Tag: seno

di nelson hilton –
– 17 Maggio 2023

« I neonati popperanno gli occhi bagnati delle loro madri » dice lo shakespeariano Duca di Bedford nella Prima Parte dell’Enrico VI, v. 50. Bedford prevede gli anni miseri che seguiranno la morte del re e aggiunge, sviluppando l’immagine, che l’Inghilterra « sarà nutrita di lacrime salate ». È la metafora dell’occhio/capezzolo e del volto/seno, studiata per la prima volta da Renato Almansi nel suo articolo « The Face-Breast Equation »1. Almansi si basa a sua volta su ricerche precedenti.

Nel 1938 lo psicoanalista viennese Otto Isakower aveva pubblicato «A Contribution to the Patho-Psychology of Phenomena Associated with Falling Asleep »2, l’articolo classico che identifica il cosiddetto « fenomeno Isakower ». Nella successiva descrizione di un ricercatore, questo evento ipnagogico

è caratteristicamente ricordato o rivissuto dall’individuo come la sensazione visiva di una grande massa pastosa e nell’ombra, di solito rotonda, che si ingrandisce avvicinandosi sempre più al suo viso e si gonfia fino a raggiungere dimensioni gigantesche minacciando di schiacciarlo, per poi ridursi gradualmente e allontanarsi. Spesso si ha la percezione indistinta di una forma violacea simile all’area del capezzolo del seno. La massa che si avvicina sembra diventare lentamente parte di lui, oscura i confini tra il suo corpo e il mondo esterno e sfoca sempre più il suo senso di sé. Tutto ciò è tipicamente accompagnato da sensazioni di ruvidità tattile sulla pelle e all’interno della bocca e da un sapore lattiginoso o salato in fondo alla gola. Spesso si avvertono sensazioni di galleggiamento o di perdita di equilibrio. Altro aspetto interessante: alcuni individui ricordano di aver prodotto volontariamente l’esperienza o di averla prolungata.3

Seguendo Freud, Isakower sostiene che « quando ci addormentiamo, l’Io ritrae il suo interesse e i suoi investimenti dal mondo esterno » [336]. Questo ritiro graduale permette la « rinascita di atteggiamenti dell’Io molto precoci », e Isakower asserisce che i fenomeni da lui riportati rappresentano impronte di « immagini mentali di suzione del seno materno e dell’addormentarsi al seno una volta soddisfatti » [341]. Hilda Doolittle offre un possibile analogo del fenomeno quando parla dell’esperienza apparentemente allucinatoria che descrisse a Freud come « la sensazione trascendentale dei due globi o dei due semiglobi trasparenti che mi racchiudevano ». Il saggio di Isakower non era ancora stato pubblicato e Freud evidentemente acconsentì alla supposizione della poetessa di essere tornata al grembo materno in « una qualche forma di fantasia prenatale »4.

Bertram Lewin, in una serie di articoli pubblicati tra il 1946 e il 1953, ha discusso il fenomeno Isakower in relazione a quello che ha chiamato « lo schermo del sogno » e anche « la classe dei sogni vuoti ». Per Lewin, « lo schermo del sogno » costituisce un elemento visivo nel conglomerato isakoweriano di allucinazioni visive e non visive relativamente informi. Come suggerisce il nome, lo «schermo del sogno » di Lewin è lo sfondo su cui il sogno proietta le sue immagini: « È piatto o quasi, come la superficie della terra, perché è geneticamente un segmento dell’ampia rappresentazione dell’emisfero mammario elaborata dal bambino »5. La terza categoria di Lewin, la classe dei sogni vuoti,      [……..]

di IL CORPO –
– 10 Aprile 2023

rené magritte, LE VIOL (1934-1945)

la vecchia giovane Baubo dagli occhi-seno

seni di maschio

occhio capezzolo in erezione

Medusa scudo occhio pietrificante

DALL-E e l’occhio capezzolo spermatozoo

di Enrico Pozzi –
– 13 Gennaio 2012

E’ di poche ore la notizia che il servizio sanitario pubblico brasiliano rimoborserà la sostituzione delle protesi al seno prodotte con silicone industriale dalla società francese PIP e sospettate di provocare il cancro.

Sulla stessa posizione il governo francese, che ha lanciato l’allarme, quello tedesco e quello olandese, che raccomandano fortemente la sostituzione, mentre Bolivia e Venezuela pagheranno l’operazione ma senza raccomandarla.

In Canada e negli USA le protesi PIP non sono mai arrivate sul mercato.

Il governo inglese curiosamente si è offerto di sostituire solo quelle impiantate in strutture pubbliche, lasciando alle cliniche private l’onere di rimuovere le proprie. Da questa decisione si è distaccata la provincia autonoma gallese, che invece rimborserà tutti gli impianti.

In Italia la situazione è resa più complessa dalla mancanza di un registro delle protesi mammarie, previsto da un disegno di legge del 2010. Secondo il Ministro della Salute Balduzzi “la valutazione deve essere fatta caso per caso, su ciascuna paziente. Il Servizio sanitario nazionale si farà carico degli interventi medico-chirurgici laddove vi sia un’indicazione clinica specifica”.

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