PMSR significa Post Mortem Sperm Retrieval, ovvero recuperare lo sperma dal cadavere del maschio morto.
La procedura è tecnicamente possibile da tempo. Dopo il 7 ottobre è stata perfezionata in Israele con i corpi dei giovani e mediamente giovani soldati dell’esercito israeliano morti in quest’ultima guerra. Il corpo viene portato con la massima rapidità possibile verso uno dei quattro ospedali in grado di gestire la procedura. Qui viene verificata l’integrità dei genitali. Un primo prelievo cerca lo sperma presente nei testicoli per valutare qualità, numerosità e motilità degli spermatozoi. Se i parametri e altri controlli più generali sul cadavere sono positivi, si estrae in vario modo il maggior numero possibile di spermatozoi dai testicoli: apertura chirurgica, spremitura, tritatura con leggera centrifuga, drenaggio e lavaggio, ecc. Il liquido ottenuto viene surgelato a -193°C, e conservato nella più grande banca spermatica di Israele, il Sourasky Medical Center di Tel Aviv.
Tutto avviene adesso sotto la gestione e responsabilità diretta del Ministero della Sanità, sostituitosi via via alle strutture private nate nel tempo. Prima solo sperimentale, questa prassi ha avuto un incremento impressionante dal 7 ottobre, con oltre 172 ‘recuperi’ effettuati. Attualmente viene offerta di routine per tutti i soldati maschi morti con cadaveri compatibili con il prelievo: circa il 30%. Da eccezione a policy.
L’obiettivo funzionale dichiarato è l’uso di questo sperma per la fecondazione,
Il 6 settembre 2018 Igor Maj, 14anni, viene trovato impiccato a casa, nella semiperiferia di Milano. Si pensa al suicidio. Emerge via via un’altra ipotesi: il ‘gioco’ del blackout, soffocarsi fino a al limite estremo dello svenimento, lanciato da centinaia di siti sul web. Il ragazzo lo ha tentato in solitaria ed è rimasto ucciso dalla corda alla quale si era appeso.
Igor era un giovanissimo rocciatore, con i Ragni di Lecco, con il padre, spesso in arrampicata libera. La corda che lo ha ucciso è la corda usata in falesia, quella dalla quale dipende la sicurezza propria e altrui. Quella dalla quale ogni arrampicatore libero fantastica di potersi liberare, senza più ancoraggi, senza quasi peso, viaggiatore senza bagagli nell’onnipotenza del volo euforico.
Qualche giorno dopo ricevo nella mia casella di posta universitaria una lunga mail. Viene ufficialmente dal (n)PCI, un irrilevante gruppo politico che si vuole erede puro e solo legittimo del PCUS rivoluzionario e stalinista. E’ fatta di tre parti. Nella prima il Partito introduce la lettera del nonno del ragazzo, Giuseppe Maj, dirigente del (n)PCI, e presenta la morte del ragazzo come un episodio “della guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista conduce in tutto il mondo contro le masse popolari“.
La Grande Guerra come spaventoso e grandioso laboratorio medico, politico e sociale intorno al corpo ferito.
Bisogna vedere la bella mostra in corso allo Science Museum di Londra: immagini, strumenti, materiali e pezzi surrogati di corpi in esposizione fino a metà gennaio.
Per non dimenticare che l’ultimo metro, o centimetro, di ogni guerra è un corpo, la sua pelle e carne.
https://www.sciencemuseum.org.uk/see-and-do/wounded-conflict-casualties-and-care
La mostra si concluderà con un Workshop su
Narrazione di un cadavere annunciato: la morte del lider maximo su Twitter
Onnipresente eppure sempre più invisibile, deus absconditus, il corpo di Castro era da tempo la sintesi esemplare del doppio corpo del Re (Kantorowicz) e della dialettica tra Body Politic e Body Natural. Malato, degradato, ma politicamente non autorizzato a morire. Fino al 26 novembre scorso.
Dopo Gheddafi, Steve Jobs, Michael Jackson, Chavez ecc, abbiamo raccolto un altro corpus sul cadavere del potere. 1,2 milioni di tweet in inglese, italiano, spagnolo, portoghese, tedesco e francese che citano Castro nel testo, pubblicati tra la mattina del 26 novembre e il 4 dicembre: dalla notizia della morte fino ai funerali di stato.
