Rivista "Le surréalisme au service de la révolution"

I 6 fascicoli della rivista.

Nel 1929 cessa le pubblicazioni La Révolution surréaliste, la grande rivista del surrealismo trionfante. L’ultimo fascicolo contiene il Secondo Manifesto di Breton, punto forte della scissione de movimento surrealista in due anime violentemente contrapposte.

Nel 1930 esce da José Corti il n. 1 di Le Surréalisme au service de la Révolution. Il titolo è suggerito da Aragon e esprime il programma idèologico della Rivista: saldare Marx, Freud e Rimbaud in un progetto di cambiamento radicale del mondo a partire dalla mente e dalla vita: Scrive Breton: «”Transformer le monde” a dit Marx ; “changer la vie” a dit Rimbaud : ces deux mots d’ordre pour nous n’en font qu’un ».

La rivista vuole essere una risposta all’ala ‘scissionista’ del movimento, bersaglio del Secondo Manifesto: collegare l’immaginario alle forze organizzate della liberazione storica dal gravame del passato, ancorarlo a soggetti storico-sociali, sottrarlo al dubbio di una sua sostanziale evanescenza. Nel 1927 Breton aveva aderito al Partito comunista: vicenda di breve durata, la cui fine coincide con l’ultimo numero di questa rivista, nel 1933.

Per nostra fortuna, l’immaginario e l’inconscio eccedono le gabbie d’acciaio in cui cerchiamo di neutralizzarli mentre li suscitiamo. Questo Le Surréalisme… non è un esercizio di assoggettamento politico della libertà dei fantasmi. Ad ogni pagina le forme polimorfe dell’immaginario dilagano con una potenza incontenibile che ha moltissimo da dirci. Per questo Il Corpo ne ripropone i fascicoli.