di Enrico Pozzi –
– 23 Gennaio 2012

La rappresentazione classica del gusto consiste in una mappa delle zone recettive della lingua che non lascia molto spazio alla diversità se non nelle combinazioni dei 4 sapori fondamentali (amaro, acido, salato, dolce).

Uno studio pubblicato su Nature tenta una strada diversa: dall’analisi testuale di 56 mila ricette raccolte su Internet è stata estrapolata una visualizzazione di network che tiene conto dell’affinità dei vari ingredienti, con i sapori che emergono come cluster di associazioni tra i diversi cibi.

Ogni nodo rappresenta un ingrediente, il suo colore la categoria del cibo e la grandezza quanto è presente nelle ricette. I nodi sono collegati se compaiono insieme in un numero significativo di ricette.

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