Archivio: Antropologia della sessualità in rete
Data: 17 Novembre 2022
TAGS: antropologia, sessualità, social media
Per “misurare” le community online bisogna reinventarsi antropologi alla scoperta di popoli sconosciuti. Non serve l’oggettività degli indici ma la soggettività dell’etnografo esploratore.
Le ricerche di etnografia della rete sono ancora rare in Italia e consistono nell’osservazione silenziosa di dibattiti che si sviluppavano nel web o in interviste che utilizzano i canali chat e forum.
Mancano completamente esempi di osservazione partecipante in senso stretto, in particolare per un tema come la sessualità. Stufi di cati, capi e cawi che spesso nascondono più che non scoprano, abbiamo deciso di sperimentare un metodo diverso per studiare la sessualità degli italiani.
Protetti dagli pseudonimi, abbiamo esplorato la sessualità del chatter costruendo rapporti on line.
Nel 2006, per due mesi, cinque antropologi hanno costruito relazioni intime e sessuali in chat: con 24 nickname diversi hanno conosciuto in rete 159 nickname. La ricerca è stata promossa dall’Osservatorio sulla sessualità di Pfizer Italia e coordinata dall’antropologa Cristina Cenci.
I ricercatori avevano alcune linee guida e regole da seguire:
1) Dovevano il più possibile tendere a costruire relazioni a forte contenuto sessuale.
2) Dovevano scrivere il diario di ogni relazione con le loro emozioni, ambivalenze, paure, desideri.
3) Potevano scegliere liberamente il nick e il profilo di personalità e corporeo che preferivano. Potevano decidere di raccontare “se stessi”, le proprie fantasie e pratiche o di reinventarsi; di cambiare personaggio o di utilizzare lo stesso nick
4) Avevano il divieto di incontrare “dal vivo” i partner frequentati in rete e anche di telefonarsi, inviare foto o scambiarsi numeri e indirizzi.