La rivista esiste dal 2009 ed è stata plasmata dall’influenza di Judith Butler e Monique Wittig. Diversi numeri sono di grande interesse. Tutti i fascicoli online, liberamente scaricabili.

Per il numero che uscirà nella seconda metà di quest’anno, le curatrici propongono il tema di una ritraduzione concettuale della etereosessualità in eteronormatività. Le ragioni della proposta sono presentate in dettaglio nello appel à contribution qui: https://journals.openedition.org/gss/1284

A IL CORPO il linguaggio pare poco trasparente, più di identità e appartenenza  al  ‘noi’ che di apertura all’esterno. Ma il gruppo è serio, francofono e non solo francese. La scadenza per le proposte è molto vicina.

 

8 settembre a Messina. Un convegno che sembra molto interessante, un tema denso. Mi dispiace di non poterci andare. Sorpreso dalla mancanza di riferimenti a Ingeborg Bachmann. Poche donne, e pochi, hanno più intensamente lavorato sul confine e sul confino (il suo omologo) nella poesia del Novecento. 
La rivista IL CORPO ha raccolto due anni fa alcuni suoi frammenti in Ingeborg Bachmann, Variazioni sul confine, 4/2015.

Il 29 giugno a Parigi, Université Paris Descartes, un workshop che potrebbe essere interessante. La sociologia francese del corpo da tempo segna il passo. Speriamo che qui riesca a farsi almeno in parte innovativa e a restituirsi una qualche duttilità concettuale ed empirica, fuori dal blob del costruzionismo esasperato! Non è che ci speri molto – gli scienziati sociali francesi sono spesso giacobini anche scientificamente -,  ma non si sa mai….

Presentazione generale e abstract delle relazioni qui: http://calenda.org/404722

Il programma e le indicazioni pratiche:

Fino al 18 Novembre, una bella mostra a Roma: I fiori del male – Donne in manicomio ai tempi dei fascismo. Il manicomio è quello di Sant’Antonio Abate, al centro di Teramo, chiuso nel 1998. Le donne sono quelle condensate in frammenti vari di biografia: foto, cartelle cliniche, lettere ecc. Materiali raccolti da Anna Carla Valeriano, della Fondazione Università degli Studi di Teramo, proprietario dell’Archivio dell’Ospedale. Il commento è a volte semplicistico, come per es. sul rapporto tra fotografia manicomiale e fisionomica lombrosiana, e altre volte più articolato, lontano dagli stereotipi facili sulla istituzione manicomiale come mera segregazione sociale.

Una buona intervista alla curatrice qui: http://www.vice.com/it/read/annacarla-valeriano-intervista-donne-manicomi-fascismo?utm_source=vicefb

 

Torneremo sulla mostra e sul precedente volume della curatrice nel nostro Diario paranoico-critico.

 Casa della Memoria e della Storia di Roma, Via di S. Francesco di Sales, 5, 00165 Roma (chiuso, purtroppo, il sabato e la domenica!)

Il 26 e 27 novembre a Maastricht due giorni di lavori su Theorizing the body in health and medicine. L’obiettivo generale è decostruire l’ovvietà del corpo per gli operatori – prevalentemente le professioni mediche e affini – che se ne occupano. Questa decostruzione è stata operata finora prevalentemente da due prospettive contrapposte: il costruttivismo sociale, l’approccio fenomenologico. Il convegno vuole andare oltre questa contrapposizione, esplorando le possibilità di convergenze teoriche e operative. 

I relatori sono di tutto rispetto, i titoli delle relazioni incuriosiscono molto. C’è ancora spazio per 6-7 presentazioni, e l’elenco dei possibili temi nel Call for papers mostra bene l’apertura interdisciplinare degli (continua)

Una insolita, straordinaria madonna con bambino è il vertice estetico della mostra sull’arte Andina durante la dominazione spagnola in corso allo Art Institute di Chicago. A Voyage to South America. Andean Art in the Spanish Empire: questo il tema. Due grandi sale con opere spesso esposte per la prima volta, provenienti in molti casi da collezioni private, e quasi tutte di grande bellezza. Ma l’incauto visitatore in attenzione fluttuante si ferma lì, davanti alla Nostra Signora di Betlehem con un donatore, opera di ignoto artista peruviano attivo a Cuzco nel XVIII secolo. Eccone un dettaglio. Condensa e esprime in forma visiva i dilemmi, le tentazioni e le strategie dell’unità duale. Restituisce uno sguardo originario sulle madonne con bambino che troppo abbiamo visto. Ci torneremo presto nel Diario paranoico-critico, del cui metodo è ben degna. 

