Un bell’evento di Medical Humanities a Londra. Non è la solita storia di “letteratura e malattia”: alcuni temi nuovi, alcuni paper molto interdisciplinari, il ruolo della fotografia, l’importanza della guerra.
Per chi si interessa di rappresentazioni sociali della malattia fisica e mentale, è un appuntamento interessante.
Un solo interrogativo, che è rimpianto e auspicio: a quando anche per l’Italia qualcosa di simile, con la stessa complessità di approccio e lo stesso superamento della ‘letteratura’ da stantii letterati d’accademia?
Ovvio il riferimento a poderosi e scontati incontri tra professori di letteratura di chiara fama, purtroppo, e psicoanalisti SPI. La ricerca dinamica di una presenza nuova della SPI e della psicoanalisi nella società italiana farebbe bene a evitare l’ipse dixit e i nomi ‘garantiti’ dal ruolo accademico. C’è così tanto altro in giro, ben più vivo e capace di avventura intellettuale. E ad altre audacie la psicoanalisi ci aveva educati.
Fino al 18 Novembre, una bella mostra a Roma: I fiori del male – Donne in manicomio ai tempi dei fascismo. Il manicomio è quello di Sant’Antonio Abate, al centro di Teramo, chiuso nel 1998. Le donne sono quelle condensate in frammenti vari di biografia: foto, cartelle cliniche, lettere ecc. Materiali raccolti da Anna Carla Valeriano, della Fondazione Università degli Studi di Teramo, proprietario dell’Archivio dell’Ospedale. Il commento è a volte semplicistico, come per es. sul rapporto tra fotografia manicomiale e fisionomica lombrosiana, e altre volte più articolato, lontano dagli stereotipi facili sulla istituzione manicomiale come mera segregazione sociale.
Una buona intervista alla curatrice qui: http://www.vice.com/it/read/annacarla-valeriano-intervista-donne-manicomi-fascismo?utm_source=vicefb
Torneremo sulla mostra e sul precedente volume della curatrice nel nostro Diario paranoico-critico.
Casa della Memoria e della Storia di Roma, Via di S. Francesco di Sales, 5, 00165 Roma (chiuso, purtroppo, il sabato e la domenica!)
Cosa avviene all’identità quando il proprio volto viene viene mutilato gravemente e perde forma? E cosa avviene all’identità quando sembianze di forma gli vengono più o meno restituite? La 1a Guerra è stata un crudele laboratorio di massa intorno al rapporto tra il volto, lo schema corporeo, l’identità personale e l’identità sociale. Un seminario a cura dell’Università di Durham e del Wellcome Trust affronta il nodo delle “gueules de bois” dalla prospettiva dei dilemmi riparativi e risarcitori della chirurgia di guerra. Il CORPO tornerà su tutto questo nel Diario paranoico-critico a proposito di un libro italiano recentissimo. Per il momento, vale la pena di prestare attenzione a questo incontro. L’organizzatrice e relatrice è Suzannah Biernoff, Senior Lecturer al Dept of History of Art at Birbeck (University of London). Si occupa da qualche anno di storia del corpo, in particolare nella Grande Guerra. Ulteriori dettagli qui: https://www.dur.ac.uk/resources/cmh/PotraitsViolence_Sept18.pdf
In Italia e in Europa, la sessualità dei migranti recenti e degli immigrati relativamente stabilizzati è ormai un nuovo protagonista imprescindibile della sessualità sociale. Molti stereotipi e autostereotipi, poche ricerche serie, pochi collegamenti tra l’indagine psicosociale e sociomedica da un lato e l’esperienza quotidiana di chi lavora nei contesti di immigrazione. Cruciale il problema dei comportamenti giovanili e del loro impatto sulla diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili. A questo aspetto è dedicato l’incontro “Santé sexuelle et migration”, organizzato dalla Université de Neuchâtel e dalla Haute Ecole fribourgeoise de travail social. Iscrizione obbligatoria. I dettagli in http://www.hes-so.ch/fr/journee-scientifique-sante-sexuelle-migration-3566.html
Il complesso rapporto tra narrazione, malattia, medicina e terapia sta al centro di un interessante workshop interdisciplinare: Illness, Narrative and Phenomenology, 9 luglio 2013, presso l’Università di Bristol. Keynote speaker: il prof. B. Hurwitz, del King’s College di Londra. La partecipazione è libera e gratuita.
