di beezy –
– 27 Ottobre 2020

A proposito di Adolfo TURA, Breve storia delle macchie sui muri. Veggenza e anti-veggenza in Jean Dubuffet e altro Novecento, Monza, Johann & Levi, 2020

Le macchie sul muro sono figlie del caso. Non si fanno ‘apposta’ macchie sul muro. Non sono opere,  non hanno autore. O meglio, hanno autori involontari, qualche volta umani, spesso molteplici, altre volte processi naturali, fenomeni senza padrone, incidenti di varia natura. Sono residui di cose avvenute chissà quando, imperfezioni, sovrapposizioni casuali, reperti caotici di progetti incompiuti, rovine. Il vento, il sole, la pioggia, chi pulisce, chi passa, ognuno lascia la sua traccia e costruisce e modifica la macchia. Per finire, le macchie sul muro sono macchie, l’imperfetto, lo sporco, l’impuro, l’ibrido.

Nella sua breve Vita di Piero di Cosimo, Vasari lo descrive un essere di confine, “uomo più tosto bestiale che umano”, cultore del caos come prodotto informe della “natura”:  “Non voleva che le stanze si spazzassino, voleva mangiare all’ora che la fame veniva,

di Enrico Pozzi –
– 17 Maggio 2015

P., 40 anni, dermatologa. Ha cancellato il sesso dalla sua vita. I rapporti col marito, la masturbazione, le fantasie, le parole. Nel gruppo d’analisi, si è consolidato il copione: tutti riescono a parlare di sessualità, a condizione che lei non ne parli. Vergine sacrificale garante del desiderio inesprimibile, permette ai compagni di esprimere desideri quasi indicibili.

La talpa scava e il copione perde efficacia. La spinta sessuale del gruppo diminuisce. Aumentano l’indifferenza, il disgusto e il rifiuto di ciascuno per il/i partner, con sconcerto poi con rassegnazione. In silenzio svaniscono gli amanti, le prostitute minorenni, i sogni. La sessualità di tutti si riversa via via nella vergine, la colma, e vi si perde. P diventa sovraccarica di sesso negato,

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