A Biella. Prorogata. A cura di Irene Finiguerra e Fabrizio Lava. Diverse immagini prevedibili, ma anche molte insolite, poco viste, marginali e di fotografi marginali. Wove (alias Wolfang Wesener), Marisa Rastellini, Gigi Piana, Luciano Romano, Mario Daniele. Tre declinazioni – il ritratto, l’autoritratto e il selfie – intorno alla inesauribile poledricità del volto in cui il corpo cerca di sfuggire alla propria ripetitività e in fondo banalità. Chissà se ci sarà un catalogo. Da vedere, se ci si riesce.

https://www.fondazionecrbiella.it/volto

Migliaia di saggi e articoli sul riso e sul comico. Quasi nulla sul sorriso, un comportamento umano al tempo stesso sovradeterminato e inafferrabile, inanalizzabile. Nel 1906 a Parigi Georges Dumas pubblicò da Felix Alcan Le sourire, un breve saggio che intreccia utilmente neurofisiologia, psicologia e psicopatologia. Abbiamo recuperato e reso disponibile online questo testo curioso e fecondo nella sezione Materiali di questo nostro sito:

 http://www.ilcorpo.com/it/materiali/archivi_22/testi-scomparsi_13/materiali/le-sourire_87.htm 

Georges DUMAS (1866-1946) è stato uno dei grandi protagonisti della psicologia francese nella prima metà del 900. Studioso delle emozioni nella scia di Detienne de Boulogne, ma anche allievo di T. Ribot, DUMAS seppe allontanarsi dall’approccio neurofisiologico puro e integrò nell’approccio le dimensioni psicologiche, i vissuti, le storie narrate, i materiali culturali e a volte i protocolli di indagini antropologiche sul campo. Suoi alcuni saggi sulla malinconia, la tristezza e la gioia, ma anche gli studi sulle psicosi belliche.

Diresse anche il grande Traité de psychologie del 1922-23, cui seguì 15 anni dopo una edizione ampliata. Per molti decenni il Traité fu il testo di riferimento della psicologia francese. A lungo professore di psicopatologia al Sainte-Anne, ebbe tra i suoi allievi alcuni dei protagonisti della vita culturale e della psicoanalisi in Francia: J. Delay, D. Lagache, J. Lacan, J.P. Sartre, Paul Nizan, R. Aron, Cl. Levi-Strauss, G. Canguilhem… Amico di Pierre Janet, fondò con lui nel 1903 il leggendario Journal de psychologie normale et pathologique

IL CORPO renderà presto disponibili online altri scritti di DUMAS che rimangono di grande modernità ed esprimono fertile  libertà.

 

 

Lunedì 18 aprile , IL CORPO 4/15 sarà on line sul sito www.corpo.com. Articoli e saggi su: la pelle e la nascita della dermatologia moderna, l’Ebreo in quanto Jack lo Squartatore, le molteplici varianti del cannibalismo politico, una vicenda erotica di gruppo, l’etnocentrismo critico e la fine del mondo di Ernesto de Martino, una installazione di V. Padiglione sul corpo del migrante, tre frammenti poetici di Ingeborg Bachmann sul confine ecc.

Il 26 e 27 novembre a Maastricht due giorni di lavori su Theorizing the body in health and medicine. L’obiettivo generale è decostruire l’ovvietà del corpo per gli operatori – prevalentemente le professioni mediche e affini – che se ne occupano. Questa decostruzione è stata operata finora prevalentemente da due prospettive contrapposte: il costruttivismo sociale, l’approccio fenomenologico. Il convegno vuole andare oltre questa contrapposizione, esplorando le possibilità di convergenze teoriche e operative. 

I relatori sono di tutto rispetto, i titoli delle relazioni incuriosiscono molto. C’è ancora spazio per 6-7 presentazioni, e l’elenco dei possibili temi nel Call for papers mostra bene l’apertura interdisciplinare degli (continua)

In corso a Venezia la più interessante iniziativa recente di Body Art al livello internazionale. Ritual Body – Political Body è il tema della 2a Venice International Performance Week, in corso a Palazzo Mora. Oltre 50 artisti conosciuti e meno conosciuti lavorano fisicamente intorno a due aspetti-chiave interconnessi del corpo come costruzione sociale: segno, sintomo, incarnazione dell’ordine e della possibilità del disordine. 

