Jonestown e il Peoples Temple. Il suicidio di massa 40 anni dopo

Esattamente 40 anni fa, il 18 novembre, oltre 900 cittadini USA morirono nella giungla della Guyana. Un suicidio-omicidio con una bevanda al cianuro. Oltre 200 erano bambini o adolescenti, spesso avvelenati direttamente dai loro stessi genitori spruzzando il liquido in gola  con siringhe.

Il Peoples Temple (scritto così) era una setta religioso-politica californiana, fondata circa 15 anni prima dal pastore Jim Jones. Erano andati in Guyana alla spicciolata dal 1975 per fondare una comunità utopica, Jonestown.

Si sono registrati durante il rito di morte. Ero negli Usa in quel periodo. Un mio ex-compagno di scuola, figlio di un monetarista premio Nobel e funzionario al Dipartimento di Stato, mi segnalò l’esistenza del nastro, allora segretato dall’FBI, e me lo procurò illegalmente. Per due anni quel nastro e la vicenda del Peoples Temple riempirono la mia vita. Fu un incontro a volte intollerabile con il Male, e soprattuto con la terribile ambiguità del bene e delle buone intenzioni, e con la forza fatale dei gruppi, capaci di portarci volontariamente a morire.

Solo una donna, una texana cinquantenne, tentò di opporsi all’ordine di uccidersi, e alla fine uccise e si uccise anche lei.

Mi sono liberato in parte dell’intrusione di quella vicenda nella mia vita scrivendo vari articoli e un libro. Questo libro rimane per me il mio scritto più intenso e più bello. A volte ho pensato di tornare su tutta quella storia, magari con nuovi materiali, ma comincio a capire che non lo farò. Le grida dei bambini che soffocavano, me le porto ancora dentro, come un non luogo a procedere. (enrico pozzi)

Il nastro del suicidio è stato trascritto, tradotto e commentato ne IL CORPO, n. 2, marzo 1994: Narrazione di un suicidio collettivo, https://www.ilcorpo.com/it/rivista/marzo-1994_33.htm

 

Jonestown, Guyana, 18 novembre 1978

 


 

 

 



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