la paranoia del mio nemico è sempre più paranoica della mia. A proposito di un altro articolo di Carlo Galli

Per sua grandezza e nostro sfortuna Carlo Galli – mi si dice: docente di Storia delle Dottrine politiche a Bologna – non smette di pensare.

In un ovviamente pensoso articolo (“Se l’avversario torna nemico”, Repubblica, 2 luglio), si avventura sul terreno scivoloso della coppia amico/nemico dello ovviamente “inquietante” Carl Schmitt, e sull’ancora più scivolosa trasformazione paranoica dell’avversario politico in Nemico interno. Per i volenterosi, ecco il link:  http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/02/se-avversario-torna-nemico.html

Ci si apre per un attimo il cuore alla speranza. La vita politica italiana degli ultimi quindici anni è stata dominata da una doppia costruzione delirante all’insegna della paranoia. Da un lato Berlusconi che costruisce le sue fortune politiche sul fantasma di una  minaccia irreale: i comunisti. Dall’altro una sinistra che, priva di idee e di visione, si fa esistere costruendo Berlusconi come configurazione cospiratoria del Male onnipotente. Bella occasione per interrogarsi sulla paranoia, l’ideologia, l’identità, e la psicologia politica.

Affrettiamoci a chiudere il nostro cuore alla speranza, e all’intelligenza. Nell’ultimo paragrafo, meditata conclusione, c’è sulla scena un solo attore paranoico: Berlusconi. Ovvero, per il paranoico paranoico è sempre solo l’altro.  Perfetta dimostrazione della potenza inclusiva e comprendente della paranoia. Ci porta con sé, e ci regala la felicità cognitiva ed emotiva di una mondo ben ordinato in cui l’Io paranoico, invisibile alla propria paranoia, lamenta soffertamente la paranoia altrui di cui è vittima innocente. 

Troppo facile, prof. La lezione di Schmitt era ben più articolata: la paranoia – esistenziale e politica – è troppo spesso una folie à deux o à plusieurs, un amour fou al quale si abbandona volentieri se stessi e la propria lucidità.

Un consiglio di lettura, un volumetto di cui troppo pochi hanno parlato nella nostra democrazia paranoica. E’ curato da Simona Forti e da Marco Revelli. Ci torneremo.

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