[Morozoz, sensori emozionali, misurazione integrale dei linguaggi verbali e non verbali]

Allo studio strumenti capaci di riconoscere quando le persone sono più vulnerabili e quindi più ricettive ai consigli promozionali

Stai piangendo? Ti vendo i fazzoletti

Merci su misura al momento giusto: i sensori leggono le emozioni e pilotano gli spot

[di Evgeny Morozov, la Lettura, 8 dicembre 2013, p. 7]

 

[Singularity University, hamburger stampato in 3]

Tra vent’anni ci opereranno i robot

Il caso di Amanda: sulla sedia a rotelle, può alzarsi e camminare grazie a un esoscheletro. “E’ vicino il giorno in cui un americano cieco riuscirà a comunicare con un bulgaro sordo”

[di Cristina Gabetti, la Lettura, 8 dicembre 2013, p. 8]

 

[Silvio Garattini, Nature, oscurantismo italiano]

La nuova legge sui test animali è contro la scienza

Vietato allevare cani, gatti e primati, vietato sperimentare droghe sugli animali (per capirne la tossicità sull’uomo), vietati i trapianti fra specie diverse. Mentre gli animalisti esultano, l’autorevole rivista Nature avverte: è un fallimento tutto italiano. E per gli scienziati queste regole impediranno il progresso verso farmaci e terapie più efficaci.

[di Silvio Garattini, Panorama, 11 dicembre 2013, p. 48]

 

Un manifesto per i Big Data  [di Serena Danna, La Lettura, 24 novembre, p. 6]

Il 15 novembre al Massachusetts Institute of Technology di Boston, il SENSable City Lab ha organizzato Engaging Data 2013, giornata di studio sui Big Data a partire dall’effetto Snowden. Utile, importante, fondamentale l’autocritica e il ripensamento. Meno utile, continuare ad utilizzare il concetto/valore di trasparenza come se dovesse bastare la chiarezza sull’uso delle informazioni  raccolte e sul loro utilizzo a trasformare i Bad Data in Good Data. Dobbiamo interrogarci sulle componenti emotive delle nuove strategie di costruzione dell’identità del soggetto. Perché c’è bisogno di condividere ogni viaggio, ogni festa, ogni cena, ogni parto su Facebook? La regolamentazione sull’uso dei dati deve andare di pari passo con la costruzione sociale dell’importanza e del valore della priviacy e con la rifondazione del desiderio di intimità.

 

L’ossessione dell’apparenza  [di Gabriele Romagnoli, la Repubblica, 24 novembre, p. 43]

1. Ricordati che anche se non appari continui ad esistere ugualmente …“: un decalogo per cominciare a ridiventare intimi, innanzitutto con se stessi.

 

Elogio della discrezione  [di Anais Ginori, la Repubblica, 24 novembre, p. 42]

Intervista al filosofo Pierre Zaoui che ha pubblicato La Discrétion: Ou l’art de disparaître. Selfie, l’autoritratto con smartphone condiviso sui social media, è la parole del 2013: l’uso è cresciuto del 17mila % in un anno. Zaoui contrappone all’ossessione dell’apparire, la definzione di discrezione di Proust:” E’ il privilegio di poter assistere alla propria assenza “. Per Zaoui la discrezione diventa:” Una forma di dissidenza nella società panopticon in cui tutto e tutti è guardato, osservato, schedato “.

Rinasce Forza Italia, Berlusconi ripete il discorso del ’94 [Repubblica TV, 16 novembre]

Nel giorno della rifondazione di Forza Italia, Berlusconi reitera il mito fondativo delle origini: il discorso del 1994,  quelle parole icona che  custodiscono il carisma che il suo corpo non riesce più a garantire, se non nella forma sacrificale del corpo malato/immolato per il gruppo. Roger Callois, in L’Homme et le Sacré, racconta la festa rituale come reiterazione del mito delle origini: età dell’oro di ogni carisma, precedente a ogni strutturazione nel mondo sociale secondo classificazioni e regole istituite, opposta al tempo storico che è “ordine, forma e sistema di interdizioni”. Ma in che misura la reiterazione funzionerà, abolendo simbolicamente il tempo storico della crisi e ricostituendo il tempo mitico del sogno?  O Berlusconi è già un fantasma, come gli sticker di Jim Jones che circolano a Roma? Può aiutare rileggere un’analisi del discorso del 1994: Il discorso di Berlusconi e il sogno di R., che cercava di riprodurre le dimensioni chiave del dispositivo onirico-carismatico nascente.

 

Da vedere in Europa  [la Repubblica, 17 novembre, p. 47]

Il surrealismo e il sogno, Thyssen-Bornemisza Museum, Madrid, fino al 12 gennaio.

La “vitalità senza fine” del surrealismo si impossessa dell’Europa. Dopo Parigi, anche Madrid ci porta sulle tracce dell’inconscio.

 

La crittografia difende la nostra privacy, ma è una resistenza sempre più debole  [di Fabio Chiusi, La Lettura, 17 novembre, p. 10]

Criptare non è solo un problema tecnologico o uno strumento di “ribellione” di hacker e sottoculture digitali. Deve diventare un nostro diritto primario, per il quale cercare e rivendicare strumenti accessibili e di massa, perché per ora, di massa, è solo il controllo. Per iniziare possiamo cominciare e sostenere l’attività di Dark mail, perché finalmente anche dark, criptato, privato, invisibile diventino parole socialmente desiderabili e non solo open data e trasparenza.

