Corrias, dirigente RAI. Invoca la caccia alle streghe, evoca (che originale!) SUV e volpi argentate, chiede le gogne pubbliche, proclama la bontà della trasparenza totale dell’individuo di fronte al potere e allo Stato, esige più galera e la rieducazione coattiva, e se la prende prevedibilmente con gli Gnomi di Lugano e con gli Shylock banchieri di casa nostra. Ma anche, più misteriosamente, con Freud e confratelli. (continua)

Per mia colpa visto solo ieri lo spot di Palazzo Chigi (Governo Berlusconi) contro l’Evasore Fiscale.

In breve: è ripugnante, ha le orecchie a punta (spook/Captain Spock), sporco, barba non fatta, puzza, sguardo obliquo, torvo, violento, arrogante, fronte bassa, basettone coatto/sottoproletario, brevilineo, grassottello. Localizzazione: il Casertano, lo hinterland di Napoli. Scuola dell’obbligo o diploma. Parla il dialetto. Camorrista.

Suggerimenti per il prossimo: severo, dignitoso, elegante, loden, fronte alta, pulito, occhiali da intellettuale, biondo, occhi chiari e trasparenti, sguardo tranquillo,magro, sobriamente bello, longilineo. Localizzazione:  area subalpina, Lombardia, Piemonte, Veneto. Usa il congiuntivo. Laurea. Parla l’inglese. Manager.

Alla Presidenza del Consiglio non hanno mai sentito parlare della criminalità dei colletti bianchi (del Nord).


 

Corriere della sera, 19 gennaio 2012

Monti ha dichiarato alla Radio Vaticana che “gli evasori fiscali offrono pane avvelenato ai loro figli”. 

Era ora che lo dicesse. Finalmente viene rotta la collusione familiare, l’omertà di sangue che protegge l’Evasore Fiscale dall’occhio potente dello Stato. Finalmente i figli sanno che i loro padri Evasori li stanno uccidendo piano piano, con il pane quotidiano (eh Padre Nostro…). (continua)

50 anni. Donna. Lotta a ondate di ormoni contro la menopausa per mantenere le mestruazioni. 

Sogno.

Un uomo e una donna nudi immobili indifferenti. Dai loro corpi partono due tubi. Passano attraverso un termosifone e arrivano a un ano che è anche un capezzolo, dal quale esce latte. Latte morto.

New York, 3 novembre 2011. 

Zuccotti Park

Ray Kachel arriva allo Zuccotti Park da Seattle. Ha  53 anni. Da 3  anni non lavora più. Progressivamente ha venduto tutto: i 3 Mac, la collezione di 1000 film, Final Cut Pro che gli serviva per il suo lavoro da montatore. Gli rimane solo il telefono per tweettare, e 300 dollari. Sente parlare di Zuccotti Park, decide di partire. 240 $ per il biglietto Seattle-New York in Greyhound. (continua)

Corriere della sera, 25 novembre.

Capi si nasce. Gabanelli è chiaramente nata capa. Entrata alla grande nel Club dei Paranoici, sgomita per salire. Ha le due cose che servono: lo stile paranoideo, e l’idea fissa ripetuta senza requie, tipo i “comunisti” di Berlusconi. Ma lei ha una marcia in più: è colta, ha letto Lutero, i soldi sono lo sterco del demonio, e a lei la puzza non piace, meglio la plastica delle carte di credito.(continua)

Prima pagina del Corriere della sera del 13 novembre. La Gabanelli Milena pubblica la sua soluzione per il deficit italiano: rendere interamente tracciabili tutti i passaggi di denaro nel nostro paese, e tassare i pagamenti in denaro liquido (dato che la Costituzione impedisce di abolirlo del tutto). In questo modo gli Italiani saranno costretti ad usare le carte di credito, si stanerà l’Evasore e si salverà il paese.(continua)

