Berlusconi taumaturgo e la prova del carisma. Vincere il cancro.

Pensieri degni di Pasqua.

Il 21 marzo scorso, in Piazza San Giovanni a Roma, Berlusconi promette che sconfiggerà il cancro. Sembra solo un’altra manifestazione di megalomania paranoidea, per di più offensiva verso la sofferenza reale di milioni di persone nel nostro paese. Ma questa lettura è superficiale. Nell’affermazione di Berlusconi c’è tutta la logica profonda della leadership carismatica, che è una logica politica.

Il carisma è un dono che viene dalla Potenza. Questo dono si esprime e dimostra nelle capacità straordinarie di un individuo o di un’entità sociale. Nella tradizione cristiana del Nuovo Testamento, questo significa anche la facoltà di compiere miracoli e guarigioni.

Max Weber ha laicizzato questa prospettiva magico-religiosa. Il suo capo carismatico è un individuo al quale si attribuiscono virtù straordinarie derivate da una Potenza superiore. Il suo potere deriva dal consenso sociale intorno a queste virtù: finché una parte sostanziale del suo gruppo gliele riconosce, egli rimane il capo. Il poveretto ha però un problema: deve dimostrare di continuo che ha ancora le sue capacità straordinario, e che la Potenza non se lo è dimenticato o non lo ha abbandonato. Deve ‘provare’ che è ancora e sempre carismatico. E’ condannato al ‘miracolo’.

Berlusconi si è infilato in questo ginepraio. Deve fare miracoli. Da sempre. Se non li fa, si affloscia come un simulacro svuotato. La sua vita è una sequenza di miracolosi successi che lo mostrano predestinato figlio della Potenza. Il suo ingresso in politica nel 1994 avviene all’insegna del “nuovo miracolo italiano”. I ‘miracoli’ punteggiano nelle sue parole, discorsi e dichiarazioni  il flusso di questi 16 anni di leadership carismatica. Sono miracoli economici, sportivi, politici, sociali, assistenziali (il miracolo del risanamento de L’Aquila dopo il terremoto) ecc.

Il primo 'miracolo' di Berlusconi politico - Hotel Ergife 1994

Il penultimo 'miracolo' - La Repubblica, 29 settembre 2009

 

Purtroppo la realtà è ironica e inclemente. A volte le cose vere vanno male, e allora bisogna andarci giù pesanti per mantenere la fede del popolo nelle proprie virtù straordinarie. Dai generici ‘miracoli’ Berlusconi deve arrivare a concrete corporee guarigioni. Guarire l’economia, il corpo sociale ecc è un conto, e una metafora. Ma guarire corpi concreti dal male, questo è il miracolo più miracolo di tutti.

Ecco perciò qua e là le guarigioni. Ad es. il ragazzetto di 16 anni in coma profondo miracolato o quasi da un cd con 15′ di parole del taumaturgo, e dal contatto con quella protesi del capo carismatico e della Potenza che è il Milan vittorioso. O ancora: l’immortalità tecnica del suo corpo, degna di un santo, e sancita dal suo medico personale, poi morto di cancro. O l’autoguarigione miracolosamente rapida dalle ferite dell’aggressione. Oppure, nella difficile elezione di marzo, la promessa delle promesse taumaturgiche: Berlusconi sconfiggerà la forma assoluta del male, il cancro. Può ben dirlo, dato che molti anni prima ha sconfitto il proprio cancro (un tumore alla prostata): un’altra autoguarigione in cui applica a se stesso la potenza del proprio carisma, diventando un ‘sopravvissuto’. In Massa e potere, Elias Canetti ha scritto pagine indimenticabili sull’onnipotenza del sopravvissuto nell’immaginario sociale, colui che è andato nel regno dei morti ma ne è tornato, morto vivente ormai invulnerabile alla morte. E nel Carisma malato – sul suicidio collettivo del People’s Temple a Jonestown – ho analizzato a lungo le tattiche carismatiche di Jim Jones, il capo della setta, così esemplarmente simili a quelle di Berlusconi e di tanti altri ‘capi’ grandi e piccoli.

 

Un miracolo vecchio - Corriere della Sera, 30 luglio 1997

Ancora il taumaturgo di se stesso - Corriere dela sera, 3 febbraio 2004

Il miracolo del sopravvissuto - La Repubblica, 29 luglio 2000

 

Tattiche in fondo banali. Gli ingenui razionalisti, topolini ciechi alla pregnanza dell’immaginario, possono dire: magia da magliaro della politica. Chi sente in ogni esercizio del potere, dal più modesto al più globale, una presenza ‘demoniaca’ riconoscerà in tutto ciò le dimensioni arcaiche e le sacralità primitive di cui ogni potere è costituito.

Un ultimo punto. L’impegno di vincere il cancro nei prossimi tre anni è avvenuto davanti ad una folla. Il “miracolo italiano” è scaturito di fronte alla folla dello statu nascenti all’Ergife nel 1994. L’iconografia religiosa del ‘giuramento’ del 19 marzo scorso è stata messa in scena danti ai 150mila di Piazza San Giovanni. La folla è la Potenza. La folla fonda il carisma del capo con il suo consenso, così come l’audience riempie di vita il corpo dell’attore sulla scena. Dalla folla viene al capo la capacità taumaturgica di allontanare il male dalla folla stessa. La matrice sociale del carisma è la matrice della capacità guaritrice del capo.

Ma per vedere tutto questo bisogna aver addestrato lo sguardo su Durkheim, e Weber, e Freud, e Frazer, e pochissimi altri. To the Happy Few.

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