Per chi vuole studiare con gli strumenti adatti questo caso-limite di rappresentazioni sociali del corpo del potere, ecco il link: https://www.ilcorpo.com/it/materiali/archivi_22/corpi-del-potere_21/materiali/narrazione-di-un-cadavere-annunciato_88.htm. A questo link tutte le indicazioni necessarie. (ep)
In memoria di Verlaine posseduto da Rimbaud.
La vocazione all’annuncio mortuario che caratterizza twitter mi ha ricordato che 120 anni fa è morto Paul Verlaine. Poeta, ma non grande poeta. Lieve, dolce, a volte dolciastro, così implacabilmente musicale, come il Rilke peggiore. La sua immediatezza facile – chi lo ama direbbe: ingannevolmente immediata e facile – fece scegliere due suoi versi come segnale dall’Inghilterra ai partigiani francesi che stava per avvenire lo sbarco di Normandia: Les sanglots longs des violons de l’automne / Blessent mon coeur d’une langueur monotone. Già, un languore monotono.
Gli nuoce la vicinanza e la relazione con Rimbaud, così tanto più grande. Alla fine è Rimbaud che lo salva nella memoria della poesia, il povero “vierge folle” della Saison en enfer, un ritratto così terribile e potente da rendere Verlaine grandioso malgrado se stesso, immortale per contiguità.
Ed è sempre Rimbaud a salvare poeticamente Verlaine anche dopo aver scelto da tempo il silenzio della poesia. Nel 1889 giunse a Verlaine la notizia (falsa) della morte del suo ex giovane amico (morirà due anni dopo, nel 1891). Ne uscì Laeti et errabundi, straordinaria poesia d’amore che nega la morte. All’imbolsito stanco e così adulto Verlaine scoppia la pelle dell’Io, fino ai versi incontenibili della parte finale:
Mort, vous,
Toi, dieu parmi les demi-dieux!
Ceux qui le disent sont des fous.
Mort, mon grand péché radieux
Tout ce passé brûlant encore
Dans mes veines et ma cervelle
Et qui rayonne et qui fulgore
Sur ma ferveur toujours nouvelle!
Mort tout ce triomphe inouï
Retentissant sans frein ni fin
Sur I’air jamais évanoui
Que bat mon coeur qui fut divin!
Da leggere di corsa, in pericoloso ricordo di Eros che fu.
Magari con l’aiuto di chi meglio di chiunque altro ha saputo reinventare la flânerie fanciullesca e maledetta attraverso le ‘zone’ della Metropoli: Wojnarowicz/Rimbaud a Manhattan, come Verlaine/Rimbaud a Londra: https://www.ilcorpo.com/…/rimbaud-flaneur-a-new-york-via-wo…/
La psicoanalisi ha qualcosa da dire intorno al Male e alle forme estreme di distruttività? Una domanda che dovrebbe essere ineludibile. La ha affrontata il Centro Psicoanalitico di Roma (Società Psicoanalitica Italiana) il 17 ottobre scorso con una giornata intensa di relazioni e discussioni organizzata da Andrea Baldassarro e Manuela Fraire. Dopo l’introduzione di Baldassarro (Perché il Male. La psicoanalisi e i processi distruttivi), gli interventi di Marco Francesconi e Daniela Scotto di Fasano (Pulsione e repulsione di morte. Una riflessione sull’incomprensione maligna), di Roberta Guarnieri (Il male imprescrittibile), di Riccardo Galiani (Tracce del disumano), di Francesco Castellett y Ballarà (La psicoanalisi si interroga sulla guerra e sulle sue conseguenze), di Marina Malgherini (L’opera del sacrificio. Uno studio psicoanalitico), di Enrico Pozzi (La purezza e il massacro. Alcune metacategorie della distruttività estrema). Ha concluso i lavori Manuela Fraire con L’eterno ritorno dell’oggetto rimosso.
Presto il volume con tutte le relazioni. Sarà un’occasione per tornare a parlare del molto che è stato detto, e del moltissimo che rimane da percorrere.
