Obama signore delle mosche, ovvero Belzebu alla Casa Bianca.

Il potere merita il delirio paranoico.

53 milioni di pagine Google per “Obama kills a fly”, accaduto il  16 giugno. La voce del popolo non mente. Ha sentito che quel modestissimo evento nasconde una verità terribile. Cerca risposte, ma non le trova. Io ho capito, e voglio dire quello che ho capito.

Il nero Obama /Amabo, seduto nel cuore bianco di una casa bianca, uccide con la mano destra una mosca nera posata sulla sua mano sinistra.

Perché lo ha fatto?

Come ha potuto una mosca entrare nello spazio asettico e metafisico del potere massimo? Perché stava lì durante una intervista televisiva? Cosa cercava di far capire a noi impotenti mortali?

Da tempo le mosche cercano di farci capire qualcosa su Obama. Un’altra volta, sempre in quei giorni, interrompe una intervista perché delle mosche gli girano intorno alla faccia. “Ci sono troppe mosche qui”.

Cosa ci vogliono dire queste mosche?

La risposta sta nel Libro,  Luca 11.14-20:

” 14Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. 15Ma alcuni dissero: “È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. 19Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio”.

Chi è Beelzebùl, o più semplicemente Belzebu? E’ il braccio destro di Satana, il numero due nella gerarchia infernale.  Attenzione, il braccio destro.

Belzebu, da Ba’ al zebub, dal dio fenicio Baal.  Vuol dire alla lettera “Signore delle Mosche”. C’è dunque un legame diretto tra Satana e le mosche, via Belzebu, il principe del Male che governa le mosche.

E’ il primo tassello della verità.

Il secondo tassello è una immagine. Viene dal Dictionnaire infernal, di Collin de Plancy, uscito nel 1818, ma le straordinarie figure demoniache sono nell’edizione del 1863: ogni praticante del metodo paranoico-critico e dell’inconscio dovrebbe averlo. Eccola, la Mosca:

la vera Mosca, non addomesticata

 

 

E’ la Mosca, non la mosca degli adulti che fingono di non sapere, e che dicono: le mosche sono sporche, cacciatele. La vera Mosca, quella di cui i bambini e gli adulti hanno così intensa paura istintiva, e cercano di farsene ragione descrivendola come il ricettacolo di tanto male spicciolo: le malattie, cioè lo sforzo positivista di ridurre il Male a mediocri vicende di batteri e di igiene.  La Mosca demoniaca.

I bambini sanno. I bambini del Signore delle Mosche sanno chi è la Mosca, chi è Belzebu signore delle Mosche, e in quali rapporti stretti sta con il Potere. Il gruppo dei ragazzi che vuole il Potere sull’isola è anche il gruppo che adora la testa di maiale coperta di mosche, appunto Belzebù, signore delle mosche. Lo ho letto in The Lord of the Flies di William Golding. L’ho visto e rivisto ne Il Signore delle Mosche di Peter Brook (1963), e lasciate perdere, voi aspiranti cultori del metodo paranoico-critico, il remake a colori  del 1990 (Satana a colori! la Mosca a colori!).

E’ un altro tassello: la Mosca e il Potere politico, la Mosca venerata come un Sovrano.

Guardiamo con occhi da bambino la testa di Belzebù coperto di Mosche, nel pieno del suo fulgore sacro:

 

La Mani che si protendono verso Belzebù, folla adorante di Mosche verso il Signore delle Mosche, forma e figura del Potere che sta in alto sui palcoscenici della Sovranità, l’eterno Re taumaturgo che si nasconde dietro la star e il potente:

 

 

Un altro tassello ancora. Una immagine che mi ossessiona da sempre. Tanzio da Varallo, San Carlo comunica gli appestati, 1616. Ovvero gestisce il Male a colpi di Bene. L’ostia bianca al centro del quadro, ovviamente. Ma sotto ai piedi del santo, ineliminabile contrappunto al bianco del Bene, una stupenda falena notturna, il Male che sorveglia e attende, pronto a riprendersi la scena. La Falena come la Mosca, segno di Satana.