 

Ignoto, Nostra Signora di Betlehem con un donatore (dettaglio), Cuzco (Perù), XVIII secolo

Una immagine fotografica di Man Ray condensa livelli multipli di senso, esprime la natura viscerale della preghiera, trasforma la pancia e i suoi dintorni negli organi del rapporto con il divino. Man Ray lettore del grande Ernest Jones, che fece concepire la madonna attraverso l’orecchio? Probabilmente no, eppure la sua icona sovradeterminata contiene Ernest Jones e molto altro: Bachtin, Schneider, van der Leeuw, il Rimbaud di Voyelles, Histoire d’O, Hans Bellmer, Kiki de Montparnasse, il sedere di Lee Miller, la luce sterile della luna, dio come forma frusta del sacro, ecc. Da leggere e da vedere nell’ultimo n. de IL CORPOhttp://www.ilcorpo.com/it/rivista.htm.

E’ il più interessante convegno del 2014 sul tema del Corpo (femminile) di genere. Oltre 40 relazioni lo affrontano da una prospettiva filosofica e sociopolitica. Tra gli argomenti delle sessioni di lavoro: la costruzione sociale delle donne, pornografia e violenza sessuale, maternità e maternità surrogata, il bel-corpo, l’approccio storico al corpo di genere, il corpo lesbico,  ecc. 21-22 novembre a Dublino. Registrazione obbligatoria. Partecipazione internazionale ‘alta’ e molte relazioni con titoli significativi. Poche le presenze italiane: Nicla Vassallo (Genova), Carlotta Cossutta (Verona), Valeria Venditti (Roma), Cristina Amoretti (Genova).

Impressionante l’assenza della psicoanalisi: solo perché è una Società di Filosofia?

Se possible, da non perdere. Rimane la malinconia per la mancanza di un equivalente italiano sia della Society che di un evento di questo tipo e portata. (enrico pozzi)

Link: http://www.swip-ireland.com/index.php/events/swip-ireland-annual-conference-2014 (continua)

Si studiano il pene dell’ostrica, del pollo, delle lumache di mare, ma poco le vagine.

Una ricerca  pubblicata su Plos Biology e raccontata sul blog di Nature misura in modo dettagliato il bias.

Su 364 studi sull’evoluzione dei genitali pubblicati tra il 1989 e il 2013, solo l’8% si focalizza sui genitali femminili contro il 48% dedicato ai genitali maschili. Il 44% studia entrambi. Il fenomeno non è vecchio, si rileva anche negli studi più recenti e sembra essere indipendente dall’appartenenza di genere dello studioso. I motivi non sembrano neanche di natura scientifica: la varietà e complessità dei genitali femminili dovrebbe giustificare un interresse pari a quello dei genitali maschili. E allora? Le ragioni sembrano più di sociologia della conoscenza, associate alla costruzione sociale dei topic scientifici. E’ la vita lunga delle rappresentazioni collettive. Ancora agli inizi del ‘700, gli organi sessuali femminili della donna erano considerati una versione interna e imperfetta degli organi maschili. Queste rappresentazioni sono forse ancora sullo sfondo dei protocolli e delle abitudini di ricerca della biologia, e non solo.

 

 

La body artist italo-brasiliana Dani d’Emilia e la fotografa Angela Alegria mettono in scena il paradosso della pelle: trasparenza opaca, tramite e ostacolo, interno che incorpora l’esterno. Il loro progetto in progress si chiama per l’appunto Incorporo. La Gallery de IL CORPO raccoglie  una sequenza di immagini che Dani ha scelto dal suo progetto. Sono immagini potenti ed euristiche. 

Dani d'Emilia

Questa Gallery Incorporo prosegue l’interesse della rivista e del suo gruppo di lavoro per il grande tema liminale della pelle: l’altra Gallery Sotto la pelle, le pelli malate di Pelle impura fin-de-siècle nel n. 1/12 de IL CORPO,  e nello stesso numero l’immaginario sociale della psoriasi nelle comunità virtuali di malati sul web 2.0, il diafano dei mai-nati fotografati da Simone Casetta al Forlanini (n. 2/13), la pelle psoriasica di Marat nel Marat-Sade di Peter Brook ecc.