Paranoia, invenzione del nemico e riti di fertilità. Michelle Obama e l’orto di guerra della Casa Bianca

Ieri Michelle Obama ha avviato il nuovo orto della Casa Bianca piantando spinaci, lattuga, origano, rosmarino, cipolle, cetrioli, peperoni, piselli e erba cipollina. Tra tre settimane pianterà anche i pomodori. L’hanno aiutata 25 bambini che si occupano di un orto analogo nella loro scuola.

Un manifesto per gli orti di guerra USA nella 2a guerra mondiale

L’ultima volta era stato con un’altra First Lady, Eleanor Roosevelt, durante la 2a guerra mondiale. Allora era chiamato Victory Garden, o Liberty Garden, che probabilmente si pensava fosse la stessa cosa. Era il classico orto di guerra, che doveva spingere la popolazione a usare tutti gli spazi possibili per la produzione autarchica di cibo. Qualche informazione al knol di Pamela Price: http://knol.google.com/k/pamela-price/the-american-victory-garden-past-present/ywdp8x5jtr5l/2#.

Lo hanno fatto allora un po’ tutti gli stati coinvolti. L’Italia fascista si era già allenata durante l’autarchia in risposta alle “inique sanzioni” demo-pluto-giudaico-massoniche dopo l’invasione dell’Abissinia. Durante la guerra parchi pubblici, giardini e giardinetti di ogni genere diventarono orti, e i prodotti venivano poi accumulati e trattati nelle grandi piazze e nei luoghi più simbolici delle città.

Trebbiatura del grano a piazza Castello, Torino, luglio 1942.

Torinesi piantano patate al parco del Valentino. Luglio 1942

Sul piano economico e alimentare gli orti di guerra no sono mai serviti a nulla. Contano qui le funzioni latenti, non quelle manifeste.

Un orto di guerra alla Casa Bianca significa che Obama ha bisogno di uno stato di guerra per garantirsi un consenso popolare duraturo e una buona coesione sociale. Tutti hanno bisogno di nemici per vivere, ma i leader populisti ne hanno bisogno più degli altri.

Un nemico è la crisi economica, e l’orto di guerra rappresenta la risposta dal basso alla minaccia della penuria, il passaggio dal valore di scambio al valore d’uso e alla subsistence, dall’economia monetaria al baratto e al dono. Michelle Obama annuncia che i prodotti dell’orto della Casa Bianca serviranno a nutrire i suoi figli, finiranno nei piatti degli ospiti, e la parte eccedente verrà donata a organizzazioni caritatevoli.

Un altro nemico è il corpo obeso degli americani. Guerra al grasso e al junk food, come Blair in Inghilterra. Michelle Obama lo ha detto espliciamente: vuole che i bambini americani, e gli adulti tramite loro, imparino a mangiare meglio, sano,  fresco e locale: “locavores”, secondo un divertente neologismo. È lo stato etico in forma alimentare, che si occupa dei corpi dei sudditi come garanzia della salute del corpo sociale.

Un terzo nemico sono i valori consumistici di Babilonia. Il rapporto con la terra è l’anti Wall Street, l’anti finanza staccata dalle cose, l’anti lusso e spreco. L’orto di guerra diventa l’appello alla natura naturans come fondazione della Potenza, al mito di una cultura contadina basata sulla frugalità, sull’autosufficienza, sul rapporto diretto e produttivo con la propria terra: il subsistence life style come modello. E su questo ecco i mitologemi di contorno dell’immaginario USA: i pionieri, il Midwest rurale come heartland, la Walden Pond di Thoreau e la sua variante paranoica, la log cabin di Unabomber nel Montana… Qui lo stato è pienamente e irrimediabilmente etico, perché mira a costruire il nuovo Americano adatto ai tempi nuovi tramite il fantasma di un simbolico “ritorno alla terra” già caro al nostro Ventennio.

Ma la forza dei populisti carismatici alla Obama sta altrove, nella loro capacità di  utilizzare componenti arcaiche della vita sociale e dell’inconscio collettivo di un gruppo.

Michelle Obama, la parte femminile della Coppia divina, ha messo in atto un rito di fertilità nel periodo canonico dei riti di questo tipo: marzo e aprile. La primavera cerca di rifecondare la terra desolata, e la Mom della First Family rifeconda e rende fertile il locus del potere che è anche il locus della nazione. Notoriamente, Aprile è il mese più crudele, e ad aprile la Regina divina genera dalla terra morta non lillà ma più anticongiunturali pomodori e cetrioli . Con il salvifico contorno di bambini che esprimono la fecondità riuscita. Il cerchio si chiude. Il re divino Obama feconda la regina (vedi http://diarioparanoicocritico.wordpress.com/2009/04/05/il-corpo-di-ob…chelle-incinta/ ),che feconda  il mondo e la terra.

Il carisma passa anche da queste cose: paranoia, nemico, uso della paura, uso dell’inconscio collettivo, ripristino di miti e riti primitivi, ecc. “Yes, we can”, forse, ma al solito modo, secondo le logiche più arcaiche della politica, aggrappandosi alle emozioni e ai corpi. Al servizio del cambiamento, del “change”? Può darsi, ma ai paranoici orti di guerra preferiamo il “cultiver notre jardin” dell’anti eroe Candide.

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