Gli 8 numeri della 1a serie della rivista
Il gruppo di lavoro di Ombre rosse nasce nel 1966, intorno agli organizzatori del CUC, il cineclub dell’Università di Torino. Costretti a scegliere una programmazione, trasformano la scelta nell’occasione per un ripensamento appassionato del cinema e del suo rapporto con la società e la politica mentre si avvicina il ’68.
Il n. 1 della rivista esce a maggio del 1967. In redazione G. Tinazzi, G. Fofi, P. Arlorio, M. Negarville, G. Volpi, G. Torri. La prima serie muore nel 1969, dopo 8 numeri.
Una vicenda breve, ma una intensità, una capacità di innovazione e di rottura che colpiscono ancora oggi, a distanza di oltre 40 anni. Uno stile immediato e tagliente. La faziosità dei giudizi. La polemica violenta contro personaggi-idolo, avanguardie cerebrali, padri fondatori, critici consolidati e riviste sacre. L’ossessione della realtà, in quegli anni carica di dinamismi e di illusioni di cambiamento. La politica come griglia assoluta di lettura. Il cosiddetto “terzo mondo”. Le microfisiche del potere, ma senza Foucault. La borghesia e il capitalismo come entità proteiformi da inseguire in tutti i loro mimetismi. Il coinvolgimento attivo nella lotta politica.
La prima serie muore di questo suo trapasso nella militanza attiva. Dopo qualche anno, alcuni dei fondatori, con altri, daranno vita alla Seconda serie La S maiuscola è d’obbligo. Il disordine e l’eterogeneità del 1967-69 cedono il passo al metodo – talvolta al diamat. La visione teorica e l’ideologia si stabilizzano. Le valutazioni e le scelte diventano sempre più coerenti e omogenee. L’ordine che si crede ancora disordine è tornato, e l’immaginazione scappa via. In Ombre rosse come nei partitini, movimentini e leaderini che irretiscono ormai la domanda sociale di cambiamento e di libertà.
Vale la pena leggere ancora oggi le tracce di quel primo disordine, e ritrovarne la fecondità e la virtuosa intolleranza.
Per rappresentare questo Archivio, abbiamo scelto un film caro alla redazione di Ombre Rosse: La Hora del los Hornos [L’ora dei forni], 1968, di Octavio Getino e Fernando Solanas