18 Apr Autismo e antiscienza. Il giudice new age (?) se la prende col vaccino antipolio
Nel 2004, B. V., 4 anni, effettua a Savona la vaccinazione antipolio. Secondo i genitori poche ore dopo già comincia a manifestare i sintomi dell’autismo. Nei giorni e negli anni successivi l’autismo esplode, fino al riconoscimento di una invalidità totale.
I genitori ritengono che il vaccino sia stato la causa della sindrome autistica e avviano una lunga azione giudiziaria contro il Ministero della sanità. Una commissione di esperti respinge l’ipotesi. I genitori proseguono, e finalmente capitano sul giudice giusto, Marco Gelonesi, del Tribunale del Lavoro di Genova. Il giudice ha stabilito che esiste una nesso di causalità, e ha condannato il Ministero a corrispondere al giovane un vitalizio di 2.500€.
Bene per i 2.500€: aiuteranno una decente sopravvivenza di B. V. Male l’oscurantismo antiscientifico di cui la sentenza è espressione.
La vaccinazione – lo aveva già scritto Levi Strauss – è a tutti gli effetti un trapianto: frammenti di cose vive (il vaccino) vengono inseriti in un corpo vivo. Peggio: queste cose vive sono malate, e vengono messe in un corpo sano. Il vaccino porta all’estremo l’ambivalenza del pharmakon: cura perché avvelena.
Su questa contraddizione simbolica si è costruito nell’immaginario sociale il delirio paranoico del vaccino come pericolo. Il ‘trapianto’ innesta il male , e aggredisce con la malattia il corpo. Per proteggerlo, ovviamente, mentre in realtà sta compromettendo l’equilibrio armonico e naturale di un organismo vivente per nulla malato.
Le dicotomie sono chiare: l’artificiale (il vaccino) contro il naturale, l’esterno contro l’interno (il vaccino come effrazione del corpo), la malattia (del vaccino) vs la salute, lo stato e il sociale contro l’individuo, la morte del singolo contro l’epidemia.
Questo condensato di corticircuiti dell’immaginario ha prodotto negli ultimi 150 anni sussulti ricorrenti di opposizione ai vaccini, ma anche ad altre forme di prevenzione come la fluorizzazione dell’acqua potabile in funzione anticarie, anch’essa avvelenamento. Di tanto in tanto qualche ricercatore ha prodotto materiali per dimostrare la pericolosità dei vaccini. Nel caso dell’autismo collegato all’antipolio, i pochissimi articoli in forma scientifica sono stati dimostrati errati nelle metodologie e nelle conclusioni, falsi nell’analisi dei risultati, e dunque irrilevanti.
Non basta certo una verifica scientifica a bloccare la talpa dell’immaginario paranoico. La talpa scava in direzioni diverse, ma scava.
Vi sono quelli che attaccano i vaccini in nome del diritto dell’individuo a rifiutare intrusioni di entità collettive e dello stato nel proprio corpo. La destra radicale americana ha fatto della lotta contro i vaccini una delle bandiere della sua ribellione contro lo stato in nome dell’autonomia del singolo cittadino. Le violente campagne d’opinione sono diventate divieti assoluti di vaccinazione nelle enclave dove “milizie” anarchico-fasciste di fatto gestiscono il territorio in chiave anti-stato, anti tasse ecc. Contro i vaccini si era dichiarato Timothy McVeigh, il terrorista che uccise 168 persone e ne ferì 680 a Oklahoma City nel 1995 per commemorare il massacro di Waco: episodio-vertice del militia movement negli Usa. Per la peggiore destra radicale, i vaccini sono in realtà uno strumento cospiratorio usato dal Nuovo Ordine Mondiale ( o da entità paranoiche simili) per minare la sanità della nazione americana, fiaccarne la resistenza e piegarne le parti sane ai suoi disegni di controllo totale.
C’è poi l’arcipelago variegato dell’irrazionalismo sociale: i cultori delle terapie alternative e della medicina cosiddetta ‘dolce’; i nostalgici della Natura pura, armonica e sana che la società, l’industrializzazione, il profitto, la modernità, il capitalismo, la tecnica e altri artefatti umani ecc avrebbero corrotto ammalando le cose, le persone, i corpi e l’ordine stesso del cosmo; i luddisti antiscientifici e antitecnologici; i true believers nell’onnipotenza della mente sul corpo, per i quali la malattia è sempre un difetto esistenziale e psicologico; i credenti di varie fedi e sottofedi e divinità; i nemici degli antibiotici; i teorici delle cospirazioni, che traducono tutto quanto precede in disegni di entità varie e onnipotenti per fiaccare il ‘popolo’; e tutti coloro che, con mille configurazioni diverse, alimentano l’immaginario magico come risposta alla paura e all’impotenza generate da un mondo troppo globale, troppo complesso e in crisi.
Il movimento contro i vaccini esprime questo aggregato eterogeneo di motivazioni, valori, culture politiche e generazionali, visioni del mondo e del rapporto individuo-società, schemi del corpo, rappresentazioni religiose, apocalissi cosmiche e private, culti e rifondazioni della purezza delle origini, mitologie della Natura e del naturale. Esso raccoglie anche i frutti dei processi perversi che percorrono la medicina moderna, la sua organizzazione, la logiche delle sue corporazioni, la sua tecnicizzazione e parcellizzazione specialistica, la perdita di una visione complessiva del corpo e del paziente, e dunque l’indebolimento e l’impoverimento della relazione paziente-medico.
Dunque non un movimento di marginali ma un’area di opinione ricca di gradazioni diverse – dalle più estreme alle più pacate e apparentemente sensate -, numerosa, non riconducibile a segmenti sociali o generazionali ben definiti, figlia delle città/Babilonia nostalgiche di una Natura mai esistita, ma anche di campagne senza più identità. Area numerosa, che fa gola ai cacciatori di consenso: lo stesso Obama le ha fatto piedino (http://bit.ly/IMplkF). Il suo collante è l’antagonismo manicheo noi/loro, l’esistenza di persecutori che cospisrano, l’aggressione al corpo. Una buona sintesi? Proprio un sito sull’autismo: http://www.mednat.org/vaccini/autismo.htm
Per quanto ne so, il giudice Nicolosi non ha particolari competenze in campo medico e psicopatologico, né sembra aver trovato nuove evidenze scientifiche sui rapporti tra vaccino antipolio e autismo. Appartiene al carnevale para-New Age? Si è inventato una correlazione causale inesistente a partire dalla più fragile delle euristiche – il post hoc propter hoc – per sostituirsi ai limiti del welfare? In un caso come nell’altro ha compiuto il più grave dei crimini in un’epoca di crisi e di angoscia: il sacrificium intellectus.