Già nel 2012 la 1a Performance Week aveva affrontato un tema potente: Corpo ibrido – Corpo poetico.
Questa volta il focus(continua)

Judy Scott, sindrome di Down, sorda dalla nascita (ma se ne sono accorti 20 anni dopo), diagnosticata autistica (ma non lo era). Mai una parola pronunciata da viva. A oltre 40 anni comincia a creare oggetti, forme e variazioni intorno ad un Io murato, alla pelle-corazza che lo avvolge difende e quasi uccide, pelle che si smaglia a tratti e lascia intra-vedere o fuori-uscire. A dimostrare che la “fortezza vuota” di Bruno Bettelheim in realtà brulica di capacità e domanda di vita (Bettelheim lo sapeva bene). Una mostra straordinaria in un museo sobrio e intelligente, agli antipodi delle gigionerie dei grandi musei di Manhattan. Per chi può, da vedere assolutamente. Il prossimo numero de IL CORPO dedicherà un saggio a Judy Scott.  (enrico pozzi)

http://www.brooklynmuseum.org/exhibitions/judith_scott/ 

 

Judy Scott

 

Judy Scott con uno dei suoi 'oggetti'

 

Un 'oggetto'

Una immagine fotografica di Man Ray condensa livelli multipli di senso, esprime la natura viscerale della preghiera, trasforma la pancia e i suoi dintorni negli organi del rapporto con il divino. Man Ray lettore del grande Ernest Jones, che fece concepire la madonna attraverso l’orecchio? Probabilmente no, eppure la sua icona sovradeterminata contiene Ernest Jones e molto altro: Bachtin, Schneider, van der Leeuw, il Rimbaud di Voyelles, Histoire d’O, Hans Bellmer, Kiki de Montparnasse, il sedere di Lee Miller, la luce sterile della luna, dio come forma frusta del sacro, ecc. Da leggere e da vedere nell’ultimo n. de IL CORPOhttp://www.ilcorpo.com/it/rivista.htm.

Cosa avviene all’identità quando il proprio volto viene viene mutilato gravemente e perde forma? E cosa avviene all’identità quando sembianze di forma gli vengono più o meno restituite? La 1a Guerra è stata un crudele laboratorio di massa intorno al rapporto tra il volto, lo schema corporeo, l’identità personale e l’identità sociale. Un seminario a cura dell’Università di Durham e del Wellcome Trust affronta il nodo delle “gueules de bois” dalla prospettiva dei dilemmi riparativi e risarcitori della chirurgia di guerra. Il CORPO tornerà su tutto questo nel Diario paranoico-critico a proposito di un libro italiano recentissimo. Per il momento, vale la pena di prestare attenzione a questo incontro. L’organizzatrice e relatrice è Suzannah Biernoff, Senior Lecturer al Dept of History of Art at Birbeck (University of London). Si occupa da qualche anno di storia del corpo, in particolare nella Grande Guerra.  Ulteriori dettagli qui: https://www.dur.ac.uk/resources/cmh/PotraitsViolence_Sept18.pdf

Ricordiamo un evento che abbiamo già segnalato, ma che ci sembra molto interessante. Si tratta del 4° Convegno nazionale organizzato da STS Italia, “Tecnologie emergenti, mondi sociali”, che si terrà a Rovigo dal 21 al 23 giugno 2012. La seconda sessione  “Corpi, tecnologie pratiche e saperi in campo biomedico” si confronta con le tecniche biomediche del corpo, offrendo molti elementi di riflessione. Tra i temi:  “Body and Imaging Technologies”, “Body Mutations: Between Normalization and Enhancement”,  “Emerging Forms of Corporeity”, “Narrating and Performing the Body”,  “Narrating and Performing the BodyThrough New Media”.  Vedi http://bit.ly/w5Fvcs.