 

I governi nell’era dei “Big Data”: democrazia ostaggio della tecnologia  [di Serena Danna, Corriere della Sera, 26 ottobre 2013,  p. 12

Morozov al telefono da Boston nell’intervista di Serena Danna:                                                                                                      « Più informazioni riveliamo su noi stessi […] più densa e invisibile diventa la rete spinata che ci attanaglia ».
La trasparenza ci intrappola come la casa dalle mura invisibili del progetto AMAZE di YOKO ONO.

 

 

L’informazione è (molto di più) di un disegno   [di Serena Danna, La Lettura, 27 ottobre, p. 8]

Un altro sguardo sui BIG DATA, sempre di Serena Danna. Questa volta come fonte di conoscenza e di sperimentazione di rappresentazioni visive che sono sempre più un nuovo linguaggio ermeneutico e non una semplice illustrazione. Utile selezione dei 10 migliori  “visual storyteller” al mondo (giuria di qualità internazionale): Gregor Aisch, Pedro Miguel Cruz, Francesco Franchi, Giorgia Lupi, Jane Pong, Stefanie Posavec, Kim Rees, AAron Siegel, Moritz Stefaner, Jan Willem Tulp.

 

Il dottore che cercava le fiabe  [di Paolo Di Stefano, La Lettura, 27 ottobre, p. 10]

Donzelli ripubblica la raccolta di fiabe siciliane di Pitré del 1875, in quattro volumi con traduzione e testo a fronte. Medico, Pitré raccoglieva presso i pazienti, storie, fiabe, aneddoti. Un involontario storytelling terapeutico che potrebbe essere da stimolo alla medicina narrativa: un paziente che non racconta la sua biografia ma la trasferisce in un mondo di simboli e archetipi.

 

I sei gradi di separazione? Con i social network sono diventati tre  [di Leonard Berberi, Corriere della Sera, 20 ottobre p. 27

Eman Yasser Daraghmi e Shyan-Ming Yuan della National Chiao Tung University di Taiwan riducono a 3,2 i 6 gradi di separazione di Milgram, a partire dall’analisi di 950 milioni di utenti di Facebook. Viene voglia di rileggere il geniale esperimento del 1967.

 

For Her Next Piece, a Performance Artist Will Build an Institute  [di Sarah Lyall, New York Times, 19 ottobre]

Il futuro Marina Abramovic Institute, una nuova Bauhaus o apologia di narcisismo e morte della performance art? 

 

L’Art Kanak au Quai Branly: un “événement majeur” pour Ayrault  [Le Monde, 15 ottobre] 

Il Quai Branly e la mostra kanak: interessante commistione contemporanea tra antropologia, politica e vestigia di colonialismo.

 

Perilous Task of  Innovation in a Digital Age  [di Margaret Sullivan, New York Times, http://nyti.ms/19MQceA

Crociere, native advertising e multimedia storytelling: il programma di sopravvivenza del New York Times.

 

Pictures of a Day Lodged in Memory [di Holand Cotter, New York Times, http://nyti.ms/178Jvpx]

L’International Center of Photography di New York dedica una mostra alla morte di JFK in occasione del cinquantenario. La “morte del re” che non si dimentica, non solo in America. 

 

Calendar: Coming Events in New York, Edinburgh; Albuquerque [di Holand Cotter, New York Times,  http://nyti.ms/19M8VH0

Il festival di storytelling di Edimburgo rilancia la figura del menestrello, del narratore viandante e pellegrino. Il nesso tra narrazione, straniero e viaggio è tra i più interessanti da esplorare. Dal 18 al 27 ottobre.

 

A Palazzo Strozzi le radici del modernismo russo. Da Kandinky a Malevic 179 tra dipenti, sculture, oggetti

L’educazione siberiana. Riti sciamanici e spiritualità indiana. Così l’avanguardia guardava a Oriente  [di Marco Gasparetti, Corriere della sera, p.34]

Una mostra che sembra rilanciare gli sguardi ibridi: storici, artistici, etnografici. A Firenze dal 27 ottobre al 19 gennaio. 

Un rituale di annullamento del tempo

“Molti ex compagni di scuola mi hanno trovato e contattato, ma al di là delle sommarie informazioni sulle proprie vite odierne, non è successo nulla. Invece dopo qualche settimana una mia carissima amica, con la quale per vari motivi, avevamo interrotto i rapporti otto anni fa, ha trovato attraverso facebook, il coraggio per chiedermi scusa per i suoi errori del passato e riavvicinarsi a me. Penso sia una bella vittoria per un “semplice” sito internet. Io e la mia amica abbiamo ripreso a vederci, abbiamo chiarito le nostre incomprensioni e ci confidiamo nuovamente, come otto anni fa. Grazie facebook!”

Migliaia di racconti simili potrebbero essere raccolti tra gli adepti di Facebook. Mi viene in mente il comportamento di un paziente ossessivo descritto in un saggio di molti anni da Elvio Fachinelli, La freccia ferma. Tre tentativi di annullare il tempo.(continua)

L’impossibilità di dimenticare generata dal Web e dagli archivi elettronici non riguarda solo le vite personali. Alle nostre identità è concesso sempre meno il sollievo dell’oblio e della palingenesi verso un altro sé o un altro nome. Lo stesso però vale per altre attività umane, ad es. l’attività scientifica e la scrittura.

È Serena Danna a porci il problema con un bell’articolo nell’inserto La Lettura del Corriere della sera del 22 gennaio (http://lettura.corriere.it/sappiamo-tutto-capiamo-poco/). Il punto di partenza è un saggio piuttosto superficiale di David Weinberger, tipico prodotto di filosofia-spettacolo, che per fortuna la Danna usa solo come pretesto.

Come si può ancora pensare, o scrivere, o asserire qualcosa quando si è immersi nel flusso dell’overload informativo?(continua)