Ogni Sovrano auspica la trasparenza totale dei sudditi. Ogni suddito dovrebbe aspirare alla trasparenza totale del Sovrano. Il potere non abbia segreti, l’individuo goda del massimo di segreto possibile. Di fronte alla onnipotenza tendenziale del potere, al cittadino non rimane che difendere con la massima energia il suo diritto/dovere a nascondersi. L’impenetrabilità degli Arcana imperii caratterizza il dominio sociale totale,(continua)

Dopo più di 40 anni è possibile vedere di nuovo Privilege di Peter Watkins. Uscito in Inghilterra nel 1967,  ebbe vita brevissima nelle sale cinematografiche, e da decenni giravano solo edizioni pirata in vhs, di pessima qualità visiva e sonora.

Il film racconta l’intreccio tra potere, costruzione del consenso, star system e musica pop. Il potere è un’Inghilterra bipartisan dove Laburisti e Conservatori governano insieme, senza opposizione alcuna.(continua)

Per sua grandezza e nostro sfortuna Carlo Galli – mi si dice: docente di Storia delle Dottrine politiche a Bologna – non smette di pensare.

In un ovviamente pensoso articolo (“Se l’avversario torna nemico”, Repubblica, 2 luglio), si avventura sul terreno scivoloso della coppia amico/nemico dello ovviamente “inquietante” Carl Schmitt, e sull’ancora più scivolosa trasformazione paranoica dell’avversario politico in Nemico interno.(continua)

Le conversazioni sociali hanno pochi dubbi. Noemi e Papi hanno fatto cose. A Villa Certosa ci sono state le orge. Berlusconi si rimedia le giovanette e ha l’harem. Ecc.

La cosa strana è che ci credono anche quelli che dichiarano di non crederci. Dicono: non c’è nessuna prova, le foto dei tanga cellulitici di Villa Certosa sono roba da suore orsoline rispetto alle spiagge nazional-popolari di Rimini o  Coccia di morto.(continua)

La vicenda Noemi-Papi-Veronica-Villa Certosa-La Repubblica ecc ecc è una ennesima dimostrazione del confine labile tra politica e folie à plusieurs, tra costruzione del consenso e pensiero paranoico, tra immaginario sociale e ideologia. Troppo banale per perderci il tempo di una analisi sistematica.

Qualche domanda vale lo stesso la pena. La prima qui, le altre verranno.(continua)

Storie di trasparenza. La madre di un paziente che anche quando stava al gabinetto teneva la porta aperta per non perdere mai di vista i corridoi sul quale davano tutte le stanze della casa: del tutto visibile per poter vedere sempre tutto.

Oppure. La famiglia di una giovane paziente che vive in una casa senza porte. Tutti sempre nudi e senza la seconda pelle dei vestiti. Tutti sotto gli occhi di tutti in ogni atto. La vita intima del corpo come fatto pubblico. (continua)

Anche si pretende illuminato e progressista, il populismo non può fare a meno di cavalcare la paranoia.

Obama ha fatto propria la tesi di una epidemia di autismo collegata al vaccino MMR, quello contro il morbillo, gli orecchioni e la rosolia. Per  esempio il 21 aprile dell’anno scorso, durante la campagna per la nomination contro Hillary Clinton, ha dichiarato: ” Abbiamo appena avuto una esplosione del tasso di autismo. Qualcuno pensa che sia collegata ai vaccini. Finora la scienza non ha dato una risposta conclusiva, ma io penso che occorra indagare la cosa a fondo”.(continua)

 

Lo pretende Karl Popper, in qualche paginetta di Conjectures and Refutations. “La teoria sociale della cospirazione non è altro che una forma di […] teismo, di una fede in divinità i cui capricci e desideri governano ogni cosa. Deriva dall’abbandono di Dio e dalla conseguente domanda: Chi c’è al suo posto? Questo posto viene quindi occupato da vari uomini e gruppi di potere, sinistri gruppi di pressione sui quali deve ricadere la colpa di aver progettato la Grande Depressione e tutti i mali di cui soffriamo”. (continua)