Siete ancora in tempo per visitare la mostra Brains: the Mind as Matter, alla Wellcome Collection di Londra fino al 17 giugno. Esposti 150 oggetti, tra cui opere d’arte, video, fotografie, cere anatomiche, tavole mediche e cervelli “veri”.  La collezione mostra come nei secoli il cervello umano sia stato operato, studiato, raffigurato, classificato. Contro il dilagare della “neuro fuffa” è utile ricordare “not what brains do for us, but what we have done to brains“.   

Lunedì 7 maggio a Milano, presentazione del libro di Helga Nowotny e Giuseppe Testa, Geni a nudo. Ripensare l’uomo nel XXI secolo. Ne discutono con Giuseppe Testa, il filosofo ed epistemologo Telmo Pievani e la scienziata Elena Cattaneo, Direttore del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali – UniStem – dell’Università di Milano. Telmo Pievani ha dedicato al volume una bella recensione su La Lettura:  utile per difendersi dal rischio di “ritrovarsi ammalati di animismo genetico”. 

Il Museo di Arte Moderna di Aalborg in Danimarca ospita fino al 29 aprile All of Nature Flows Through Us, una delle prime personali per l’artista inglese.

Marmo, bronzo, silicone, sangue e fuoco si mischiano e reinventano corpi ibridi e transcarnali per il corpo-folla delle star pop: Kate Moss in versione contorsionista, il primo uomo incinto Thomas Beatie i tatuaggi dello Zombie Boy Rick Genest.

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Domani 20 marzo alle 18 viene presentato a Roma il volume fotografico di Simone Casetta, Fanno finta di non esserci, sulla collezione di reperti anatomici dell’Ospedale Forlanini di Roma. 

Questa collezione ha pochi termini di confronto in Italia. Essa nasce dal lavoro di Rudolf Grützner, un patologo tedesco specialista nella dissezione e conservazione dei corpi, Chiamato a Roma negli anni 40 dal direttore del Forlanini, Grützner costruì un insieme impressionante di reperti anatomici che, nel caso dei feti e dei neonati, sono corpi interi.

Su questo Casetta ha messo insieme una sequenza di immagini inquietanti di morti-quasi vivi, ben riprodotte nel volume. 

Presenteranno la peotessa Maria Grazia Calandrone, Fabio di Gioia e Enrico Pozzi. La presentazione avverrà presso le Officine Farneto, in collegamento con la mostra Body Worlds di Gunther von Hagen. 

Per un intervista al fotografo e qualche immagine: 
http://www.galerie-photo.com/simone-casetta-it.html

La costruzione sociale del corpo trova nel campo biomedico uno dei suoi spazi più potenti e più legittimatati socialmente. Di questo si occuperà la Sessione tematica Corpi, tecnologie pratiche e saperi in campo biomedico durate il 4° Convegno nazionale della Società Italiana sulla Scienza e la Tecnologia, Rovigo, 21-23 giugno 2012.(continua)

Drew Berry è un animatore 3d specializzato in biomedicina. Molto interessante un suo TED Talk  che mostra i processi di replicazione del DNA attraverso una computergrafica elegante ed efficace.

Secondo l”autore, che cita Galileo e Darwin,  i progressi più significativi nella comprensione del corpo umano sono avvenuti quando l’applicazione rigorosa del metodo sperimentale è stata modellata da un potente progetto estetico e dalla ricerca della visualizzazione ‘bella’.

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La rappresentazione classica del gusto consiste in una mappa delle zone recettive della lingua che non lascia molto spazio alla diversità se non nelle combinazioni dei 4 sapori fondamentali (amaro, acido, salato, dolce).

Uno studio pubblicato su Nature tenta una strada diversa: dall’analisi testuale di 56 mila ricette raccolte su Internet è stata estrapolata una visualizzazione di network che tiene conto dell’affinità dei vari ingredienti, con i sapori che emergono come cluster di associazioni tra i diversi cibi.

Ogni nodo rappresenta un ingrediente, il suo colore la categoria del cibo e la grandezza quanto è presente nelle ricette. I nodi sono collegati se compaiono insieme in un numero significativo di ricette.