 

 

La Mosca vola, e si posa ovunque. Si nasconde nei dettagli, e poi all’improvviso provoca con la sua inattesa visibilità. Vuole il bianco come forza del suo nero. Musca depicta, ombra dell’immaginario, come il Mefistofele faustiano, nega e capovolge il senso di ciò su cui si posa. Chastel ha inseguito le sue tracce nella pittura occidentale. Il libro è quasi introvabile, ma non se ne può fare a meno.

 

 

Il metodo paranoico critico ha lavorato. Ora sappiamo.

Nulla è stato casuale nella vicenda di Obama e della mosca.

Innanzitutto la mosca – la Mosca –  non è entrata nella Casa Bianca (come avrebbe potuto?). Essa è emanata dal Signore delle Mosche che nel bianco di quella casa si è insediato grazie alla follia delle folle. Girava intorno alla Sua testa come le mosche girano intorno alla testa del maiale Belzebù nel Signore delle mosche. Essa stava venerando il suo padrone. Ma in  questo modo lo stava rivelando nella sua vera identità: braccio destro di Satana, angelo dell’Anticristo. Omaggio dovuto, e pericoloso. Il tempo non è ancora giunto.

Così Obama/Amabo ha ucciso la mosca, per salvare la Mosca. Con il braccio destro del suo potere, sul braccio sinistro della sua identità nascosta. Gesto da sovrano, che dispone come vuole delle mosche che gli sono suddite, e può indicarne trionfante il cadavere al popolo ignaro. Gesto luciferino, perché da padrone della luce sottrae alla mosca la capacità di gettare luce su ciò che egli è. Gesto satanico, perché si finge gesto del “dito di Dio” (Luca) che caccia Satana e la Mosca dal mondo.

Ma anche gesto ‘politico’ così confortante e quotidiano, vicino alla gente e ai gesti quotidiani della gente. Non Belzebù signore delle mosche, ma uno di noi, con le piccole noie che abbiamo tutti, ma determinato ed efficace nel gestirle. Come ci si aspetta da un leader in un’epoca di crisi.

Un unico neo: il suo sorriso trionfante. Troppo denso, con troppi denti di fuori. Per lo spazio di qualche secondo, si è tradito: gli piace uccidere. Non le mosche, ma chi si metterà di traverso sulla strada dell’arrivo trionfale di Satana. Si era già tradito un’altra volta, il 16 aprile, a Città del Messico, quando aveva stretto la mano a Solis, Direttore del Museo di Antropologia, e questi era morto di febbre suina, la febbre del maiale, Belzebù signore delle mosche. Lì era stato facile nascondere tutto. Ma la nera Mosca nella Casa Bianca, e quel sorriso trionfante: troppo esplicito, troppo rivelatore. E poi sempre il 16: di aprile in Messico, di giugno alla Casa Bianca. Cosa accadrà di terribile e rivelatore un giorno 16 di un mese a venire?

Orrore orrore, per il bianco Kurz che rubava bianco avorio nel cuore di tenebre dell’Africa nera. Horror horror  per il nero Obama Belzebù che si insedia al cuore del bianco per donare il mondo a Satana.

Questo hanno sentito milioni di persone con orrore senza capire l’orrore. Appagati perché una mosca è stata uccisa, eppure inspiegabilmente così inquieti. Messi di fronte all’efficacia di un esercizio della sovranità, eppure così turbati da qualcosa che di quella sovranità produce terrore nelle ossa.

A me rimane solo la certezza di aver prodotto un delirio paranoico-critico congruo al delirio paranoico che costituisce ogni potere, e ogni rapporto suddito-sovrano, inevitabilmente demoniaco. Un delirio a specchio, che traduce e rivela ciò su cui si esercita. L’Angelus di Millet è in ultima verità la mantide omicida. La quartina di Nostradamus sul monaco nero in grigio a Varennes ha predetto l’arresto di Luigi XVI in fuga.

Per salvarci (forse) dobbiamo addestrarci a delirare con metodo, aderenti al nostro inconscio. Aiutiamoci con tre testi chiave:

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