Obama e l’hamburger. Ovvero i dilemmi alimentari del corpo populista.

Obama ha due corpi, ma questa volta Kantarowicz quasi non c’entra.

Il primo corpo è quello del leader populista che incarna lo schema corporeo ideale di un popolo perfetto: magro, slanciato, muscoloso, agile, levigato, glabro,  jogging, nuoto, basket. Quasi uno si dimentica il colore della pelle.

 

Il secondo è il corpo del popolo, cioè dell’americano medio e dei suoi riti alimentari: hamburger, patatine fritte, cocacola, hot dog, fagioli, e pure la sigaretta di nascosto.

Vediamolo in azione, questo secondo corpo:

 

Ecco il dilemma. Da un lato il corpo dello Stato Etico, il corpo-modello per i corpi dei sudditi e per l’organismo sociale: non deve forse ogni americano, e l’America stessa, essere il corpo calvinista ma vitale del suo Presidente? Dall’altro il corpo  nazionalpopolare dello junk food  e dell’obesità di massa. In mezzo la figura alimentare del Male, il colesterolo.

Obama ha bisogno di tutti e due i corpi. E ha bisogno di mediatori che lo aiutino a tenerli insieme.

Il primo mediatore è lo Sciamano, il medico. E i medici, in particolare il suo medico personale, garantiscono che il suo corpo è sano: pressione 60-90, peso perfetto, colesterolo totale 173, muscolatura senza grassi, indicatori neurologici senza pecche, stile di vita attivo, capacità mentali top. Il corpo sano della nazione si rispecchia e riconosce nel corpo del suo capo.

Il secondo mediatore sono due. La Moglie Michelle rivela gli sgarri alimentari del marito, rari, misurati, ma ci sono: mangia di nascosto ogni tanto cose che non dovrebbe, tipo il pollo fritto. Peggio: ha quasi del tutto smesso di fumare, anche perché lei – brava solida moglie americana – glielo ha messo come condizione per il loro rapporto. Ma quasi… e ogni tanto lui…Ovvero il divieto in nome del corpo perfetto, e la trasgressione maternamente perdonata.

L’altro mediatore nazionalpopolare sono i Media: filmano e diffondono Obama che mangia ciò che l’altro Obama si nega, Obama che si lecca il dito grasso di hot dog, Obama che ordina il suo cheeseburger medium well done e senza ketchup, ma con la mostarda piccante, Obama che frequenta noti templi del junk food ecc. Ovvero il teatro del quotidiano corporeo ‘basso’, una sorta di inversione carnevalesca alla Bachtin, il potente che si “ingaglioffisce” alla Macchiavelli e mette in scena la vicinanza del Potere, la possibilità per tutti di identificarsi con la vita del corpo del Capo. Fumo, colesterolo, sei noi, siamo te.

Ma la narrazione politica è più sottile. Se Obama mangia quello che mangia, fuma ecc, e però ha quel corpo perfetto e perfettamente sano, allora Obama è un Re taumaturgo. Come i Re di Francia e d’Inghilterra con la scrofola nel giorno dell’incoronazione, Obama prende il male nazionalpopolare del corpo sociale – il colesterolo, il fumo, l’obesità – e lo bonifica nel e tramite il proprio corpo senza male. La dei due corpi nel suo corpo unico diventa la prova provata della Potenza purificante che lo abita, l’ulteriore verifica del carisma. Obama mangia hamburger ed è magro, dunque è santo. O almeno così si spera, per la salvezza e salute del corpo della nazione. Tensione irrisolta tra i due corpi, che lascia l’ombra del dubbio nel suddito impaurito.

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