Vengono cercati contributi da tutte le scienze sociali: letteratura, filosofia, psicologia, arte e salute, tanatologia, antropologia medica ecc, oltre naturalmente alla medicina. Non viene citata esplicitamente la sociologia, ma questo è un segno dei tempi…
Gli asbstract di proposta (400 caratteri) vanno inviati entro il 17 giugno contemporaneamente a Havi Carel (Filosofia) e Ulrika Maude (Inglese). L’accettazione delle proposte verrà comunicata entro il 20 giugno.
Già nel 2007 l’equivalente francese dell’Istituto Superiore della Sanità aveva segnalato la pericolosità (trombosi) delle pillole anticoncezionali di 3a e 4a generazione: non devono essere la prima scelta offerta dal medico alla paziente/cliente. Una serie di articoli a doppia pagina di Le Monde tra dicembre e gennaio ha rilanciato la questione. Si ribadisce la pericolosità accertata di queste pillole e si va oltre: molti casi di eventi patologici gravi collegati al loro uso non sarebbero segnalati alle autorità di controllo, e una serie di ginecologhi molto noti e molto mediatici intratterrebbe vicinanze pericolose con le aziende farmaceutiche coinvolte. Dunque una collusione criminale tra medici e big pharma a spese del corpo delle donne?
Medicalizzazione inarrestabile dei bambini USA. L’analisi secondaria decennale di 850.000 cartelle cliniche di bambini californiani tra i 5 e gli 11 anni ha mostrato che 5 su 100 sono stati diagnosticati con una sindrome ADHD (Attention-Deficit Hyperactivity Disorder, Sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività). Il trend mostra un rapido aumento delle diagnosi.
La percentuale del 5% di prime diagnosi
Alcuni ricercatori dell’Università del Connecticut hanno avviato lo studio del DNA di Adam Lanza, il ventenne che ha ucciso la madre, 20 bambini e 6 dipendenti di una scuola di Newtown il 14 dicembre scorso. L’obiettivo sarebbe identificare eventuali variabili genetiche
L’Università di Liverpool ha organizzato per il 9-11 luglio un interessante convegno su Melancholy Minds and Painful Bodies. Genealogy, Geography, Pathogeny. Il programma è totalmente interdisciplinare, e mette insieme, scienziati sociali, le bioscienze e le humanities. Al centro dei lavori il divorzio concettuale, interpretativo e gestionale tra corpo sofferente e depressione. Dolore e “malinconia” sembrano tentati dal procedere su linee parallele, ignorandosi reciprocamente. All’universalità del dolore viene contrapposto il carattere ‘occidentale’ della malinconia e delle sue sublimazioni estetiche.
Una presentazione dettagliata dei temi e il link al programma in http://bit.ly/Lo75nX . Altre info al http://paranoiapain.liv.ac.uk Gli organizzatori sono: Dr Nick Davis e Dr Maryam Farahani, della School of English, University of Liverpool.
Ricordiamo un evento che abbiamo già segnalato, ma che ci sembra molto interessante. Si tratta del 4° Convegno nazionale organizzato da STS Italia, “Tecnologie emergenti, mondi sociali”, che si terrà a Rovigo dal 21 al 23 giugno 2012. La seconda sessione “Corpi, tecnologie pratiche e saperi in campo biomedico” si confronta con le tecniche biomediche del corpo, offrendo molti elementi di riflessione. Tra i temi: “Body and Imaging Technologies”, “Body Mutations: Between Normalization and Enhancement”, “Emerging Forms of Corporeity”, “Narrating and Performing the Body”, “Narrating and Performing the BodyThrough New Media”. Vedi http://bit.ly/w5Fvcs.