Ancora sulla vicenda di Marcello Basili. Un piccolo ma perfetto esempio di discorso paranoico.

 Il 1 febbraio scorso, sul Corriere della sera, Giovanni Bianconi pubblica un articolo su un tal M. B., ex BR ora professore associato, che ha chiesto per vie legali all’archivio Flamini di rendere inaccessibile on line il riferimento al suo passato in nome del diritto all’oblio ( http://bit.ly/w2bnow ). 

Mi chiedo il perché di quelle iniziali, cerco un attimo e trovo tutto quello che mi serve sulla vicenda di Marcello Basili, dell’università di Siena. Scrivo un breve post su quella richiesta, e sul problema del rapporto tra diritto all’oblio, storia, memoria sociale e archivi.

Il 3 febbraio un tal Curiosamente curioso mi chiede nel commento. ” Ma a te il nome chi te lo ha dato?“.

Sono sorpreso da questa frase sibillina. È ovvio che a Curiosamente curioso il mio post non è piaciuto neanche un po’. Però non lo dice. Preferisce chiedermi chi mi ha dato quel nome. Attenzione: non come lo ho trovato, ma chi – entità esterna e informata di fatti riservati con la quale sono in palese rapporto di confidenza – mi ha dato quel Marcello Basili nascosto dietro M. B. di Bianconi/Corriere della sera. Oppure: da quale fonte ho avuto quella indicazione.

Rispondo ironicamente menzionando alcune delle entità esterne misteriose, onnipotenti, onniscienti e cospiratorie che mi hanno dato quel nome altrimenti quasi ‘segreto’: “La Spectre. Il Gruppo Bildenberg. Il Mossad. Il KGB. La CIA (Sezione staccata di San Basilio) [Basili aveva contribuito a gambizzare il segretario della sezione DC di San Basilio].  Ron Hubbard (via Tom Cruise di Scientology). Giulietto Chiesa. Marco Travaglio. Patrizio Peci (infami una volta infami sempre). Roberto Peci (via medium). Marcello Basili“. Ovvero: “quelli che sanno tutto delle Grandi Cospirazioni“. 

Insomma dico gentilmente a Curiosamente curioso che ha reagito in modo paranoico. In una modalità non paranoica, avrebbe potuto argomentare nell’ordine che

a) il fatto di base era inesatto: il prof. Marcello Basili non è l’ex-BR Marcello Basili, oppure i due Marcello Basili sono la stessa persona ma non hanno gambizzato nessuno ecc ecc: difficile da sostenere;  

b) il prof. Marcello Basili non ha mai chiesto di cancellare niente da un archivio, l’articolista ha frainteso e ha scritto cose sbagliate, sovrainterpretando o distorcendo: più difendibile; io stesso, mentre scrivevo, mi sono detto che non avevo certezza su questo aspetto dell’articolo, e ne ero infastidito; ho aspettato 1 giorno, M. B. non  ha smentito, e così sono andato avanti

c) le mie riflessioni sul caso Basili erano deboli o sbagliate: un individuo non ha forse diritto a vedersi riconoscere il proprio cambiamento tramite il silenzio sociale? la pena non è forse una rigenerazione che produce una nuova identità? il pentimento non è forse un lavacro anche sociale? un errore anche grave deve diventare una stigma senza fine? si è veramente responsabili del tutto e senza fine dei propri atti? Veramente la richiesta di Basili era un segno di arroganza e di disprezzo ? ecc ecc.

Ma Curiosamente curioso ha preferito indagare su come avevo avuto quella informazione… Non lo interessava il contenuto del mio post, la verità dei fatti usati o la solidità degli argomenti. Lo interessava la fonte, e ciò che la fonte poteva implicare su di me, le mie intenzioni, le mie appartenenze, la mia identità. Procedura tipicamente paranoica.

Passano alcuni giorni, mi dimentico di Marcello Basili. Anzi, confesso che, senza sapere nient’altro di lui, comincia quasi a starmi simpatico.

Il 7 febbraio, Curiosamente curioso si rifà vivo con un altro commento:

E perché non citi le fonti?

Come immaginavo l’hai trovato su internet. Si da il caso che nome si trova solo su un paio di blog, forse tre, mentre il Corriere si è limitato alle iniziali.

Perché non citi quelle fonti…?

Forse contraddirebbero inesorabilmente la tua interpretazione…?

 Che vuol dire? Le mie fonti sarebbero dunque alcuni blog? E questi blog mi avrebbero portato fuori strada con informazioni false? Oppure sarebbero macchiati da un qualche loro peccato originale, indipendente dalla verità o falsità delle informazioni che ne avrei ricavate, e mi avrebbero contagiato in qualche modo contro o su Marcello Basili? Cos’erano? di destra e fascisti? di ex-compagni carichi di odio per il traditore riciclatosi abilmente nella società civile? 

Cosa ancora più misteriosa: perché quelle fonti eventuali contraddirebbero la mia interpretazione? e perché “inesorabilmente“, ovvero con una incontrovertibile cogenza logica, o storica, o fattuale, o umana, o politica?

E ancora, quei puntini di sospensione, due volte, insinuanti, allusivi, come se vi fossero contenuti nascosti ma evidenti, che non è necessario dirsi perché, suvvia!, lui ed io sappiamo….

A quel punto mi sono chiesto: chi è Curiosamente curioso? Ho cercato con Google. Ho trovato l’IP do provenienza dei suoi commenti. Ho aperto i siti che tracciano e localizzano gli IP con precisione puntiforme.

E mi sono fermato. In un attimo, per illuminazione, ho capito che la logica e la procedura paranoiche di Curiosamente curioso mi stavano contagiando. Conosco bene, tecnicamente, la capacità inglobante del discorso paranoico, quanto esso riesce a catturare l’altro e a trascinarlo nel suo movimento persecutorio e nel suo sistema delirante in forma logica. So bene che il paranoico produce la pseudo-comunità paranoica (N. Cameron, http://www.jstor.org/pss/2770703 e http://www.jstor.org/pss/2773620). E so bene che le strutture del discorso e le logiche microsociali di tutto ciò che è ruotato e ruota intorno al terrorismo a matrice ideologica sono espressione perfetta della paranoia agita. Lo so, ma per qualche ora il canto delle sirene è stato più forte. Così ho deciso di aspettare per due settimane prima di scrivere questo secondo post. Prudenze da diario paranoico-critico.

Auguri, Marcello Basili.

 


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