IL CORPO ha raccolto il coro funebre del web intorno alla morte e al cadavere di Pino Daniele. Questo materiale singolare è on line, accessibile in licenza Creative Commons per chi vuole studiarlo con i propri strumenti specifici, o semplicemente immergersi in un frammento significativo di immaginario sociale: https://www.ilcorpo.com/it/materiali/archivi_22/corpi-del-potere_21/materiali/la-morte-impossibile-e-il-cadavere-conteso-di-pino-daniele_85.htm
Come i Re di Kantorowicz, le star mediatiche sono le portatrici della identità e della esistenza di gruppi sociali. Non possono morire, perché la loro morte minaccia di morte (sociologica) il gruppo. Per questo intorno alle loro morti si addensano funerali impossibili, cadaveri itineranti, costruzioni di reliquie, inutili autopsie di corpi mistici, traduzioni della morte in omicidio, e maestosi cori funebri. Da tempo IL CORPO raccoglie i materiali per una archeologia dei corpi del potere – o ‘toccati’ dal potere – attraverso il discorso sociale del web intorno alle loro morti: Steve Jobs, Gheddafi, Michael Jackson, Priebke, Chavez, Cucchi, e ora Pino Daniele. Un corpus unico, consultabile nella sezione Materiali del sito www.ilcorpo.com.
FRANCESCO DIMITRI. Precipitare nella realtà. Storie del*dal Necronomicon / Collapsing into reality. Stories about*from the Necronomicon. / Sombrer dans le réel. Histoires du*à partir du Necronomicon
Il Necronomicon è un libro di magia inventato dallo scrittore pulp H. P. Lovecraft. Molti lettori credettero che fosse un vero libro, e con il tempo lo è diventato. Ecco la storia dettagliata di come è successo: un episodio che mette in luce alcuni meccanismi di interscambio tra immaginario e realtà, tra il mondo delle idee e il mondo delle cose.
Il Necronomicon è un libro di magia inventato dallo scrittore pulp H. P. Lovecraft. Molti lettori credettero che fosse un vero libro, e con il tempo lo è diventato. Ecco la storia dettagliata di come è successo: un episodio che mette in luce alcuni meccanismi di interscambio tra immaginario e realtà, tra il mondo delle idee e il mondo delle cose.
The Necronomicon is a book of magic, brainchild of the pulp writer H. P. Lovecraft. Many readers believed it was an actual book, and in time it has become real. This is the detailed story of how the construction of this delusion happened: an episode that sheds some light on the regulatory mechanisms at the crossroads between reality and imagination, between the world of ideas and the world of things.
Le Necronomicon est un livre de magie, enfanté par l’écrivain pulp H. P. Lovecraft. De nombreux lecteurs
Primo annuncio di un appuntamento importante per chi si occupa del rapporto tra corpo e società. Il Centre for Death and Society (CDAS) organizza un convegno interdisciplinare su La mercificazione della morte, il corpo morto e il lutto. L’appuntamento è per il 29-30 giugno 2013 a Bath (UK). Gli abstract delle proposte (fino a 250 parole) devono essere inviati a cdas@bath.ac.uk entro l’11 Marzo 2013. Diamo qui la prima presentazione del convegno. |
Domani 20 marzo alle 18 viene presentato a Roma il volume fotografico di Simone Casetta, Fanno finta di non esserci, sulla collezione di reperti anatomici dell’Ospedale Forlanini di Roma.
Questa collezione ha pochi termini di confronto in Italia. Essa nasce dal lavoro di Rudolf Grützner, un patologo tedesco specialista nella dissezione e conservazione dei corpi, Chiamato a Roma negli anni 40 dal direttore del Forlanini, Grützner costruì un insieme impressionante di reperti anatomici che, nel caso dei feti e dei neonati, sono corpi interi.
Su questo Casetta ha messo insieme una sequenza di immagini inquietanti di morti-quasi vivi, ben riprodotte nel volume.
Presenteranno la peotessa Maria Grazia Calandrone, Fabio di Gioia e Enrico Pozzi. La presentazione avverrà presso le Officine Farneto, in collegamento con la mostra Body Worlds di Gunther von Hagen.
Per un intervista al fotografo e qualche immagine:
http://www.galerie-photo.com/simone-casetta-it.html